Obiettivo Trop Model

aprile 27, 2009

NON CI POSSO CREDERE!!

No, davvero, non ci posso credere!!!

Addì, 27 aprile 2009 alle ore 20.30 Histats mi sta dicendo che questo mio blogguzzo ombelicocentrico ha ricevuto 1000 visite!!!

Qua non ci si crede e ci si preoccupa persino un pò ... Mi spiego? si va, meglio se mi spiego ....

Allora ..

premesso che so benissimo che questi counter funzionano che se entro io 1000 volte poi quello mi dice che ho ricevuto 1000 visite (o giù di lì)

e

premesso che il contraddittorio, dibattito o quel che l'è che nasce attraverso questo medium mi conforta l'animo grandemente (come ho già scritto quelle n volte, stante che sono tanticchia rimbambita)

l'idea che n persone siano venute qua a sentir che ci avevo da dire per x numero di volte totalizzando questa bella cifra tonda ... beh ... mi emoziona!! e sicuramente non pensavo sarebbe davvero successo. Anche se me lo auguravo, talèèèèèè!!!

E me lo auguravo perchè io non sono mai stata capace di fare le cose fine a se stesse. Ovvero quando ancora pretendevo di fare del software non riuscivo ad imparare un nuovo strumento 'facendo finta' di fare questo o quello. O che ci avevo qualcosa da fare con quella applicazione o che mi pareva di pettinar le bambole.

Quindi se io scrivo è perchè immagino che qualcuno legga, pensi e *spero* commenti. Scrivere perchè magari mi pubblicano e un giorno qualcuno leggerà? no grazie, non sono capace. Scrivere il diario nel chiuso della mia cameretta? No grazie, che lo faccio affà?

Però ... però ... però ... io ho aperto questo blogguzzo perchè volevo uno spazio in cui tirar fuori tutto quel che mi pesa sull'animo senza dover misurare le parole. Discostandomi, qualora lo volessi, dal ruolo che volente o nolente mi trovo sulle spalle e che per molti aspetti non posso che portare avanti. Qualora lo volessi, che non significa che io lo voglia o che il mio ruolo non mi stia bene ma piuttosto che ho imparato (a forza dei calci nel sedere che la sorte mi ha gentilmente e generosamente offerto) che 'non si butta il bambino assieme all'acqua sporca', ovvero che una vita può funzionare anche se non ti dà tutto quel che vorresti ma ti dà molto di quello che vuoi.

Però qualche volta mi sento sola, mi mancano le cose che vorrei, non apprezzo sufficientemente molte delle cose che voglio e che ho, insomma .. ogni tanto vado 'a bagno' e voglio poterlo raccontare a qualcuno sperando che questo qualcuno mi dia una pacca sulla spalla oppure mi dica 'ma a questo ci hai pensato?' oppure ancora che mi dia un calcio nel sedere e mi dica di farmi furba.

Qualche altra volta invece sono alle stelle e voglio gridarlo dalla finestra, siccome se lo faccio mi prendono per pazza, allora io lo faccio qui. E spero che qualcuno raccolga il messaggio e si metta a ridere con me.

Ora, per poter fare tutto questo io debbo pensare che nessuno di chi mi legge e commenta sa chi io sono veramente, nè chi è il batavo, il bartender, la princi, e via elencando. Per contro non mi piace nemmeno esprimermi come la cabala e quando casco sui quei blog che lo fanno questa è già una buona ragione per non leggere oltre.

Ma se le visite aumentano che chances ho io di mantenere questo mio anonimato di risulta? Come posso essere libera di scrivere le emozioni più delicate e contraddittorie del mio animo se poi penso che la mia vicina di banco possa essere tra i lettori silenziosi di ciò che scrivo? Tanto per dire ieri ho cancellato un posto perchè mi sono accorta che c'è stato un periodo in cui parecchie visite arrivavano qui da specifiche ricerche su google (vabbè, potevo pure pensarci prima).

Insomma, al solito, sono confusa ... (ma dai, venite comunque al blogguzzo ...)

aNobii

Sto cercando di venirne a capo, mi intriga ma non sono sicurissima di capirne il senso. Anche perchè per il momento non sono riuscita a capire come connettermi con altre persone e condividerne i gusti/commenti di lettura.

Qualcuno sa dirmi come reperire persone conosciute? Ho provato con il tab di Amici e poi la funzione di cerca ma i nome-cognome inseriti mi sono tornati indietro come sconosciuti anche se ero ragionevolmente certa che si siano registrati. Per contro vedo elenchi di ultimi utenti registrati dei quali non mi frega granchè conoscere i gusti di lettura.

Sbaglio approccio?

aprile 26, 2009

Mo' basta (due) ...

Dicevamo di due mo' basta, uno un pò meno elevato ...

Da ieri sera il mio personale mo' basta è questo ...




e mo' voglio vedere chi mi ferma

Mo' basta ...

Due mo' basta, uno elevato ed altro meno ....

Ieri sera, 25 aprile, ad un concerto dei Manacuma, la cantante, Anna, ha voluto condividere con tutti i presenti questo brano di Erri De Luca tratto da "Il giorno prima della felicità". Io non ci avevo pensato di scriverlo qui per mia personale memoria ma visto che lei mi ci ha fatto pensare ora lo faccio

"... Cominciavano i pensieri di una testa sola. Le persone quando diventano popolo fanno impressione. Così arriva una mattina, una domenica di fine settembre, finalmente piove e sento in bocca a tutti la stessa parola, sputata dallo stesso pensiero: mo' basta. Era un vento, non veniva dal mare ma da dentro la città: mo' basta, mo' basta. Se mi chiudevo le orecchie, lo sentivo più forte. La città cacciava la testa fuori dal sacco. Mo' basta, mo' basta

Questa era Napoli alla vigilia della liberazione, ora mi domando quando e se si potrà riscrivere questo pezzo sostituendo a la città la parola la nazione

aprile 24, 2009

Ti ricordi i compiti a scuola ...?

Un post di Extramamma ha suscitato un minimo di dibattito da lei. Il tema era quello della mole eccessiva di compiti che sembra vengano oggi assegnati a scuola ed il fatto che altrettanto spesso i genitori aiutano i figli svolgendoli al posto loro.


Io ho chiesto la ragione per questo approccio, assolutamente non per essere polemica - non ne avrei ragione visto che frequentemente ne condivido le opinioni - ma proprio per capire. In effetti molte mamme di mia conoscenza hanno 'sta croce dei compiti da fare assieme ai propri figli, non ultima mia sorella che, non fosse che i programmi scolastici sempre quelli sono, sarebbe ormai laureata.


Io invece mai. Intendo dire che non ho mai fatto nulla al posto ma nemmeno con i miei figli.


La ragione principale era che lavoravo fuori casa un casino di ore al giorno ed avevo come time limit ineluttabile delle giornate le nove e mezza: nove a letto lavati, puliti ed impigiamati, lettura per mezz'ora, nove e mezza sotto coperta e si dorme; vabbè qualche volta (frequente) la lettura ci pigliava la mano ed andavamo un pò oltre ma assolutamente mai oltre le dieci e sicuramente non per i compiti.


Il messaggio nei confronti dei ragazzi era che io sarei sempre stata disponibile per aiutare a capire qualcosa, cercando magari di cavarci qualcosa insieme ove io non ne sapessi niente (frequente occorrenza soprattutto più avanti) e poi disponibilità assoluta per interrogare e ripassare. Tendevo anche a non correggere nulla di ciò che facevano, pensando sarebbe stato meglio lasciarlo fare alla maestra/profe.


Anche ai colloqui con i professori sono sempre andata poco con l'accordo che mi sarei presentata qualora ce ne fosse stata l'esigenza: un problema/disagio/necessità di verifica da parte dei ragazzi (ed è successo più di una volta) tanto quanto analoghe situazioni da parte degli insegnanti. L'idea di fondo era che, in assenza di problemi, come andavano a scuola me lo dicevano i loro voti e non c'era bisogno di andare a fare la via crucis dai vari professori per farmi dire le stesse cose che già sapevo. Il presupposto dietro a questa impostazione era che la scuola è il loro primo spazio di autonomia e debbono imparare a gestirselo. E' uno spazio relativamente autonomo nel quale possono entrare alla bisogna i genitori ma la bisogna non dev'essere decisa e gestita da papà e mammà bensì da figli-studenti e relativi profe. Il tutto ovviamente cum grano salis che accà nisciuno è fesso e questo approccio non deve giustificare il fancazzismo o non deve generare l'idea che mammà se ne frega.


Debbo dire che quest'ultima parte ha sempre suscitato ampie rimostranze da parte dei professori ma su questo dovrei scrivere un inciso che sarebbe un post a parte ...


Insomma tornando a noi, il messaggio era "io ci sono ma tu sei in prima linea, batti un colpo quando ti servo".


Ha funzionato????? Ehm .... insomma.
Ne sono ancora convinta???? Assolutamente si.
Lo rifarei ??? Assolutamente si, magari con qualche correzione.


Caso 1: figlio ribelle, genialoide e trasgressivo da sempre. Elementari: vento in poppa, mai perso un minuto a studiare, risultati scolastici eccellenti. Medie: risultati tra il distinto e l'ottimo, zero tempo a studiare. Liceo: la tragedia, zero tempo a studiare. Cos'è successo? Probabilmente non ha mai imparato metodo ed applicazione nelle scuole precedenti. Avrei dovuto insegnarglielo io? Forse, non so. Lasciato troppo solo? Immagino di sì, io tornavo a casa mai prima delle sette, spesso più tardi. Cosa correggerei tornassi indietro oggi? Parecchie cose, sarei più autoritaria tanto per iniziare, non lascerei passare il fumo (che al tempo non era proprio tollerato ma neanche perseguito attivamente) e gli imporrei di fare dello sport, piaccia o no. Oggi credo serva ad organizzare la propria giornata attorno ad un impegno fisso, ad avere degli obiettivi, idealmente delle passioni. Tutte cose che il nostro non ha avuto. Poi non sarebbe male essere stata più presente ma, che lo dico affare? la pagnotta a casa qualcuno la doveva portare e quel qualcuno ero io. Punto. Discussione chiusa. Oggi fa il barman, vive da solo, ne ha combinate e ne combina più di bertoldo in francia ed io non mi preoccupo solo perchè ho deciso di non preoccuparmi che diversamente il nostro di materiale per me ne darebbe in abbondanza ....


Caso 2: figlia meno brillante ma più diligente e determinata. Elementari, medie e liceo con risultati non brillantissimi ma sempre più che accettabili, studio non eccessivo ma comunque corretto, dalla quinta elementare in poi acrobazie notevoli per conciliare scuola e danza (in tutte le varianti possibili). Richieste di aiuto modeste, qualche richiesta di intervento nei rapporti con la scuola o con qualche docente in particolare, parecchie richieste per interrogazioni, ripassi, etc. Abitudine che dura ancora oggi (l'ultima? dieci giorni fa, Storia del Design, 'abbiamo' preso 29). Oggi studia, in ritardo di un anno sulla laurea breve. La giustificazione ufficiale è che il numero di studenti che si laurea entro il terzo anno nella sua facoltà è minimo, tanto da giustificare perplessità ed interrogativi anche nella direzione di facoltà/corso di laurea. Io penso però che lei abbia ecceduto in puntiglio nei primi due anni, 'perdendo' così una mole di tempo, che non sia stata in grado di destreggiarsi con un minimo di furbizia, dando pesi e misure differenti per slalomare tra i numerosi esami.

Ergo resto convinta della necessità che la scuola rappresenti una palestra di vita, la prima distaccata dalla famiglia ma senza per questo implicare abbandono. Con due risultati così diversi però, fatto salvo l'ovvia differenza di carattere, mi chiedo quale potrebbe essere l'elemento di mediazione con una situazione di supporto genitoriale tale da sostituirsi addirittura nello svolgimento dei compiti.

Come faranno i ragazzi ad imparare che una regola la si rispetta prima e la si combatte poi ma non la si aggira con furbizia? Oppure ad imparare che si possono anche prendere posizioni che ci rendono impopolari nel gruppo?

Chiaramente gli effetti dell'ansia da prestazione della figlia sono quelli che sembrano aver giustificato la decisione di Extramamma ed io la capisco molto bene.

Rita, il vecchio ed il 25 aprile

Ho scoperto molto di recente il blog di Angela, non la conosco, non ho letto (ancora) molto di suo.

Mi sento comunque di puntare il suo post in cui ragiona su "Due modi di invecchiare e di vivere ovvero due modelli da osservare" (cit.) ovvero sui cento anni della Montalcini, sugli "-anta" del vecchio che vorrebbe essere imperatore e sull'onorare il 25 aprile.

Vorrei averlo scritto io, non l'ho fatto perchè non sono così brava, non ho la capacità di distillare i miei confusi pensieri in un'analisi così logica e (per me) così condivisibile.

Se ne avete voglia, la strada è di qua: Angela esiste?: Rita e il vecchio

aprile 23, 2009

E bionda e con gli occhi azzurri no???????

DP è il mio medico di base, da me soprannominato il mio medico incurante per una certa nonchalance con cui reagisce qualsiasi malessere io gli vada a raccontare. E notare che se faccio una media delle volte che mi ha vista nel suo studio, non credo di raggiungere la volta/anno. C'è pure da dire che io non ho mai niente di serio (e con questo non vorrei essermi tirata chissà che sulla testa).


A questo punto però la fottutissima menopausa qualche rogna me la sta dando e quella che patisco di più è la sensazione di calore, non tanto le vampate quando proprio la continua sensazione di caldo che provo e che mi porta a girare seminuda in qualsiasi circostanza. Tanto per un esempio, a gennaio, durante una gita nel posto di questa foto io indossavo una maglietta di cotone senza maniche. Figurarsi cosa accade quando la temperatura sale un pelo!!

Sapevo che DP si occupa anche di medicina cinese e agopuntura e quando gli ho parlato dei miei problemi lui mi ha detto che l'agopuntura è molto efficace proprio a riguardo delle vampate e della sensazione di calore tipiche della menopausa. La stessa cosa mi è stata confermata dalla mia ginecologa di fiducia.

Ho iniziato quindi una serie di incontri: nel primo DP ha proceduto con la visita/anamnesi secondo i dettami della medicina cinese, ovvero esame della lingua, ascolto del polso e chiacchierata durante la quale mi ha chiesto di riferirgli qualsiasi particolare io ritenessi signficativo anche se non necessariamente legato ai miei sintomi. Tipo il fatto che in questo periodo soffro molto di crampi o che faccio sogni tormentati che però non ricordo praticamente mai.


Le sedute di buchi sono state tre: nella prima mi ha anche cacciato degli spilli nelle orecchie che ancora là stanno, pare che cadranno da soli ad un certo punto ma io comincio a pensare che staranno là per sempre ormai. Ovviamente si tratta di cosine piatte, infilate praticamente nei lobi e coperte da un cerottino: non so fino a che punto siano evidenti perchè non riesco a vedermeli. Per il resto DP cerca con le dita il punto in cui ritiene di dover infilare l'ago, lo infila e poi traffica per ottenere la reazione giusta che nei fatti è un doloretto dalle caratteristiche abbastanza specifiche. Gli aghi, in tutto una decina o poco più, me li piazza nelle gambe, nei piedi, nei polsi ed uno nella pancia.


Qualche volta pungendo pizzica la pelle o urta un nervetto, in entrambi i casi la sensazione è piuttosto sgradevole benchè di brevissima durata. Insomma, non è una faccenda piacevole e sa un pò di sado (lui) maso (me) perchè in effetti stare lì distesa sapendo che mò arriva questo a trattarti come un puntaspilli ogni tanto mi sembra un pò grottesco.


Detto questo però

funziona!!!
nel senso che le vampate se ne sono andate quasi del tutto ed anche la costante sensazione di calore è di molto diminuita tornando ad essere una cosa normale. La notte riposo nuovamente bene senza bisogno di scoprirmi ogni due per tre ed il mio adorato piumone, sotto il quale adoro rintanarmi fino a quando fa davvero troppo caldo per continuare ad usarlo, è tornato ad essere una piacevole nuvola di gradevolissimo calore. Inoltre anche l'umore ballerino sembra essere sotto controllo,
Ma non basta!
Perchè nel corso dell'ultima seduta, due giorni fa, il nostro ha predetto, da ciò che sentiva, che sarebbero pure potute tornare le mestruazioni ed in effetti debbo dire che sono arrivata a studio con i sintomi di una leggera sindrome premestruale. Bene, oggi mi è tornato il ciclo - e su questo debbo dire che DP potrei forse accusarlo di eccesso di zelo perchè se c'è una roba della menopausa che non mi dà fastidio è proprio l'assenza di ciclo!!

Le sedute necessarie non dovrebbero essere molte, inizialmente lui aveva parlato di 5 o 6 a distanza ravvicinata e poi una ogni tot (non ho ancora capito quant'è lungo 'sto tot). I costi sono gestibili perchè la prima seduta con diagnosi etc etc costa 70€ mentre le successive 40€.

Insomma, mi sentirei di consigliarlo a tutte.

aprile 20, 2009

La canina che cercava un nome ...















Aggiornamento: la mini canina necessiterà di cure pisicologgiche a breve. Qualcosa sull'identità probabilmente ..

Lei di suo si chiamerebbe Bea ma il batavo si sente offeso nella sua batavità perchè la Regina si chiama Beatrix (o come si scrive) e vuoi mai chiamare una canina come la sua regina???!! Non si fa!! no no no no ...

Per non stravolgere il suono si pensava a Tea o Lea (e di LEonA sembrerebbe avere la faccia tosta) ma qua si storcono nasi.

Allora, da ieri, si chiamerebbe Nina, ma ieri pomeriggio la nipotina di 5 anni ha passato tre ore a giocarci insieme ed avrà ripetuto il nome almeno un triliardo di volte. Da allora il batavo nicchia e non apprezza, dice che 'sto nome l'ha stufato.

Allora contrattacca con Binki. E c'è chi vomita.

Arriva il bartender a far conoscenza con la nuova sorella e ripercorre l'elenco delle sue morose proponendocene i nomi: Matilde, Cecilia, Alice ... ma ti pare??? dico io

Allora arrivo io e dico EMMA!!! Noooooo!!! (il bartender) Se mai farò una figlia si chiamerà Emma!

Insomma,
per il momento si chiama Ehi, tu!!!

Le ragioni per cui lo amo ...

Perchè è una brava persona,
perchè quando io parto in quarta lui frena così non ci sfrantechiamo contro qualsiasi muro che si presenta,
perchè è una persona positiva,
perchè è un gran lavoratore,
perchè è molto bravo nel suo lavoro,
perchè (a volte) mi fa ridere,
perchè è sentimentalmente affidabile,
perchè è un pasticcione,
perchè viene a camminare in montagna con me
perchè grazie a lui vivo senza (troppe) preoccupazioni

... ecco, debbo ripetermi tutte queste cose quando ...

arrivo dalla passeggiata con i cani, piove da tre giorni, siamo tutte e tre grondanti (provate voi a camminare con ombrello, cane grande che tira da una parte, cane piccolo che non cammina o tira da un'altra), io suono, lui tarda ad aprire, io penso 'bravo. sarà andato a prendere il panno per asciugare le bestie'.

Apre.

"hai preso il panno?"
"no, perchè?"

aprile 18, 2009

Mommyblogging canino

Che sia l'idea più pazza che mi/ci sia mai balzata per le cervelle è un fatto.

Qua da ieri sera se ne vedono di ogni. La cana grande ha gli occhi a palla e non se ne capacita. Soprattutto stamattina non ci credeva che non era stato un sogno. "E' ancora qui? naaaa, non ce la posso fare". La cana piccola è come un'invasione di zanzare: è in cielo, in terra e in ogni luogo. Intenta a fare qualcosa di proibito. Alla cazziata alza la testa e dai suoi trentacentimetri ti guarda con l'espressione di una che pensa "Ah no? non posso? e perchè?".

Il momento del pasto è da delirio con la cana grande che rischia di strozzarsi per mangiare a tempo record, non si capisce bene se per cercare di mangiarsi pure il pasto dell'altra o se per proteggere il proprio.

La passeggiata è a rischio rottura del collo con la cana piccola che mi taglia continuamente la strada perchè deve mettere le zampe esattamente dove le mette quell'altra, annusare lo stesso punto, mangiare la stessa erba (possibilmente dal muso della grande). La cana grande prova ad accucciarsi per fare i suoi bisogni e quell'altra le caccia il muso sotto per vedere che diavolo succede, alla grande le si chiudono gli sfinteri immediatamente e la ricerca del punto giusto in cui depositare i suoi doni riparte da capo. Diventerà stitica, porabestia!! (tutto ciò è un pò pulp, me ne rendo conto)

Ma è uno spasso.

Ieri sera io seduta a terra con la piccola in grembo e la grande accucciata vicino, cosa eccezionale perchè lei è una che le smancerie non le piacciono tanto e va bene le coccole però due minuti che poi mi dai fastidio. La piccola si è addormentata ed io avevo le formiche ai piedi per non muovermi e disturbarla.

Adesso sono tutte e due sdraiate qua vicino, la piccola si è praticamente ingarbugliata nel tappeto ed è crollata addormentata. La grande, abituata a dormire dopo il pasto del mattino e la passeggiata, immagino non capisca ancora bene che è successo e mi guarda con aria interrogativa ...

Ma quanto sono belle?????

aprile 17, 2009

ed ecco a voi ....

Bea .. o Lea ... o Tea ... o non sappiamo bene cosa ancora ma ....

ma è bellissima e da oggi fa coppia con la regina di casa che è



aprile 12, 2009

Di disagio, manicomi e tarantole

Da Marilde si parlava di "...tener rinchiusa in manicomio una donna scomoda per il resto della vita nonostante il parere contrario di medici che sostenevano che poteva tornare a casa..." (cit.)

A me è venuta in mente una cosa ed ho scritto un commento che è finito nel luogo in cui finiscono i commenti per non tornar mai più. Ho quindi deciso di scriverlo qua.

Dicevo che mi è venuto in mente questo corso di pizzica pizzica che ho fatto con Cinzia Villani


che è una studiosa di tradizioni salentine legate al ballo ed al canto. Sì perchè io son tre anni che insisto a seguire un corso di danze popolari del sud italia e per diverse ragioni non sono ancora riuscita ad arrivare alla fine ... forse è una cosa che mi piace talmente tanto che faccio il possibile perchè non finisca, non saprei. Tacerò con pudore sul fatto che il mio ballare la pizzica ricorda più un'orso marsicano che passeggiasse sui carboni ardenti ....

Insomma durante questo stage con Cinzia abbiamo ballato ma anche chiacchierato, chiesto e raccontato. E si è parlato anche di tarantismo e del ruolo sociale importantissimo che questa forma rituale veniva ad assumere nelle comunità rurali.

Per chi non ne avesse mai letto il tarantismo e la pizzica non sono la stessa cosa benchè siano ovviamente collegati. La pizzica pizzica è il ballo popolare, di coppia anche se non necessariamente uomo-donna, ballato al suono del tamburello e della chitarra battente nonchè altri strumenti quali l'organetto, il violino, la lira e quant'altro. Fa parte della grande famiglia delle tarantelle ed era originariamente diffuso non solo nel salento ma anche nel tarantino, nel barese, nel materano e fino all'area ionica della basilicata. Come molte altre tradizioni del nostro meridione contadino era simbolo di campagna, di povertà e financo di arretratezza e negli anni del boom economico le genti se lo sono volentieri lasciato alle spalle. A tal punto che quando, intorno agli anni '80 alcuni studiosi di tradizioni popolari hanno cercato di ricostruirne la storia ed i modi pare abbiano faticato parecchio perchè gli unici a serbare memoria erano gli anziani e spesso era molto difficile riuscire ad ottenere la loro collaborazione.

Al punto che i puristi del genere - tra cui Cinzia - si trovano a ballare versioni ricostruite dalle testimonianze del vecchi e quindi decisamente poco dinamiche.

Altro fatto è lo sfruttamento che il marketing turistico saletino ne ha saputo fare negli ultimi anni
arrivando a trasformare la pizzica in fenomeno di moda e financo mediatico, se dobbiamo stare a vedere il successo di manifestazioni quali la notte della taranta (e mi dicono che le notti bianche di ballo in salento d'estate si sprecano). Il ballo della pizzica in quelle occasioni è piuttosto difforme dalla ricostruita tradizione dando non pochi grattacapi a puristi di cui sopra (che ne dicono ovviamente peste e corna)

Insomma, resta il fatto che la pizzica era IL ballo per le comunità rurali della zona così come LA musica erano il suono del tamburello e della chitarra, a volte anche solo del tamburello. Dall'unione di queste due cose, nasce il fenomeno del tarantismo che consiste in "... una malattia provocata dal morso della tarantola (Lycosa tarentula), che si manifestava soprattutto nei mesi estivi (periodo della mietitura) e che provocava uno stato di malessere generale - dolori addominali, stato di catalessi, sudorazioni, palpitazioni ,,," (fonte www.ilsuonodelsalento.it).

La persona tarantata (che molto spesso era una donna) manifestava comportamenti anomali di depressione piuttosto che di agitazione e veniva curata, all'interno delle case private, attraverso una forma primitiva di musicoterapia: venivano convocati i musicisti che iniziavano a suonare, la tarantata cominciava a muoversi al suono della musica in un coinvolgimento sempre maggiore, fino ad un vero e proprio trance, e continuava a ballare fino allo sfinimento, fino a quando crollava in terra e riprendendosi mostrava di aver superato il suo problema. Questo poteva accadere in poche ore come in più giorni ed in questo caso i musicisti si davano il cambio senza interrompere mai il rito. I movimenti che la tarantata faceva erano al ritmo della musica, la musica era suonata dagli stessi strumenti che venivano suonati alle feste e fatalmente ne riproduceva gli stessi ritmi e nello stesso modo i movimenti del rito terapeutico nascevano da quelli della danza popolare anche se da questi si distaccavano nell'insorgere del trance. Da qui l'equivalenza, errata, tra pizzica pizzica e tarantismo.

Era un rito prettamente pagano che si è poi incrociato in una fase successiva con il culto di S. Paolo di Galatina, dove la tarantata graziata veniva portata a rendere grazie.

Chiaramente il morso della tarantola, molto doloroso e passibile di creare convulsioni, era nella grande maggioranza dei casi solo il pretesto per canalizzare ben altre sofferenze: traumi, sofferenze e conflitti familiari, amori contrastati, difficili condizioni socio-economiche ... insomma la pletora di mal di vivere che una comunità poverissima poteva sviluppare. Una comunità che non aveva niente se non il fatto di essere comunità, nel bene e nel male. Normando rigidamente il codice di comportamento di ognuno ma offrendo anche rifugio e soluzione al disagio che questa rigida norma spesso produceva.

Insomma, io l'ho trovata una faccenda interessante ....

aprile 10, 2009

Litigare con la madre ...

... ehm ... la PASTA madre!!!

Mi hanno regalato (grazie!!!) il mio nuovo giocattolo, mò vediamo se riesco ad allevarlo o se lo faccio secco prima di niente. Già oggi pensavo di essere riuscita nell'opera di sterminio perchè in tutta la settimana non ho trovato il tempo per rinfrescare la mappazza.

L'ho fatto stasera e - incredibile - il miracolo è avvenuto e la mappazza si è moltiplicata. Allora ne ho preso 250gr ed ho iniziato il No Knead Bread utilizzando questa ricetta. Me n'è rimasta una quantità industriale e due parti le ho cacciate in due diversi contenitori in frigo (perchè due? per sicurezza diciamo và) e la restante parte l'ho buttata che francamente ne avevo proprio troppo.

E qui si pone il primo problema: ho fatto lo yogurt domestico per un lungo periodo ed il mio problema era che i fermenti continuavano a riprodursi e di tanto in tanto ne dovevo buttare via un tot e mi sembrava di ammazzare delle creature. Un patema, signora mia!! che ho tarellato tutti i conoscenti per farmi adottare i miei animaletti!!! Mò non vorrei ricominciar 'sto film con la pasta madre ....

Il secondo problema è che non ho capito (che comincio a pensare di essere deficiente). Allora, una ha sto blob nel frigo. Se non lo usa lo deve comunque rinfrescare ogni 6 /max 8 gg. E se lo usa? Ad esempio io oggi ho rinfrescato il blob. Tra un par di giorni volessi fare il pane ... prendo un pezzo del blob e lo uso come lievito, rinfresco il resto e vado avanti così oppure rinfresco tutto il blob e quando è raddoppiato una parte la uso ed una la rimetto nel frigo? Chiunque volesse illuminarmi sarebbe bene accolto/a.

Poi ho un altro dubbio. Pensavo che la mia pasta madre fosse defunta e invece ho fatto il rinfresco (stesso peso di farina - 50% acqua), schiaffato nella terrina, avvolto nello scialle (pezzo di memoria storica, regalo di UN moroso qualche trentanni fa) e lasciato lì per tre ore. Risultato: un blob gigantesco. Ergo, non solo di morti non ce n'erano ma anzi una madre bella arzilla, no? Il che mi fa pensare che i lieviti qua in casa potremmo - volendo - chiamarli per nome ed iscriverli a scuola. Ora, io ho letto da qualche parte storie tremende su quanto perniciosi siano questi lieviti a piede libero ed ho pure un cane con un problema cronico di malassezie che ancora lieviti sono (mi dicono) (mi si perdoni l'accoppiata profana pane/cane). Debbo preoccuparmi?? Debbo far qualcosa?

E, per la cronaca, l'impasto del No-Knead Bread è già cresciuto e, considerando che deve star lì a lievitare per 18-24 ore temo che domani a quest'ora sarà l'impasto a portar fuori il cane ....

Piccola platea, se ancora esisti, suggerimenti accettasi :-))

Aggiornamento: come prevedevasi, dopo 10 ore di lievitazione (non 18!!) il mio no knead bread si è moltiplicato a dismisura e sta debordando dalla ciotola. Adesso vedo se va lui a portar giù il cane .. .. (e mò? che faccio?)

aprile 08, 2009

Giornalismo?

Ecco, altro che i tiggi, le porteaporte e compagnia bella

http://miskappa.blogspot.com/2009/04/laquila-non-ce-piu.html

Mi permetto di citarla

"...La situazione è tragica. Inenarrabile. Io e la mia famiglia abbiamo perso tutto: case, lavoro, vita passata, radici. TUTTO. ..."

" ...L'Aquila non è. Fu. E noi tutti con lei. Si entra in città e non si hanno più punti di riferimento. Mio marito è entrato stamani. E' tornato al campo sfollati. Non connetteva. Non sapeva più neanche il suo nome. Sono lucida. Le cose che vi dico sono verità. ..."

e allora mi dico, anzichè mandare sms o affidare danaro ad organizzazione che poi non si sa bene che ne faranno, non si potrebbe adottare una famiglia? E' davvero un'idea così stupida o impraticabile?

Dovrei fare qualcosa ....

Condivido talmente il post di Lameduck a commento dell'ennesima boutade del piccolo imperatore, che non sto a scriverne io. A me resta inspiegabile come ci siano persone che gli pendono dalle labbra o che gli credono o che non vomitano quando parla. Boh.

Poi il post precedente mette il dito sulla piaga, sulla mia quantomeno.

Io leggo i resoconti, guardo qualche fotografia che non fa che confermare quanto mi immagino. Non ci vuole un genio per pensare che da quelle parti sia un inferno anche senza che i vari tg chiedano alla vecchietta come si sente dopo che la casa le è crollata sul marito. E mi sento grandemente a disagio perchè non c'è ragione una per cui là ci sia tutto quanto ho immaginato ed io sia qua a fare le solite cose o magari shopping in centro. E mi dico 'dovrei fare qualcosa'.

Dovrei fare qualcosa? (Perchè? per sentirmi meno in colpa forse?)

E cosa??

Allora telefono al cognato che collabora con la Croce Rossa e mi dice che non vogliono gente che c'è già troppo casino in giro e manca anche di dover organizzare i volontari oltre che gli sfollati. Che non vogliono cose raccolte che la gente in queste occasioni coglie l'attimo per svuotare cantine e solai e ci manca anche di dover perdere tempo a separare l'utile dalla schifezza.

Mi dice che loro hanno personale a sufficienza, ben organizzato ed efficace e che sanno benissimo ciò che serve ma perchè possano procurarselo la cosa migliore è mandare del denaro.

E già. Che strano. (a pensar male si fa peccato ...etc etc etc ... diceva quel maitre a penser di Andreotti, no?)

Il denaro si fa presto a donarlo e si fa presto a spenderlo. Magari pure a dirottarlo ...

E allora leggo Lameduck e mi dico eggià ...

Allora facciamo una cosa, Berlu rinuncia al ponte sullo stretto o a qualche altra minchiata di analoga portata, il pastore tedesco mette sul piatto l'equivalente ed a quel punto arrivo io e caccio la mia particina che sarà senz'altro più piccola ma a questo punto sarà data volentieri.

Probabilmente sono una stronza .... ma non riesco a mettermi in coda per versare le mie 50Euro mi sento ipocrita e falsamente buona. Come quando allunghi 20 centesimi al pezzente di turno.

aprile 07, 2009

Che dire??

E' una tragedia talmente grande che non si può non citare ma non esistono parole sensate per parlarne.

Non c'è merito nel vivere in un posto piuttosto che in un altro. Lo penso quando vedo le cose orribili che accadono al momento.

E' un pensiero che mi fa sentire molto a disagio

aprile 06, 2009

Rimorsi o rimpianti??????????

Una voce calda e gioiosa salta fuori dal mio passato e mi scaraventa contro un muro
per un attimo
è come se non fossi qui ed ora ma un altra me un altro luogo un altro tempo,
poi
torno indietro ma non so francamente le parole
solo le emozioni.
E poi son chiacchiere come se trent'anni fossero un giorno.
E sorrisi, tutto il pomeriggio (una paresi facciale forse?)
Difficile tenere a bada la fantasia.
Già so a cosa vado incontro se decido di andare avanti.

Siamo o non siamo una terrazza olandese??

Ecco a voi le prove







Cronache mondane

Siccome una di tirarsi l'anima dopo un pò si stufa ...

Sabato sera amici a cena. Quanto mi piace cucinare!! E' un culo stratosferico ma che figo. In genere io inizio con un bel net surfing a caccia di ricette, poi spesa al mercato e via di cucina!!

Questo il risultato

Applebread del cavoletto (che suggerisco a chiunque, è fantastico) con salame del mio macellaio (strabuono)
Polpettine di carne mista di Calycathus con chupito di gazpacho del cavoletto
Fettuccine agli asparagi e parmigiano al profumo di cannella
Brodetto di nocciolino con scarola 'mbuttenata
Budini di cioccolato al profumo di arancia con marmellatina di arancia home made.

Grosso successo di pubblico e di critica.

Correggerei il menu sul secondo che nell'insieme era un pò troppo invasivo, sarebbe andata meglio una cosa più discreta. Ma son finezze.

Gli amici due coppie con donne al di sopra della media e uomini da sufficienza. Brave persone nell'insieme, che di questi tempi è già tanto.

La princi, in rotta con il moroso per l'ennesima volta (se me lo trovo davanti quando guido giuro che lo metto sotto), è stata superlativa: mi ha aiutato tantissimo, non c'è stato bisogno di dirle niente, sintonia assoluta, allegra e comunicativa a tavola, santoperiddio se di tutte le turbolenze una cosa così resta allora ne è comunque valsa la pena.

Il batavo inchiodato a tavola parlava parlava parlava parlava parlava ......

La nostra cana disciplinatissima non ha cercato di impietosire nessuno, è stata a cuccia tutto il tempo, si è avvicinata al tavolo solo alla fine.

Avete presente il Mulino Bianco?? Ecco ... praticamente uguale.

Aspetto sfighe tremende questa settimana :-)))

aprile 02, 2009

La realtà, quando supera la fantasia ...

Fecondazione, Fini plaude alla Consulta"La sentenza rende giustizia alle donne"

ROMA - "La sentenza della Consulta che dichiara illegittime alcune norme della legge 40 sulla fecondazione assistita, rende giustizia alle donne italiane, specie in relazione alla legislazione di tanti Paesi europei". E' quanto si legge in una nota del presidente della Camera, Gianfranco Fini. "Fermo restando che occorrerà leggere le motivazioni della Corte - aggiunge Fini - mi sembra fin d'ora evidente che quando una legge si basa su dogmi di tipo etico-religioso, è sempre suscettibile di censure di costituzionalità, in ragione della laicità delle nostre Istituzioni".
(2 aprile 2009)

Fonte: sito www.repubblica.it

NON HO PAROLE, SOLO PIU' SOPRACCIGLIA INARCATE

La scrittura e la sorority

Stavo scrivendo un commento fiume al post precedente ed ho pensato che era meglio farlo qua.

Credo che siamo donne che cercano la propria strada e non si accontentano di risposte precotte e credo che ci 'facciamo' i blog perchè il confronto attraverso la scrittura è uno strumento potentissimo.

Parlo per me, chiaramente, ma solo per me?

Per me la scrittura ha innanzitutto una valenza catartica. Tutto il processo dello scrivere, rileggere, riscrivere, immaginare cosa potranno comprendere persone con cui voglio comunicare ma delle quali non conosco altro se non quella finestra sui loro pensieri che loro stesse hanno deciso di aprire, correggere ancora, sintetizzare ... insomma tutto ciò che mi porta a pubblicare serve quantomeno a razionalizzare il magma che ho in testa. A mettere le tessere al loro posto.

E poi i vostri commenti che mi aiutano a comprendere innanzitutto se mi sono fatta capire, se ciò che ho dentro è uscito ed arrivato da qualche parte; che mi aiutano a definire se sono io che sono partita per la tangente (e pertanto è meglio che raddrizzi il tiro) o se è un problema condiviso; e che mi arricchiscono di punti di vista altri da me su cui meditare. Prezioso materiale di costruzione per erigere o rafforzare la casa del mio pensiero.

Tutto questo da 'piccola' ;-) io l'ho trovato nel femminismo e nei gruppi di autocoscienza (l'ho già detto, mi ripeto) e quando tutto ciò è terminato io mi sono sentita piuttosto sola. Sola non perchè non avessi amiche, sia chiaro, ma perchè dalla dimensione di analisi di gruppo si era tornate alla dimensione ciappetto con l'amica/e e questo toglieva profondità al contenuto dei nostri discorsi. Se prima dal personale si poteva arrivare al generale o anche al sociale, dopo dal personale si partiva ed al personale si restava.

E' questo che ho cercato di dire in risposta al bellissimo post di Piattini Cinesi sul fenomeno del mommyblogging. Perchè mi sembra chiaro che la dimensione della maternità sia uno dei momenti (se non IL momento) più coinvolgenti della vita di una donna e se questo si incrocia con un momento storico, culturale e tecnologico che vede il diffondersi una forma di comunicazione così reticolare e pervasiva, mi pare altrettanto logico che la generazione delle giovani donne tecnologiche sia anche quella delle giovani madri. E che questo faccia bingo! facendo emergere questa nuova modalità di comunicazione come incentrata sulla maternità.

Io spero però che questo non sia tutto e che diventi - come di fatto mi sembra che già sia, sebbene in modo meno eclatante - un esseredonnablogging a tutto tondo dove istanze legate alla maternità viaggino di pari passo con le istanze successive, ad esempio il mio grido di aiuto su questa fase della vita che sto attraversando e che tanto mi destabilizza.

Io non so se davvero non sono ammirata o se sono così tanto persa nelle mie paranoie da non accorgermene. So che non mi basta l'ammirazione del mio uomo perchè quella mi definisce nella sua testa e nel nostro rapporto ma entrambi non sono tutto per me. So che ho bisogno di definire nuovamente quale posto occupo nel sistema sociale a cui appartengo. Non per desiderio di omologazione ma per necessità di un punto fermo da cui partire per capire davvero chi sono e chi sto diventando.

So che ho bisogno di fare i conti con la vecchiaia e la paura e l'orrore che questa mi suscita. So che ho scoperto solo attraverso la scrittura, i commenti e le mie riflessioni a valle dei, che la vecchiaia mi fa orrore, che non è affatto vero che sono serena al riguardo perchè lo sono stata - serena - fintanto che il mio corpo mi ha concesso di pensare che la vecchiaia era qualcosa che riguardava gli altri, non me.

So che mi sembra d'essere il trait d'union tra la giovane donna e la vecchietta che vedo davanti a me e che preferirei di gran lunga riconoscermi addosso i tratti della giovane donna piuttosto che quelli della vecchietta. Ma sono proprio questi quelli che mi riconosco, più spesso di quanto non mi piaccia. E ciò mi terrorizza.

Non so ancora come uscirne e come trasformare in positiva una cosa che adesso vedo solo come negativa. Non so tante altre cose però, non le so di me stessa e nemmeno delle Moniche, Lerinni, Valeverde, Piattini, Lise, LGOs, Barbare, Emily che fino ad oggi hanno commentato e che spero commenteranno in futuro, così come di coloro che passeranno di qua o coloro che andrò a trovare a casa loro.

Spero che non sia solo una moda perchè era ciò che cercavo e adesso mi sembra di averlo trovato. Mi sembra che sarà più facile arrivare a sapere delle cose con il loro aiuto.

E sarà pure divertente, perchè la sorority non è mica solo tritamento di maroni, eh!!??!!!!