Obiettivo Trop Model

gennaio 29, 2009

Casalinghitudine

Un post di ieri di Monica mi ha fatto voglia di scrivere in materia sebbene abbia già commentato da lei. Mi ripeterò dunque, anche perchè ho già fatto qualche cenno in passato.

Dunque sono a casa. Dopo un autunno in cui ho lavorato a scartamento ridotto, oggi sono definitivamente a casa. E non me ne dispiaccio neanche un pò. Tanto per iniziare.

Diciamo che sono un pò inquieta, questo si. Il periodo non è esattamente dei migliori per sapere che un introito economico verrà meno, l'olandese ed io non siamo sposati e quindi qualche tutela mi manca, ho vissuto fino ad oggi consapevole e fiera della mia totale autonomia, sapendo che qualsiasi cosa accadesse io me la sarei potuta cavare in virtù delle mie forze ... insomma, non è che la casalinghitudine io la affronti a cuor leggero.

Ciò non di meno ne sono lieta e se la scuola mi avesse confermato l'incarico, non avrei ovviamente rinunciato ma non ne sarei stata lieta.

Ho sempre lavorato, fatta eccezione per le due maternity leave dei figli ed al tempo non mi sarebbe mai passato per la mente di scegliere di stare a casa, anche potendo. Il lavoro era un valore assoluto e l'autonomia economica pure, prima ancora del bisogno che era oggettivo e che avrebbe comunque sbarrato la strada a qualsiasi velleità. Nel '94 l'azienda per la quale lavoravo fece la prima campagna di incentivo alle dimissioni ed a me non passò manco per la testa. Poi, a livello razionale, la leva principale era sicuramente quella del non poterselo permettere ma dentro di me non avrei saputo che farmene di un'identità casalinga. Nel 2002, secondo giro di incentivo, la mia situazione personale era cambiata, il lavoro era diventato una fatica priva di stimoli, ho acchiappato la cassa e sono fuggita. Trasformando così un potenziale problema aziendale (e mò a questa che le facciamo fare) in un problema squisitamente personale (e mò che faccio?).

Per la prima volta mi sono dovuta confrontare con una me stessa non più legata ad un contesto professionale, che poi a ben guardare il lavoro è davvero la tua seconda casa, famiglia, etc (alle volte anche la prima, ma questo è un altro par di maniche).

Ho passato settimane a non sapere come passavo le giornate. Insomma, quelle passavano ma io non avrei saputo dire che avevo fatto nel frattempo. A peggiorar le cose - paradossalmente - il fatto di avere un aiuto domestico 5 gg/settimana per 3 h, giustificatissimo fintanto che lavoravo ma da casalinga assolutamente superfluo. Il fatto era però che questa persona aveva bisogno di questo lavoro ed io non volevo farle pagare la mia scelta irrazionale di prendere e scappare. Volevo capire cosa fare dei miei ossi prima di lasciarla, in tutto o in parte, a casa. Ho passato così quasi un anno, assaporando praticamente una licenza sabbatica e prendendo la casalinghitudine per il verso 'giusto' (se esiste). E quindi, passato lo straniamento delle primissime settimane, vai di palestra, letture ed attività ludiche varie. Sono persino dimagrita di ben 11 kg!!!

Poi alla fine del 2003 ho ripreso a lavorare (grazie alla solita raccomandazione, claro, sennò col cavolo!!). E di fare la casalinga non se n'è più riparlato sebbene il ritmo fosse ormai decisamente inferiore di quello passato (e per fortuna).

Oggi sono di nuovo a casa ma la musica è ben diversa. Ho ancora un aiuto domestico, per due vv/settimana, quindi condivido con qualcuno le cose più moleste ma non credo che questo sia determinante. Ancora oggi, come allora, non voglio farle pagare le mie decisioni e la lascerò a casa solo se e quando riterrò che il suo ruolo sia davvero ridondante o quando il piano di controllo dei costi domestici me lo imporrà.

Non ho bambini piccoli e questo è un altro tassello a mio vantaggio: non ho ritmi o tempi obbligati.

Forse la mia è quindi la crema della casalinghitudine, forse quindi non posso parlare in modo proprio. Non so. Sta di fatto che mi piace. Mi piace avere intorno uno spazio armonioso ed ordinato, di sicuro senza eccessi ma senza neanche il bordello che caratterizzava casa nostra un tempo. Mi piace sapere che gli armadi non vomitano panni quando apro le porte. Mi piace sapereche non ho depositi di polvere dove non metto gli occhi o che non allevo squadre di acari per ogni dove. E mi piace soprattutto per me stessa ed in subordine per i miei 'coinquilini' (al momento l'olandese e la princispessa). Quindi è innanzitutto una roba per me, questa del piacere della cura della tana.

Poi, mi piace prendermi cura dell'olandese, anche se lui la prende un pelino troppo sul serio e direi che si è trasformato in un principe arabo più che un calvinista nordico ... Ma mi piace l'idea, sbollita finchè vogliamo, che lui ed io siamo un tiro a due e ci occupiamo insieme di produrre il benessere della nostra famiglia, sebbene in modi differenti. Mi piace anche pensare di supportarlo dove lui fallisce, di fatto il nostro è geniale ma allo stesso tempo completamente svanito e se non avesse la sottoscritta che tiene fermo il timone si sarebbe già sfrantecato da qualche parte di sicuro (o avrebbe un'altra timoniera, savasandir). Insomma un pò di sano senso di potere da faccio tutto io ;-))) ???

Non chiedo nulla alla princispessa e probabilmente faccio male ma avrei dovuto farlo molto prima - tanto per iniziare - come prassi pedagogica ma di questo scriverò uno di questi giorni. Inoltre sento questa come la MIA casa, di MIA responsabilità. Un giorno lei avrà la SUA e non saranno fatti miei. Non credo proprio, infatti, che sarò mai la tipa che va a stirare a casa della figlia/o o la nonna che guarda i nipotini, se non in modo assolutamente estemporaneo.

Dulcis in fundo, mi piace avere tempo per trasformare incombenze ripetitive e noiose in qualcosa di stimolante e divertente. La cucina innanzitutto. Ieri ho fatto il suikerbrood olandese perchè andavo a trovare mia madrina e so che lei ed il marito sono golosissimi. Con le chiare avanzate ieri sera ho fatto le meringhe: assolutamente eco-insostenibili, btw, 2 ore e mezza di cottura!! Ne ho fatte sette o otto, mi sono costate una fortuna direi, e poi qua non c'è nessuno che se le mangia. Insomma, cucina a componente più ludica che altro, direi. Ho fatto anche le scorze d'arancia candite. E questo per parlar solo degli ultimi giorni. Insomma, la princi sostiene che se da piccola mi avessero regalato il dolce forno oggi non starei a giocare con il forno vero ....

Leggo in rete anche il blog di lisa che è una mamma a tempo pieno. Mi ricorda molto mia sorella, per la quale sono sempre stata a metà strada tra invidia e compatimento. Non credo che gli inverni asserragliata in casa, magari da sola, ad accudire due nani malati a turno siano estremamente motivanti per il mestiere di cura. Non tornerei indietro a quando i ragazzi erano piccoli, tanto per dire. Insomma, la mia è una dimensione ludica della casalinghitudine? Probabilmente si. Magari non fa testo ....

3 commenti:

Mammamsterdam ha detto...

E goditela santo cielo, che non mi pare che ti cada come la manna dal cielo, la tua dose di sbattimento l'hai già avuta in abbondanza, vogliamo solo citare Milano lo scorso anno?

(Io ADORO le meringhe in caso ti venga da rifarle ma non sai a chi farle mangiare).

Poi godersi la casalinghitudine in modo creativo è un segnale di maturità, e mi sa tanto che fra un po'ti casca tra capo e collo di nuovo qualcosa di bello che te ne tira fuori.

ZiaCris ha detto...

io ho fatto la scelta di smettere di lavorare quasi 6 anni fa, è dura perchè se viene a mancare uno stipendio in casa si sente, ma ti giuro che non sono per niente pentita, anzi rimpiango di non aver fatto quella scelta primae di averla fatta per un grosso problema

graz ha detto...

Ciao ZiaCris, che carino che hai commentato anche i post più vecchi (questo non me lo ricordavo più per esempio)