Obiettivo Trop Model

giugno 28, 2011

Una bolla spazio-temporale

Una bolla. Niente prima, niente dopo. Nel frattempo un'esperienza totale che mi ha lasciato frastornata e con, unica voglia, il bisogno di accucciarmi in un angolo buio e fresco e ripensare, rielaborare la montagna di emozioni contrastanti che questi tre giorni mi hanno regalato.

Un luogo incantato con il bosco a fare da cornice e dentro il sole, il vento, l'erba, le persone, la musica e la danza.

La musica ovunque e la qualsiasi, bande sonore da attraversare muovendosi per l'accampamento.

I musicisti perennemente abbracciati al loro strumento si fermano in ogni angolo ed improvvisano con chi trovano la musica che trovano. Suonano durante gli atelier, prima e dopo. Suonano la loro musica e quella degli altri. Suonano di giorno come di notte. Come un musicista si ferma, inizia a suonare ed un'altro lo raggiunge: prima che tu lo sappia si è formata una band spontanea.

Sotto le piante nell'area centrale, davanti ai tendoni del bar e della mensa, ci sono i tavoli e le sedie per pranzare e la gente si siede dove trova da sola o a capannelli e mentre mangia qualcuno suona, qualcuno balla, qualcuno canta

Un accampamento di zingari un pò melanconici con l'accordion a farla da padrone accompagnato dal violino, ma spesso anche con la tammorra ed il tamburello.

E poi gli atelier...! nello spazio di cinquanta metri ti lasci trasportare dai Balcani all'Irlanda, dalla Guascogna a Napoli, dalla Francia ad Israele. Sotto i capannoni si crea un microcosmo di musica che ti avvolge, di passi che ti sfidano, di sudore, di concentrazione ma anche di risate, di abbracci e di soddisfazione. Quando la musica tace arriva quella del capannone accanto ed i tuoi piedi ricominciano a muoversi senza che tu ne abbia coscienza.

Forse sai qual'è il protocollo forse non lo sai mai il tuo corpo ormai risponde da solo e non importa più molto se segue i passi oppure no, non si riesce a fermare comunque. A volte le figure sono troppo complicate per un cervello che ancora non accetta di spegnersi e lasciar fare ai piedi ed allora è comunque bello stare a guardare e vedere le danze ed i movimenti degli altri, ascoltare la musica.

Il campeggio spontaneo tutto intorno accoglie i piedi e le schiene stanche


ma la notte non è fatta per dormire e qualcuno crolla


Poi a poco a poco la domenica il ritmo rallenta, la gente comincia ad andar via, nel bosco rimangono in pochi, i toni scendono, l'eccitazione lascia spazio ad un ballo cantato, dal sapore rinascimentale, ed alle bourrèé francesi con tutti i loro ghirigori.

Lasciando il festival i capannoni brillano nel buio, da lontano arriva la voce del cantore e da dentro una tristezza, una nostalgia, un magone. Il luogo che non c'è ("il posto in cui sono stata più felice non esiste", citazione) sta per scomparire di nuovo. Io mi sento già un pò orfana.

Nobody cares if you can't dance well. Just
get up and dance. Great dancers are not
great because of their technique, they are
great because of their passion

Martha Graham
(1894-1991)

giugno 24, 2011

Allora io vado eh ....

Immaginatevi una zona nel basso canavese, un'ampia collina morenica rivestita di boschi e campi

In uno di questi boschi, una zona attrezzata

e nella zona attrezzata quattro tendoni dove di giorno seguire gli stage di ballo, di musica, di strumento, di canto e di notte i concerti, molti concerti, molti gruppi uno dietro all'altro tutta la notte volendo visto che il bosco è quasi nel mezzo di nulla ed a nessuno dà fastidio


Musica del Nord Europa, del Sud Italia, del Nord Piemonte così come francese, basca, irlandese, occitana, sarda ...

In particolare domani avrei in programma la tammorriata giuglianese e la curenta della Val Varaita




ma anche lo stage per suonare le castagnette mi attira assai



tra sabato e domenica la bourréè, la pizzica e la tarantella calabrese con un'incursione in Israele







Insomma, io conto di imparare tanto divertendomi, possibilmente di fare qualche amicizia in più. Non vedo l'ora!!!

giugno 23, 2011

Firuuuuulì Firulaaaaaaa

- 9,5!!!!

e non dico altro

giugno 22, 2011

Peccato di pensiero e di scrittura

Fatemi capire per favore se sono io che sono un mostro o che.

Io qualche volta faccio le puzzette. Qualche volta mi metto le dita nel naso, altre mi gratto in posti non menzionabili. Difficilmente faccio tutte queste cose assieme ma perchè no, potrebbe pure capitare. Quel che mi sembra più importante è che cerco di fare queste cose in modo discreto, possibilmente in camera caritatis e senza coinvolgere nessuno. Non le faccio in pubblico, non le faccio in faccia a qualcuno, non istigo nessuno a farle con me, come me o a causa mia.

QUESTO FA DI ME UNA SPORCACCIONA?

e anche

VOI CHE LEGGETE, QUESTE COSE NON LE FATE MAI?

Ora, la metafora scatologica mi serviva per arrivare a parlare di altre azioni men che nobili, questa volta atti di pensiero e non materiali.

Sono io che sono una malata terminale di cattiveria, di pettegolezzo spinto, di criticismo fine a se stesso? Oppure è normale che di fronte ad un qualsiasi avvenimento una abbia un proprio pensiero, un proprio giudizio e che questo non sempre sia quello che darebbe santa maria goretti?

Perchè probabilmente è vero che io sono venuta qua ed ho espresso sentimenti che provavo in quel momento e che non mi facevano onore ma a me sembra che la cosa importante sia il fatto che io mi sono limitata a scriverli su queste pagine virtuali tali sentimenti e pensieri e che questo mi sia servito per distillarli e dar loro una forma gestibile senza che questi diventassero delle spinte ad azioni reali.

Sono troppo indulgente con me stessa oppure è vero che quale che sia il pensiero ciò che poi importa è come o quanto tale pensiero viene poi agito nella realtà?

E necessariamente ipocrisia il fatto che, qualunque cosa una pensi, poi l'azione sia commisurata al risultato che vuole o deve ottenere nelle relazioni sociali?

Generalizzando tanticchia (che qua il discorso sarebbe lungo e complicato) a me pare che se penso che Tizio è uno stronzo colossale e che sbaglia nel vivere la sua vita come fa io abbia fondamentalmente due alternative: Tizio è verosimile che cambi (???) allora glielo dico e Tizio smette di agire da stronzo o smette di essere amico mio, Tizio non è verosimile che cambi ed allora non glielo dico ma smetto di essere amica sua. E se queste alternative non ce le ho? Cioè se Tizio è persona che necessariamente deve far parte della mia vita, o addirittura io voglio che faccia parte della mia vita anche se non sono d'accordo con i suoi valori, che faccio? Sono ipocrita se continuo a pensare quello che penso ma trovo un modo per non agire questi miei pensieri e per mantenere una buona relazione con Tizio?

E poi ancora, io ho un pensiero di qualsivoglia genere ma nessuno mi ha messo in mano il metro per giudicare la stronzaggine altrui ed io non ho il diritto di sproloquiare in materia pertanto il pensiero me lo tengo e cerco, ancora, di far si che non influisca sui miei rapporti con Tizio.

Ammesso e non concesso che ciò sia davvero possibile, claro.

Perchè qui il problema è questo, pare. Pare che a dispetto di qualsiasi cosa che io abbia fatto o detto nel passato ad un certo punto ho pensato delle cose e per soprammercato le ho scritte qua. E siccome poi sono state lette, chi le ha lette è caduto dal pero e si è scandalizzato ed infuriato perchè proprio non se lo aspettava, ed io forse sono Dr. Jeckyll e Mr. Hyde insieme con una spiccata propensione verso il secondo, ovviamente, sono cattiva, giudicante e falsa.

Quindi il mio peccato è di pensiero prima e di scrittura poi. Il mio peccato, chiaramente, che qua il peccatore è uno ed uno soltanto e come tale si deve scusare.

Adesso per favore ditemi che io sono Belfagor ed a voi tutte pensieri irritati, cattivi, politically scorrect e quant'altro fa stronzaggine non appartengono? Non li fate mai e se per caso accade li scacciate rapidamente?


Insomma, le puzzette le faccio solo io?

giugno 18, 2011

Io lo sapevo ...

(non dovrei scrivere niente di tutto ciò, non da quando il mio blog è diventato - mio malgrado - di dominio pubblico. Ma la blogterapia è addictive e poi ho bisogno di cristallizzare qualcosa che mi sta dando l'ansia. Quindi che diomelamandi buona e speriamo di non far venir fuori un altro vespaio. Ma che palle però!!)

Dicevo che io lo sapevo che uscire dalla tana era pericoloso. Qualche mese fa me l'ero scritto qua sopra, mi chiedevo ma è mai possibile che per stare meglio una debba stare peggio? Io nella tana sto bene, perchè debbo uscire? Io lo so che ci sono delle cose che non funzionano ma so anche che quelle sono, take it o leave, e nel medio termine i costi del leave sono sicuramente maggiori di quelli del take, quindi take, take, che sappiamo che alla fine è meglio ....

Ma per poter prendere quel che passa il convento bisogna sorvolare su ciò che sta fuori dal convento. Bisogna essere maturi e leggeri quel tanto che basta da non rispondere alle provocazioni di ciò che, riparata dalle finestre chiuse o al massimo socchiuse, si intravede appena. Qualche volta si ricorda solamente.

Perchè ci sono stata altre volte in questo luogo dove l'insofferenza fa fremere lo stomaco, dove mi sento il friccicone ai piedi, dove mi strapperei i panni da dosso tanto che mi stanno stretti ma già so che il minuto dopo mi sentirei ridicola ed esposta.

E non è vero niente che l'età non conta. CONTA ECCOME. Che i pensieri degli altri si leggon loro in fronte, o li si può immaginare facilmente tanto gli stereotipi sono patrimonio comune. E se anche mi sbaglio e nessuno pensa niente, è già sufficiente che ci pensi io e questo non posso proprio impedirlo. La banalità è padrona della mia mente.

E la boccata d'aria, l'ali ai piedi, il sangue che gira più veloce, il sudore che cola lungo la schiena nella sfinente calura estiva di un tendone affollato di musica e passi, tutto si trasforma in desiderio, in una mancanza che pulsa, in un volersi riprendere emozioni che non erano affatto scordate ma che so per certo avere un costo troppo alto.

E sentirmi preda di un clichè. E non volerlo essere. E non sapere quale malessere scegliere: la rinuncia all'aria aperta che la tana è più rassicurante e facile e sicura e futura o la rinuncia perchè l'immagine che il clichè restituisce è aborrita da sempre.

Si stava meglio quando si stava peggio, parmi un fatto certo. E chiederò un antidoto al gelsenium, mi sa che è meglio.

giugno 17, 2011

Pubblicità progresso???

"il lusso è un diritto"

questo è il claim finale di una nuova campagna pubblicitaria che presenta il restyling di una utilitaria che si vuol far passare per auto di lusso.

Allora io penso ai miei figli che oggi hanno 26 e (quasi) 24 anni. Il barista vive con 800€/mese, ne spende 350 solo di affitto (riscaldamento escluso). Si veste solo più di magliette comprate nelle catene economiche e pantaloni che diventano ogni giorno più originali unicamente grazie agli squarci nel tessuto ed alla meraviglia che suscitano nell'osservatore occasionale che scommette quanto tempo ci vorrà prima che il ragazzo di sala si trasformi in uno stripper ... Anche le rare volte che si apparecchia in modo più ricercato ha un'aria sdrucita e consunta che mi stringe il cuore (per contro ha anche un'aria sbattuta, un pallore cadaverico ed un sospetto nonchè frequente bisogno di tirar su dal naso ... tranquilla io?????? 'nzomma ..!).

com'era già??? il lusso è un diritto ....

La princi vive ancora in casa, dovrebbe preparare la tesi ma in verità guarda il futuro con l'occhio appallato e si nasconde in un'adolescenza di ritorno. Non lo ammetterebbe neanche sotto tortura ma credo che il senso di vuoto e di inanità di quel che ha fatto/sta facendo sia il demone con cui combatte day in/day out. Poi la princi arrontonda facendo qualche lavoretto: monitore nel centro estivo della scuola di danza con incarico specifico di insegnante di danza: un'ora al giorno/5€. Vabbè, meglio che un calcio sui denti.

dicevamo che il lusso è un diritto, right?

Non sto dicendo che siano in trappola, e non sono le pezze al culo il problema principale, claro, io insisto tutti i giorni nel sottolineare loro che a volerle usare carte in mano ne hanno. Loro mi rispondono che per avercele ce le hanno, lo sanno pure loro, ma quel che queste carte implicano è difficile da accettare, in primis andarsene altrove. Concordano che l'alternativa non esiste, quantomeno se sei nato dalla parte sbagliata della rete sociale che pare essere l'unica carta in regola in questo momento.

E allora ripenso a quante suggestioni ho presentato loro da che erano piccoli, convinta che educarli al bello fosse davvero l'unica strada per evitare di vederli preda della grettezza e del qualunquismo. Sarebbe stato meglio educarli alla privazione ....

Che poi bello nel nostro libro non significava caro o esclusivo, eh? Significava andare per musei, per concerti, a teatro, al cinema, all'opera, e poi leggere libri, guardare foto, fotografare, suonare, recitare. Ho sempre pensato che esporli al bello significava in qualche modo instillare nella loro mente la consapevolezza che mainstream non è l'unica scelta possibile, in nessun campo. Che pensare con il proprio cervello, sentire con i propri sensi ed amare con il proprio cuore fosse non solo possibile ma anche doveroso. Che se cerchi al di là dell'immediata prossimità puoi trovare la nicchia che contiene il piccolo, esclusivo piacere, magari ancora più piacevole perchè noto a pochi.

E oggi sono entrambi due giovani adulti che amano lo speciale, l'originale, la scintilla creativa, lo spunto innovativo, la prospettiva diversa, il taglio singolare, il materiale non consueto.

In una società massificata dove il mainstream la fa da padrone e presidia la fascia di ingresso nel mercato, tutto ciò risulta declinato in termini di esclusività, elitarietà e - giustappunto - lusso. I prezzi lievitano di conseguenza arrivando a cifre che la presbite che abita nei miei occhi spesso confonde per allucinazioni.

"il lusso è un diritto", eh??!!!!

E allora com'è che per procurarmi il bello dovrei vendere un rene? E, se è un diritto, com'è che io non ce l'ho? E, se è un diritto, chi è che mi sta negando il mio? Cosa sbaglio?

"il lusso è un diritto"

quindi à la guerre comme à la guerre, facciamo quel che si deve per potercelo prendere questo diritto!! E quindi? rubiamo? ci prostituiamo? truffiamo? mentiamo? ....

Davvero mi cadono le braccia, davvero penso che questa sia una nazione decotta che non ha più nulla da offrire, un unico grande mercato da spremere finchè ancora rimarrà una goccia e che si fotta tutto il resto!

giugno 15, 2011

Riassunto fotografico degli ultimi giorni

L'inizio dell'estate è il periodo più meraviglioserrimo che c'è


e le cene in terrazza sono il suo trionfo


C'è gente che quando balla fa proprio sul serio ma debbo dire che non è che mi piaccian molto...


(ps l'omarino al centro della foto è quello che si è preso l'onere di insegnarmi a ballare, io non posso evitar di pensare al detto piemontese "balar con ti a l'è come tramudar 'na guardaroba p'la stansia" e considerando le caratteristiche fisiche del fanciullo sentirmi in imbarazzo è un attimo!!)

La princi dopo settimane di sofferenza (mia) si è finalmente comprata le scarpe (dio c'è e questa ne è la prova)

giugno 13, 2011

Vabbè, ma io ho deciso che ne me fotto

Proseguo nella ricerca del mio corpo nel movimento e nella musica. Giovedì scorso ho trovato un gruppo di persone fantasticamente pazze: si ritrovano una volta alla settimana per ballare danze popolari internazionali con l'obiettivo di divertirsi e basta. Chiunque presente ha solo due possibilità: o balla perchè sa ballare oppure balla perchè deve imparare. In ogni caso se superi quella porta balli, se hai le pare è meglio che tu quella porta non la superi.

Semplice no?

I balli, più o meno complicati, sono tantissimi quindi non vengono ripetuti di frequente e non tutti se li ricordano al volo, quindi prima di un ballo lo si prova per rivedere i passi, se non lo sai lo impari. Se sei una neofita imbranata uno dei più esperti ti si mette vicino e ti guida fino a che hai preso il ritmo giusto. Il tutto tra sghignazzate e prese per i fondelli di tutti vs tutti. Insomma mi sono divertita come una matta!!! E non vedo l'ora che inizino di nuovo i corsi per diventare una partecipante solertissima.

Va da sè che buona parte delle mie paranoie si stiano sciogliendo come neve al sole. Resta un pò di imbarazzo quando affliggo il mio partner con la mia mancanza di senso del ritmo ma pare che questo sia un problema solo mio perchè i malcapitati continuano a dirmi che non è vero. Temo in realtà che si tratti di una forma di ossequio ai miei capelli grigi!!! :-)))

E sono contenta. Sono contenta di questa personale primavera tardivissima che mi ha riportato buonumore, fiducia in me stessa, piacere nel guardarmi allo specchio e nel piacere agli altri, batavo in primis, ammettiamolo.

E ripenso a come mi sentivo fino a qualche mese fa e mi dico che il malessere che accompagna il climaterio è veramente pessimo perchè è talmente sottile e strisciante che il buio ti pervade e tu nemanco te ne accorgi. Dico io se non potrebbe essere un meccanismo un pò più semplice!!

L'ho pure scritto qua sopra, credo, di come mi sentissi fuori dai giochi e di come questo fosse destabilizzante. Io, la monogama per eccellenza, quella che l'unico one night stand della sua vita festeggia quest'anno i vent'anni di storia, mi sentivo un treno a fine corsa perchè non pensavo di poter mai più attrarre uno sguardo maschile di ammirazione. E non che una se ne faccia poi granchè di tutta questa ipotetica ammirazione ma tant'è, non avercela più ruga assai!!! E' come disperarsi per la fine della fertilità,

ma tu volevi ancora un figlio??? ma nooo che dici??? peccarità!!! e allora che ti frega? eh. ma sai, è l'idea

E sentirmi lenta, pesante, un poco ottenebrata forse? Pensare di avere davanti meno della metà di quel che c'è alle spalle ... guardare le donne anziane per la strada e le loro gambe grosse e rigide come tronchi e pensare miiii avrà diec'anni più di me! sentirsi ad un passo dalla tomba ed avere ancora tanto da fare, da dire, da riderci su, da amare, da arrabbiarcisi ....

E poi, un giorno, accorgermi che questa nebbiolina che rendeva tutto un pò opaco non c'è più. Che è tutto a tinte un pò più vive e val la pena di respirare a pieni polmoni. Aver voglia di saltare e di ridere e di correre e di ballare tutto insieme. E tutto che scorre veloce, 'azz! persino un pò troppo, e forse una volta non era difficile correre, e forse si mettevano più cose insieme, non si restava indietro anche se si arrancava ma accorgersi che alla fine non frega davvero granchè. E riprendere forme gradevoli ma gradevoli per chi??? ma per me, cribbio!!!! e accorgersi che davvero non frega granchè di chi apprezza ma poi qualche sguardo men che indifferente arriva e scoprirsene grassamente soddisfatta


Ed iniziare cose che si desiderano da sempre ma per una ragione e per l'altra non le si è mai fatte. E sentirsi un pò scema ma ... chisseneeeee!!

E cavallare (andare a cavallo sembra ancora davvero troppo) con entusiasmo, e fare due giri al trotto senza che il mondo traballi tuttointornoate come se ci fosse il terremoto, e convincere la cavalla che sì proprio lì bisogna andare, e no là, zero, non si può, e sì devi proprio trottare e porta pazienza per sto quintale che ci tieni sul groppone, ho capito che la ragazzina da treta chili bagnati è meglio ma questo ti tocca!! su su su animo!!! e scendere a fine lezione e far notare alla maestra che difficilmente ha una apprendista cavaliera più infantilmente entusiasta di quella vecchietta che smonta da cavallo con la certezza che le ginocchia non la terranno su una di queste volte. La stessa che le ha detto, dopo aver visto una fanciullina disarcionata sotto i suoi occhi, 'attenzione ragazze che se succede a me con la schiumarola mi raccogliete...'. E nonostante un pò di fifa non vedere l'ora che arrivi martedì pomeriggio per un'altra lezione ...

E poi oggi, convinta com'ero che tutto ciò stava segnando la fine del climaterio e finalmente! la raggiunta stabilità - nel bene e nel male - della menopausa, oggi che succede???

mi sono tornate le mestruazioni
sgrunt

ma non è che questo significa che uno di questi giorni si ricomincia con le malmostosaggini, veeeeeroooo?????

giugno 12, 2011

Side effect

Allora, io sto qua, nascosta in un angolo di mondo che pensavo tutto sommato improbabile da raggiungere, sono convinta di non far nulla di male, qualche volta mi scappa un pò la mano ma onestamente non credo di aver poi dato chissà che fuoco alle polveri, cio nonostante qualcuno ha ochieggiato da sopra la mia spalla per ... boh, non so nemmeno quanto. Ed in tutto quel periodo questo qualcuno ha patito quel che leggeva, non ha trovato scusanti, non ha elaborato nulla se non un grande malessere, non ha chiesto ragione di niente. Poi quando la rabbia è stata sufficiente (suppongo) il tappo è saltato e sono arrivate le scintille.

Adesso la comunicazione è interrotta e non se ne vede la fine, nè peraltro la si desidera granchè da queste parti, ammettiamolo.

Però un risultato c'è stato, e speriamo che dia soddisfazione! Ogni volta che apro il blog con le meglio intenzioni di scriverci qualcosa mi si bloccano le dita e mi si svuota il cervello.

Vabbè, passerà no?

giugno 06, 2011

E' accaduto il miracolo

Oltre al post precedente avrei un'altra pessima notizia nel cassetto ma ora non ho voglia di ulteriori magoni e poi continuo a sperare che la veterinaria che ho sentito per un consulto circa la mia cana nera sia stata eccessivamente pessimista. Continuo con le mie indagini e poi butterò fuori ma per il momento voglio pensare a qualcosa di gradevole.

E di cosa posso quindi voler parlare se non di

danze e baldanze????

perchè qua, care le mie amichette virtuali compagne di spetteguless, è successo il miracolo!!! e la farfalla (beh se fà 'ppè dì eh???) è uscita dal bozzolo!!!!

Sabato sera nella franzioncina montana dove si trova la casutza e che ha pressapoco quest'aspetto qua
o anche questo

Insomma, in questo miniposto qua, questo we c'era la festa della frazione. Forno acceso, panificazione e, se non avesse diluviato come invece ha fatto, musica danze, baldanze, cibo e quant'altro fa (in piccolo) sagra di paese. Siccome i signori organizzatori sono probabilmente abbastanza intelligenti da pensare che se non c'è pubblico le loro iniziative non servono a nulla, tra le altre idee hanno avuto pure quella di un mini corso di danze popolari la sera del sabato, in preparazione dell'evento danzereccio della domenica.

Sabato sera quindi, ancora complice il maltempo, una buona ottantina di persone si sono ritrovate nel salone - originariamente la stalla - di una baita ristrutturata con una solerte e gentilissima ballerina che insegnava a tutti gli orsi marsicani presenti qualche ballo occitano, aiutata in questo da un paio di volenterosi ed abili maschietti. Come nota a latere lasciatemi dire che questa ex stalla/salone mi ha provocato fremiti di invidia profondissimi: bello, bello, bello!!! se lo zio d'America mi lascia una copiosa eredità giuro che farò carte false per farla miaaaaa!! (non esiste zio d'America, trascurabile dettaglio oibò)

Sta di fatto che ... sarà che non conoscevo nessuno, sarà che la situazione era davvero easy, sarà che era ora che accadesse ma per la prima volta nella mia vita mi sono sentita libera, ho sentito che la testa l'avevo lasciata a casa ed ero lì solo con la mia voglia di divertirmi e di sentirmi la musica nelle gambe. I passi sono diventati improvisamente facili, l'improvvisazione pure, il lasciarmi guidare nema problema (anzi!! ce ne fossero di ballerini in grado di guidare davvero! si imparerebbe in un momento).

E' con malcelato orgoglio che sono diventata la scolara nr. 1 (vabbè l'ho già detto che c'era una certa quantità di orsi marsicani!!!), quella da acchiappare al volo per dimostrare una danza nuova, quella da inserire nel quartetto all'ultimo minuto, quella a cui le altre madame come me chiedevano "ma lei sa già ballare vero?? si vede da come si muove!!!!" (a chiiiii????? che mi sono sentita fino ad un'ora fa come una porta antincendio compresa di maniglione??).

Ho ballato il branle de chevaux, la chapelloise, il circolo circasso, la bourèe a due ed a tre tempi, lo scottish, la polka ed il rondò. Inoltre il batavo dalla platea ha apprezzato una mazurka francese che io mi struggo per ballare e che trovo difficilissima ed ha accettato di venire con me, appena sarà possibile, ad un corso in modo da imparare insieme (cosa che se accadesse sarebbe meraviglioserrimo!!!). Insomma un successo smagliante. Una soddisfazione pazzesca.

Poi oggi l'evento danzereccio purtroppo è stato grandemente mortificato da una pioggia battente che ha tenuto tutti sotto il telone a mangiare gofri ed ascoltar la musica mentre il gruppo di suonatori, a riparo di un altro tendalino, faceva del suo meglio.

Nei rarissimi momenti di tregua però qualche temerario c'è stato ed il risultato è stato una bella sagra di paese dove senza tante pere la gente ballicchiava e si divertiva. (qua sotto ci sarebbe un video ma pare che blogger al momento non collabori ergo se tra un pò non ha finito di tritare pubblico senza e poi cercherò di metterlo dentro da casa. Augh)

Riprendiamo le trasmissioni ...

Faccio un pò di fatica a riprendere a scrivere perchè gli ultimi giorni sono stati funestati da una brutta faccenda: qualcuno che non doveva finire qua sopra (*) c'è puntualmente finito, pare non da ieri, ha letto e interpretato a suo modo e senza appello mi ha dato la croce addosso. Ne è nata una querelle che non so bene dove porterà e non mi aspetto nulla di buono, ora pare che non accederà più, ciò nondimeno la sensazione di essere spiata continua e rende tutto un pò più difficile.

Le mie ragioni per scrivere sono parecchie, la prima e più forte è che questa è una via attraverso la quale io razionalizzo (o cerco di) i pensieri che mi si affastellano in mente a proposito de la qualsiasi. Acchiappo stracci di pensieri che mi girano per la testa, alcuni più rarefatti altri più complessi, alcuni più leggeri altri più profondi, alcuni più lieti altri più tristi o incazzati, e li metto in fila, organizzandoli in sequenze che una persona che legge possa comprendere. Il fatto stesso di passare attraverso questa operazione mi consente spesso di arrivare al nocciolo della questione, magari in più passaggi successivi ma comunque mi è utile per razionalizzare le mie emozioni.

Inoltre, attraverso questo processo, io spesso riesco ad elaborare una situazione ed a superarla, andare oltre, risolvermela o comunque metabolizzarla in qualche modo.

E ancora, la condivisione con altre persone che mi danno il loro input mi fa sentire di avere una rete di relazione che spesso risulta essere più profonda e proficua di tutte quelle che posso avere in piedi in carne ed ossa.

Non ho quasi mai condiviso con persone della mia vita reale l'esistenza del mio blog perchè la dimensione di relativo anonimato mi consente di buttar fuori anche le emozioni meno nobili così come le provo ed in questo caso l'elaborazione di cui sopra è quella che mi consente di non partire per la tangente o di mantere un certo equilibrio (anche se nel mio caso trattasi di parola grossa assai!).

Per tutte queste ragioni io considero questo spazio importante e privato anche se so che non bisogna mai sottovalutare, quando si affida qualcosa all'etere, che la rete è per sua natura anarchica e priva di regole. Ho infatti spesso detto che quel che lasci in piazza non deve essere tale da crearti dei problemi qualora qualcuno ne facesse un uso improprio. Diciamo che è una sorta di rischio calcolato quello che si corre, coprendo le proprie tracce per non farsi scoprire e ben sapendo però che potrebbe sempre accadere.

Potrebbe accadere, ad esempio, che qualcuno mi riconosca e disperda al vento i cazzi miei o che addirittura vada a riferire ciò che io ho espresso in modo non filtrato nelle orecchie sbagliate, provocando più male che bene ed annullando il valore salvifico di sfiatatoio che può rappresentare un angolo recondito di mondo come questo. So che può accadere, spero che non accada e comunque ritiengo che se accadesse la persona artefice di tutto ciò sarebbe lontana dall'essere corretta e come tale sarebbe persona a me sgradita.

Vabbè, è accaduto, pazienza. Io continuo perchè questo è il mio spazio, ne ho bisogno e lo voglio difendere. Così come voglio difendere il mio diritto a pensare le cose peggiori posto che io poi non le agisca. E questo mio scrivere mi consente esattamente quello: sublimare le mie cose peggiori per non arrivare ad agirle.

(*) giusto in caso, non si tratta del mio compagno che pare che da un pò sospetti ma che mai ha voluto approfondire la cosa, rispettando il mio spazio personale. Ora, sarà che è olandese, sarà che tra noi il livello di fiducia è molto alto, io gli credo.