Obiettivo Trop Model

marzo 25, 2011

Dei vecchi di famiglia e del dolore arretrato

Settimana intensa appresso ai due vecchietti. Diverse telefonate quotidiane per quanto mi riguarda e praticamente una gita al giorno per i ragazzi, i nonni hanno finalmente deciso di condividere il timone con loro e quindi vai e vieni dalla banca per mettere le cose a posto. E meno male! che almeno adesso siamo tranquilli che nessuno li raggiri e che sarà possibile fare le cose necessarie al momento opportuno.

E' il nostro turno toccare con mano l'arretratezza italiana nell'assistenza alla terza età, ripenso ai nonni del BID ed al minialloggio in apposito edificio dotato di infrastrutture paramediche e non in cui si sono trasferiti quando il Parkinson del nonno non ha più concesso loro di continuare a vivere da soli, nella stessa città in cui vivevano e neanche troppo lontano dalla loro casa di una vita.

E' forse necessario precisare che prendere marito e moglie, 84 e 81 anni, vissuti sempre nella stessa frazione di 300 persone, in casa indipendente con giardino, orto et affini e spostarli a vivere altrove sarebbe come ucciderli? E lasciarli soli a smazzarsi le decine di dubbi e spaventi che, visti da soli, diventano immediatamente insormontabili? Infatti è bastata una settimana di assiduità da parte nostra che le cose sono migliorate sensibilmente.

E adesso? Io domani vado su e porto lei al mercato che sono sette secoli che non ci va più, spero che le faccia piacere oltre che esserle utile ma io posso andare più di una volta la settimana? Mio figlio per un tot ci andrà ad inizio settimana ma ora che inizia la stagione estiva quello dovrebbe lavorare 6gg su 7 (e speriamo!!!!) può passare il settimo a badare ai nonni?

Per il momento la badante non è un'opzione, il loro equilibrio è delicatissimo ma quando c'è stanno bene, non hanno certo bisogno di qualcuno che giri loro per casa. Che poi non si fiderebbero nemanco ed avrebbero pure la grana di badare alla badante, per non parlare del fatto che ci vorrebbe qualcuno con una certa competenza paramedica. L'assistenza domiciliare pubblica pare ci sia, sebbene ridotta ai minimi termini, cercherò di capire se ne hanno diritto per età, patologia, reddito o chissa quale altro parametrillo ci sarà da verificare. Diversamente cercheremo un/a professionista che vada a controllarli un paio di volte al giorno e che dia una reperibilità notturna, automunita. La quale costerà loro come assumere Veronesi in persona. Boh ... vedremo.

E la princi in tutto questo?

E' terrorizzata, non vuole saperne di trovarsi dalle parti del nonno men che meno da sola. Non vuole più andare da loro o perlomeno non vuole farlo da sola. Inizialmente ho pensato che fosse un'altra delle manifestazioni di teatralità della ragazza, venerdì scorso ero pronta a piantarle due belle sberle in mezzo alla faccia non si fosse controllata ma anche dopo ho continuato a parlarne con lei da questo presupposto. Dicendole che capisco quanto grande sia la presenza del nonno nella sua vita ma che la sua morte è un fatto inevitabile presto o tardi e che tanto vale che ci si prepari. Con la morte del padre e dello zio, questo nonno è stato infatti la figura maschile più protettiva che lei abbia avuto, mio padre ha scoperto la nonnità solo dopo la morte di mia madre ed i miei figli erano ormai troppo grandi, la sola ad avercelo come nonno per davvero è la figlia di mio fratello che ha adesso 7 anni. E poi comunque Ortorex è quello che accompagna la nipotina a vedere la metro, in biblioteca o visitare il museo di scienze naturali e poi le spiega il buco nell'ozono ed i cambiamenti climatici.

L'altro nonno è quello che taglia e sbuccia le mela alla princi ancora oggi, che le mette/va il cicatrene sulle sbucciature e li aiutava a nascondere il cane in camera da letto quando dormivano dai nonni. Insomma una figura importantissima sul finir della sua vita ed una princi con l'attitudine naturale a fare tragedie, da parte mia grandi sproni ad affrontare le cose con forza e razionalità.

Un par di balle!!!

Ieri sera la princi ha rotto gli argini ed è venuta fuori una bella fetta di merda che temevo avesse dentro ma di cui si era sempre rifiutata di parlare. Dice che è terrorizzata e che non vuole più tornare in quel posto e che si detesta per questo. Che le stanno ritornando alla mente immagini che pensava di aver dimenticato. Storie che pensava di aver risolto. Dice che vede come una fotografia il posto in cui abbiamo aspettato che iniziasse il funerale di suo padre, che lei quel giorno era terrorizzata di vederlo morto nella bara o la bara nella casa dei nonni.

Io ricordo benissimo che avevo guidato fino al paese successivo, che eravamo andati in un bar perchè eravamo un pò in anticipo, ed avevo poi fatto in modo di arrivare in paese quando la messa stava finendo, non eravamo passati da casa dei nonni e ci eravamo fatti trovare nella piazzetta antistante la chiesa. Ricordo che li tenevo per mano al mio fianco, uno per parte, e che non li ho lasciati andare neanche per un momento. Però non ricordo se gliel'ho detto che non ci saremmo andati a casa dei nonni e che non lo avremmo fatto perchè io non volevo che quella scena gli rimanesse fotografata nella mente. Non so se gli ho detto che volevo che quel posto restasse un posto bello nonostante tutto. Ricordo che per parecchio tempo non volli che loro si fermassero a dormire dai nonni ma poi successe nuovamente e quando oggi la princi ha detto che lì ci sono i ricordi più belli e più brutti della sua vita mi si sono storte le budella.

Ricordo di essermi interrogata a lungo se invece non fosse il caso di far loro sorbire l'intera faccenda perchè fosse un momento di distacco e di addio. Il loro padre è uscito di scena una sera davanti al centro commerciale e la volta dopo era il suo funerale. Per una settimana ho dovuto dire loro che papà era molto ammalato e poi purtroppo che papà era morto.

Ho provato tutto ciò che son stata capace di pensare per cercare di aiutarli a processare tutto quanto, non ho sensi di colpa perchè so di aver agito al meglio delle mie capacità, ma forse avrei dovuto fare di meglio, parlare di più, erano bambini ma forse pensavano più di quanto io non credessi. E poi mi chiedo cosa avrei dovuto fare perchè si aprissero di più, perchè lasciassero uscire delle cose.

Lei ora dice che non ce la fa a riaffrontare tutti questi fantasmi, che la sera quando chiude gli occhi si vede davanti il nonno come l'ha visto venerdì scorso e non riesce a dormire. Dice che non vuole tornare nella casa dei nonni perchè quel prato ha un odore che solo quel prato ha ed è lo stesso odore che c'era al funerale di Claudio e poi dopo a quello di Fabrizio. Che lei ha il terrore di vedere la gente morta, così come ha avuto quel giorno il terrore di vedere Claudio morto, così è stato con Fabrizio e con la nonna, mia madre.

Io le ho detto che questo è come un brutto ascesso che si è finalmente rotto e la merda sta uscendo fuori e che forse questa è una cosa buona perchè dopo potrà guarire. Ma, per una delle pochissime volte da che ho memoria, francamente ieri sera non avevo più parole.

Quando dissi loro che Claudio era morto, eravamo seduti sul divano, io in mezzo a loro due ed il BID seduto vicino a mio figlio. Quando pronunciai le parole la princi si buttò per terra dibattendosi come se le avessero rovesciato addosso dell'olio bollente, suo fratello rimase immobile, non parlò, non emise un suono. Solo due lunghe lacrime gli solcarono le guance.

Lui non ha mai parlato di niente di tutto ciò. Se tanto mi dà tanto che gli sta passando per la testa in questi giorni?

9 commenti:

silvia ha detto...

le lacrime. ci vogliono tante lacrime per riempire i buchi e lavarci dentro. però a volte non sono mai abbastanza. le serve tempo. e se il tuo ragazzo sembra assente, non lo è. e forse servirebbe ritrovarsi di nuovo tutti su quel prato con una graticola e della musica e dare ai ricordi un profumo dverso. ma te lo dice una che dal primo settembre non ha rimesso piede in casa dei suoi. nonostante quello che si sarebbe da fare.

LA LUNA NERA ha detto...

di sicuro è molto dura questa fase, ma direi che è inevitabile perchè i traumi, specialmente quelli subiti da bambini lasciano il segno. aprirsi è senz'altro buona cosa, è iniziare l'elaborazione e se ci si sente accompagnati è un pò meno difficile. e mi pare che il tuo atteggiamento sia quello giusto.
da quel poco che ho letto di te sul blog mi viene facile pensarti determinata, forte, una concreta che sa sempre cosa fare, ma anche dolce e accogliente. quindi non preoccuparti troppo: sono certa che dopo questo temporale splenderà un bel sole caldo per tutti voi. un abbraccio.

Mammamsterdam ha detto...

Graz, meno male che sta venendo fuori. Io sai che non credo alla catarsi a tutti i costi, delle volte certe cose devono rimanere dove le abbiamo messe perchè c' è un ottimo motivo se ce le abbiamo messe.

Ma mi pare che già scrivendoti un commento un sacco di mesi fa mi ero chiesta quanto si portassero ancora dietro i ragazzi.

Tu, il BID e anche loro bambini avete davvero fatto tutto il maledetto possibile, il problema è che la vita certe prove per forza te le mette davanti e non se ne scappa.

Magari Princi in questo momento non è nello stato di parlarne, ma intanto che sappia che di lutto si può guarire. Io ne sto uscendo ora dopo due anni e la cosa migliore che abbia fatto è stata di chiamare la vecchia conoscente psicologa e chiederle un appuntamento professionale, e non un caffè tra amiche, avevo specificato, perchè mi consigliasse sul da farsi. ci sono andata per un anno e so che è lì se mi ritroverò di nuovo qualcosa che no ce la faccio a risolvere da sola.

Ma bisogna decidere da sè, chi sta fuori può al massimo dire che esistono le possibilità e fare.

Se non si sente di andare dai nonni da sola, cosa comprensibilissima e non solo per i motivi che ha tirato fuori, magari andarci con te o il fratello, o fare altro con loro senza entrare in casa potrebbe essere un primo passo.

Ti risparmio le mie psicologizzazioni all' acqua di rose, tanto quello che penso io lo sai anche tu e comunque ognuno il fardello se lo porta di persona e quanto pesi possono dirlo solo loro. Solo che a furia di portarlo a volte uno si scorda che si pu`ø anche mettere giù.

Un bacione.

Anonimo ha detto...

Sono momementi complicati, a mio modestissimo parere, sembra tu abbia fatto il necessario.
L'elaborazione di un lutto è sempre soggettiva e i tempi non sono mai uguali per tutti.
Il rapporto che si aveva in vita con chi non c'è più, lascia tanti ricordi belli e meno belli, che a volte ci fanno pensare, ma chissà se quella volta.........., e arrivano i maledetti sensi di colpa. Questo non è sicuramente il vostro caso, ma parlarne il più possibile, ricordando i bei momenti, scherzandoci anche sopra, penso possa servire a stare meglio.
Un buon ascolto può dare ottimi frutti. Non so, mi sono sentita di sirti queste cose, ma forse sto cannando alla grande.
La dieta l'hai presa proprio seriamente, brava è un successone!!!!!!!!!! Complimenti
Ciao una carezza alle cane.
4 p

ziacris ha detto...

che casino

Mr. G ha detto...

C'è poco che io possa dire al riguardo, o che perlomeno possa risultare utile.
Utile a te: ma sopratutto ai tuoi figli, che certo hanno vissuto il dramma nella situazione "meno ottimale". Perchè all'epoca non erano più piccolissimi (e quindi quasi incapaci di rendersi pienamente conto della drammaticità dell'accaduto). Ma allo stesso tempo, non erano ancora grandi abbastanza da affrontare con l'indispensabile maturità un'evento tanto traumatico (e traumatizzante).
Io penso che il cercare di tenere lontano un ricordo, una realtà spiacevole, perchè ci distruba e ci provoca dolore, in realtà contribuisce solo a far sì che quel dolore, quel ricordo non finisca mai di angosciarci.
E' solo abbracciando completamente quel dolore, lasciandosi da esso compenetrare (e vivendo appieno e intimamente quella sofferenza) che si riesce a far sì che il dolore si sciolga ed entri a far parte di noi, consentendoci di conviverci. Non più una cosa da cui difendersi e cercare - senza riuscirci - di dimenticare, ma una cosa che abbiamo vissuto - nostro malgrado - e che ha contribuito a farci più forti, più maturi, più saggi.
E' difficile e doloroso: ma l'alternativa non è di per sé più piacevole.

Anonimo ha detto...

prima o poi uscirà fuori tutto anche a lui. credo sia una specie di legge fisica. credo. ti abbraccio graz

graz ha detto...

Sì il dolore deve essere espresso ed è quello che ho sempre cercato di dire ai miei figli. Solo loro però possono trovare il come ed il quando. E sono anche d'accordo con Mr. G. quando parla di accogliere il proprio dolore piuttosto che respingerlo ma credo che sia comunque una strada personale. Io non so come aiutarli in questa fase se non essendoci e mentre con mia figlia ciò è possibile per come è fatta lei e per il fatto che viviamo ancora insieme, con mio figlio è tutto un altro par di maniche. Sarà il suo percorso o magari lo è già anche stato, non so. A me quello che mi ha atterrito nel vedere la sofferenza di mia figlia l'altra sera, è rendermi conto di quanto al tempo io non sia riuscita a capire cosa davvero loro avessero dentro. Che è banale dirlo così a sangue freddo mentre scrivi scemenze al computer, un pò meno quando hai tua figlia che piange e singhiozza davanti a te.

Vabbè, diventiamo tutti grandi, restiamo figli ma non troviamo più nei padri e nelle madri la chiave per risolvere i nostri problemi.

Immagino che loro non facciano eccezione, no?

silvia ha detto...

è così. non fanno eccezione. ma per fortuna tu ci sei. e sapranno farsi abbracciare. anche se non sanno di volerlo.