Obiettivo Trop Model

settembre 22, 2009

Esperienza sconvolgente - Post processing

L'episodio della cena al buio mi ha confermato, qualora ce ne fosse stato il bisogno e non c'era, la potenza del blog. Innanzitutto il potere salvifico di avere un luogo in cui buttar fuori il blocco malmostoso di emozioni, luogo frequentato che rende quindi la scrittura un esercizio di comunicazione e di scambio e non un arido colloquio con se stessi. E poi i commenti che contribuiscono alla riflessione, alla razionalizzazione ed alla decantazione delle sensazioni.

Forza tale e tanta da diventare anche un pò bloccante quando mi sembra di non avere nulla di significativo da dire.

Inizio qui con il ringraziare, ed apposta uso un post e non un commento, tutte coloro che hanno speso tempo e pensiero per condividere con me questo episodio, che visto oggi mi pare una scemenza ma so benissimo non esserlo stato.

Ho letto, riletto e ne ho parlato nel mondo 'reale'. Tutti mi dicono di non esagerare, non è accaduto nulla, nessuno si è offeso e non mi debbo preoccupare di aver fatto brutta figura. In realtà della brutta figura non me ne potrebbe fregar di meno, extramamma, non sono stata coraggiosa, anzi! Ho usato la comunicazione con voi per guarire la mia ferita interiore (feritina, và, adesso non esageriamo davvero!!). Mi dispiace di aver in qualche modo insultato i non vedenti non accettando di giocare sul loro terreno ma francamente non credo nemmeno che se ne siano accorti. Amatamari, è quindi più un problema teorico che altro.

Probabilmente è vero che da parte dei ipo e non vedenti c'è un certo spirito di provocazione nel organizzare questi happening, in effetti si percepiva dall'atteggiamento soprattutto dei non vedenti. Quindi sia Ponti che MammAm hanno in qualche modo ragione, probabilmente. E perchè la vista si ed altre disabilità no? Suppongo perchè alla fine il buio per ciascuno di noi ha una valenza psicologica molto più forte di altro. Forse potrebbe essere superiore un'esperienza in cui io fossi impossibilitata a comunicare, penso a quelle malattie degenerative che riducono all'impossibilità di muoversi e financo di parlare ma non ledono le capacità cerebrali. C'è il padre di una mia amica combinato così e francamente non riesco nemmeno ad immaginare come si possa desiderare di continuare a vivere. Ma lei giura e spergiura che suo padre è sereno. Boh ... fedeli praticanti, sarà per quello. Ho sempre pensato che la pratica religiosa abbia un fortissimo potere consolatorio che a noi atei è negato. Nelle grandi difficoltà chi non crede ha una difficoltà in più probabilmente.

Ma alla fin dei salmi e dopo tutti i ragionamenti del caso, sono arrivata alla conclusione che le due cose che mi hanno sconvolto più di tutto sono state la mia superficialità nell'accettare questo impegno (e questo lo ritrovo in troppe mie cose!!!) e l'intensità delle sensazioni che ho provato nel brevissimo lasso di tempo in cui sono rimasta immersa nel buio più totale.

La mia superficialità è davvero odiosa. Mi rendo conto ancora una volta di lanciarmi nelle cose senza davvero valutare i miei limiti e se questo potrebbe deporre a favore di un bell'entusiasmo nell'affrontare la vita, in realtà la dice lunga sulla faciloneria in cui mi sento precipitare ogni giorno di più. E' quasi come se prendessi le decisioni pressata innanzitutto dalla necessità di togliermi il fastidio di dover prendere una decisione. Intorcinamento di testa, lo so. Ma se vogliamo ben vedere anche il cane piccolo ne è l'ennesima prova.

Da correggere. Ma ho voglia di correggermi? Eh ....

Il resto invece è stata una grandissima sorpresa. Realizzare quanto preponderante sia la vista sugli altri sensi è stata davvero una rivelazione. L'odore del cibo, il mormorio degli altri commensali e la sensazione di caldo umido sono state davvero sopraffanti. Quindi quanto ci lasciamo condurre dalla vista e quanto fedele è questo senso? quanto vediamo e quanto crediamo di vedere? quanto agiamo sulla base di informazioni incomplete?

Evviva gli animali quindi, per i quali la vista è solo uno dei sensi!! e non necessariamente il più affidabile.

E poi, subito dopo, quanto la vista mi rassicuri e mi nasconda altre paure (o fobie) al punto che, prima del tentativo di cena, non mi era neanche chiaro di avere. La vicinanza fisica: quando è eccessiva? Avevo paura che le persone mi fossero troppo vicine. Il cibo: di cosa ci si può fidare? ecco che l'olfatto mi allerta e risolvo con la vista i miei dubbi. Sicuramente sono molto più diffidente e schizzinosa di quanto non credessi (ancora la superficialità?) La pulizia, l'igiene: di nuovo l'odore del cibo mi richiamava alla mente immagini non gradite e non avevo la vista a tranquillizzarmi. E poi il caldo e l'umido, il senso di soffocamento che mi dà sentirmi la pelle sudata, la sofferenza di questo periodo dove mi ricopro di sudore dalla testa ai piedi più volte al giorno. Il caldo secco è pulito, quello umido no.

Non pensavo di prendere tutte queste decisioni entrando in un locale e soprattutto non mi ero mai resa conto di avere tutti questi limiti.

E tutto questo per una permanenza di qualche secondo. Ci avessi passato la serata avrei poi scrito la Treccani suppongo!! E senza nemmeno citare la mia vera e propria fobia: il buio!!!

3 commenti:

ZiaCris ha detto...

Ognuno di noi ha le sue paure, le sue fobie. A volte tentiamo di superarle afrontandole, ma più spesso riescono ad avere loro la meglio su di noi. Diamo per scontato tutto, di continuare a vederci, di star sempre bene, di camminare sempre con le nostre gambe, invece...di punto in bianco tutto questo può venire a mancare, ma se dovesse succedere, stai pur tranquilla che troveremmo la maniera di accettare tutto.

Mammamsterdam ha detto...

Senti Graz, ci sono momenti in cui si è anche più ricettivi a certi stimoli. Se poi sei minimo minimo un control freak, magari il non vederci ti catalizza altre sensazioni, ma chiamiamole tranquillamente paure. Che c'è di male ad aver paura? è ovvio che avendola vissuta tu in quei ermini ti sarà sembrata una reazione esagerata anche agli occhi degli altri, che invece magari non ci hanno fatto caso.

graz ha detto...

ZiaCris, è vero, verissimo! E proprio io con la storia di mio marito e quel che ne è seguita dovrei saperlo. Ma siamo fatti così e probabilmente è anche giusto sennò con la continua consapevolezza di questa spada di damocle chi si alzerebbe più la mattina?

MammAm, non c'è niente di male ad affrontare le proprie paure e ripeto che non è che me ne vergogni. E' solo che la potenza delle sensazioni ed emozioni che ho avuto mi ha lasciato davvero di stucco. E poi ... control freak????? chi ???????? io ????? ????????????? ????????

Vabbè ti farò parlare con i pargoli ....