... è il paradosso che è diventato lo standard?
Oggi sono andata a prendere contatto con questa realtà di docenza che mi si è prospettata. Scuola professionale orafi e Agenzia Formativa. Quindi stiamo parlando di contesti che ormai conosco a menadito, tanto per iniziare. E poi si parla di fondi comuni. Ed una spera (che la speranza è l'ultima a morire) di trovare un minimo di serietà, una volta tanto. E si illude che la scuola orafi è una roba talmente specifica che per forza di cose un tot di sostanza in più ci dev'essere per forza.
Allora, arrivo lì in quanto docente di Gestione Aziendale, con un curriculum di 800h/anno di docenza nelle scuole professionali turistico ed alberghiero e non solo. Materie: Tecniche di vendita, Mktg, MarComm, Comunicazione, Organizzazione Aziendale, Informatica, Inglese. Che in quanto a materie spaiate tra di loro già mi sembra che non si scherzi affatto. Preciso di essere lì per la Gestione Aziendale. Sicura che non sia Marketing? Yesss, sicura. Ma se si trattasse di Marketing va bene uguale. Mercato del lavoro o Obbligo Formativo? La seconda che hai detto, cara. Bene, venga che le racconto il programma.
Cito testuale dall'introduzione della Unità Formativa che mi verrebbe affidata:
Asse Culturale Storico Sociale
... si fonda su tre ambiti di riferimento: epistemologico, didattico, formativo. Le competenze relative all'area storica riguardano, di fatto, la capacità di percepire gli eventi storici nella loro dimensione locale, nazionale, europea e mondiale e di collocarli secondo le coordinate spazio-temporale, cogliendo nel passato le radici del presente. Se sul piano epistemologico i confini tra la storia, le scienze sociali e l'economia sono distinguibili, più frequenti sono le connessioni utili alla comprensione della complessità dei fenomeni analizzati. Comprendere la continuità e la discontinuità, il cambiamento e la diversità in una dimensione diacronica attraverso il confronto fra epoche e in dimensione sincronica attraverso il confronto tra aree geografiche e culturali è il primo grande obiettivo dello studio della storia. Il senso dell'appartenenza, alimentato dalla consapevolezza da parte dello studente di essere inserito in un sistema di regole fondato sulla tutela e sul riconoscimento dei diritti e dei doveri, concorre alla sua educazione alla convivenza ed all'esercizio attivo della cittadinanza.
E qui mi fermo ma potrei proseguire con la cosiddetta microprogrammazione e se ne leggerebbero delle belle. Ora, qualcuno mi spiega che caspita c'entra tutto ciò con la GESTIONE AZIENDALE?
Se ne deriva che se io prendessi minimamente sul serio quanto sopra mi ritirerei in buon ordine e direi che non sono all'altezza di insegnare tutto ciò a dei ragazzi nè tantomeno passare loro nozioni di Educazione Civica (diritti e doveri del cittadino, organizzazione dello Stato, degli Enti locali e dell'unione europea, etc etc) che io sono ben lungi dal possedere e che comunque sono sufficientemente delicati in quanto tematiche da trasferire a dei giovani adulti da non poter essere improvvisati.
Siccome però è dal 2003 che bazzico st'ambiente e so che nessuno, a parte mammà e papà quando iscrivono la creatura, prende sul serio proprio niente, farò in mondo di trovare un manuale di storia dei primi anni delle superiori e, se lo trovo, un manuale di Educazione Civica e risponderò di sì. Tanto fatturar bisogna, no??
Insomma mi sono fatta dare programmi ed orari. E quando sono uscita la direttrice - con la quale nonostante avessimo appuntamento non è stato possibile parlare perchè lei è arrivata un'ora in ritardo e poi aveva i colloqui con le famiglie dei ragazzi - mi ha chiesto 'Quando comincia???'. E bell'effatto il colloquio con la futura docente di tre classi (1°, 2° e 3° per giunta!! così il guaio lo facciamo su tutto il percorso).
Come dicevo, io st'incarico se solo posso lo prendo ma ... poveri ragazzetti!!!
Di malattia e di ampiezza di sguardi.
3 mesi fa
1 commento:
no, no, i ragazzetti cianno un culo ad avere te.
Tu però fagli anche Inglese e Visione del mondo, almeno mezza cosa utile la imparano.
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