Obiettivo Trop Model

marzo 18, 2009

Nonu Tunin, testa quadra

Emily scrive un post dolente per il suo papà che ancora oggi viene ricordato in modo pubblico per ciò che è stato e che ha rappresentato per una piccola folla. Ed a me viene in mente mio nonno.

Nonu Tunin, testa quadra.

E' morto nell'81. Io mi sposavo a settembre e lui moriva a novembre. E' stato l'unico invitato al mio matrimonio oltre a padri e madri (n. 4) e fratelli e sorelle (n. 3), con gli sposi (n. 2) il conto è facile: eravamo in 10. That's it. Si sono incazzati in parecchi ma fa(ceva) niente.

Quando mi sono sposata mi ha regalato una sterlina d'oro, appiccicata su un bigliettino di auguri con una sposa che corre in un prato tirando per mano lo sposo. Ha scritto con la sua calligrafia a svolazzi: Oggi addizioni, domani moltiplicazioni, mai divisioni nè sottrazioni. Ce l'ho ancora, bigliettino e sterlina appiccicata sopra, per anni non ho avuto il coraggio di aprirlo perchè singhiozzavo solo al pensiero. Ed ancora oggi, mentre lo scrivo, mi vengono le lacrime agli occhi. Lo so che il biglietto non l'ha scelto lui ma sua figlia, mia madrina. E magari nemmeno la frase. Ma lo rappresenta così bene che potrebbe averlo fatto. Sono sicura che se l'avesse fatto lui da solo avrebbe fatto una cosa molto simile.

Beh, ci sono state sia le divisioni che le sottrazioni. Pazienza.

Nonu Tunin era un pescatore e raccontava delle bugie grandissime. Aveva lavorato 40 anni in FIAT e quando è andato in pensione Valletta in persona gli ha stretto la mano e gli ha dato la medaglia d'oro (che poi sua figlia ha fatto fondere o venduto, non so, per comprare 3 sterline, una per ogni nipote. Gelusa 'me 'n can di suo fratello, mio padre, non ha osato tenere la medaglia per sè ma non ha lasciato che andasse a lui). Era un antifascista ed aveva partecipato ai primi scioperi degli anni '20. Era un mangiapreti. Mentre lavorava in Fiat, durante la guerra, faceva anche il pompiere. Ma faceva anche il camionista. E gestiva con Nona Ines e Nonu Pinu, una piola (osteria). Raccontava bugie grandissime di quando con un palavirè (cazzotto) ben dato calmava gli spiriti bollenti di qualche avventore incivile e lo faceva volare attraverso la vetrina. Ci faceva ridere fino alle lacrime.

Poi Nona Ines si è ammalata, ed è diventata quasi una bambina, e lui l'ha accudita come una bambina per 11 lunghissimi e dolcissimi anni. Che se ci ripenso mi ritornano le lacrime agli occhi. La sera lei era già a letto, lui si preparava in bagno, io (qualche volta) dormivo sul divano di scai del tinello, e lo vedevo, con la maglia con le maniche lunghe ed i mutandoni lunghi di lana, che usciva dal bagno, attraversava il corridoio appena illuminato, e si infilava nel cucinino. Nel buio dell'appartamento, nel controluce della finestra, lo vedevo prendere il bottiglione di vino e dare un'ultima gulà (sorso), lui diceva che suonava la tromba e che senza non poteva proprio prendere sonno. Poi spegneva anche la luce del corridoio, si coricava e l'ultima cosa che diceva era dorma bin, Ines, dorma bin (e giù gli occhi pieni di lacrime di nuovo, uff).

Lo conoscevano tutti. Scherzava con tutti. Andava a giocare a bocce al circolo e poi tornava pedalando poco dritto, da un lato all'altro della strada veramente. A chi gli chiedeva, rispondeva sun pà ciuc, l'ai beivu mac 'n chinotto!! (non sono ubriaco, ho bevuto solo un chinotto!). Faceva degli scherzi terribili e gliene facevano altrettanti, lui si arrabbiava come un matto ma si vedeva che era per finta. Suo genero (il marito di mia madrina) lo ha amato come un padre, il suo, di padre, era un padre padrone. Lui ed i suoi amici se lo portavano dietro dappertutto, loro andavano a pescare e lui faceva il cuoco per tutti. Qualche volta andava a pescare pure lui ed i racconti erano di pesci enormi che non si riuscivano mai a portare a casa perchè sul più bello si liberavano, oppure di lui che si cacciava in qualche guaio, come quella volta che cadde nel fiume gelato e finì sotto il ghiaccio e ci volle del buono e del bello per tirarlo fuori. O di quell'altra che gli cadde sulla testa la branda di sopra del letto a castello con tanto di 120 kg di genero dormiente e lui, con la sua testa quadra, piegò la sbarra della rete da tanta zuccata che si prese.

Ma non ci credevamo mai molto, anche se non abbiamo mai appurato la verità.

Sono passati quanti anni??? Dall'81 ad oggi, fate voi il conto. Nessuno gli fa un memorial ufficiale, anche perchè forse bisognerebbe fare una gara di ciucche, non so. Ma lui è vivo e ride in mezzo a noi perchè non passa volta che si incontri i vecchi amici senza che qualcuno lo ricordi e racconti qualche storia, e si rida e si racconti e ancora e ancora e si alzi 'n travers dì (un dito attraverso, ovvero un bicchiere pieno) di vino in sua memoria. Non è un memorial ufficiale ma quasi e poi è estemporaneo, succede quando succede, alle volte spesso alle volte raramente.

Se potessi scegliere qualsiasi forma di celebrazione dopo la mia morte, ne vorrei una così. Come il papà di Emily o come mio nonno. Perchè credo che qualsiasi cosa tu abbia fatto nella vita, la memoria di te che lasci negli altri sia il tuo vero lascito.

Ciao nonno, mi hai fatto ridere fino alle lacrime. E ancora oggi mi manchi così tanto che ci ho ancora le lacrime ma, per fortuna, anche le risate

PS, Emily non è che fosse alcolizzato per carità!! e solo che, come ho scritto in un commento, da queste parti il vino, più che una bevanda, è basic food!! ;-))

8 commenti:

lerinni ha detto...

è un quadro dolcissimo, una dolcissima dichiarazione d'amore a uno (a due) nonno (nonni). che mi fa salire le lacrime agli occhi per i miei, di nonni, ma questo è bello.
mi piace, qui.
spero mi concederai di linkarti.

graz ha detto...

Ciao Lerinni!!! benvenuta!! vieni quando vuoi, 'linka' quel che vuoi!! sono io che ti ringrazio :-))) /graz

Anonimo ha detto...

Bellissimo. Mi è sembrato quasi di vederlo, in controluce, che pedala, che va a pescare, che lavora in fabbrica. Bellissimo :)))

graz ha detto...

LGO lui era bellissimo. Un grande nonno. Ho più di cinquantanni ma mi manca ancora. Ma oggi è giornata di lacrime e sentimentalismo. Mò m'aripijo ...

Mammamsterdam ha detto...

Ognuno ha i nonni che si merita, dai. La mela cade vicino all'albero. Continuoo ti basta così?

Bello, Gra, mi viene quasi voglia di chiederti un epitaffio.

graz ha detto...

OK Ba, ci penso, tanto tu non hai fretta, no? ;-)))

Anonimo ha detto...

ok adesso ci riesco a scriverti un commento anche io.
prima continuavo a cancellare e riscrivere, a quanto pare ci sono situazioni che muovono troppe cose.
hai scritto delle cose bellissime e tuo nonno sarà fiero di esser ricordato così dopo tanti anni.
sono convinta che nn sia le cose materiali che danno l'immortalità, ma le emozioni che sappiamo suscitare, le cose che insegnamo.
e adesso capisco da dove arriva la tua solarità....magari aiutata da un bicchiere di vino!
guarda che io nn sono mica astemia, anzi!

graz ha detto...

Emily, dopo l'apologia del vino lasciata da te in un commento e la descrizione di mio nonno ho temuto di passare per nipote alcolizzata di un alcolista!!! Ma per scherzo, dai!!