Obiettivo Trop Model

marzo 12, 2009

La lingua batte dove il dente duole

Immagino che sia più chiaro oggi il motivo per cui il post sulla princispessa non mi usciva. Stante l'attuale goccia che ha fatto traboccare il vaso mò non mi riesce di rimettere il tappo.

Il bello dei blog è che puoi non leggere e tornare quando la faccenda si fa meno noiosa, o non tornare affatto ...

I commenti di LGO, Monica ed Emily li ho apprezzati come acqua nel deserto (e ci si potrebbe chiedere ma tu che razza di rapporto hai con questo olandese? beh non è brutto come sembra, dai .... certo che potrebbe essere meglio). L'ho già detto da qualche parte: i miei anni di formazione più importanti sono stati quelli dei collettivi femministi e successivamente ciò che mi è mancato di più è stato proprio il lavoro di analisi e di ricerca che all'interno del gruppo si portava avanti, nonchè quell'atmosfera di solidarietà e condivisione tra donne. Vabbè ci si arrangia comunque e non si vive girati all'indietro ma tant'è, quando Monica dice che ama di più interagire con le donne sento una rima risuonare in me ...

Tornando a bomba, LGO dice che bisogna credere nelle regole e purtroppo questo è un altro dei temi caldi. Sono cresciuta nell'ideologia del dubbio: è vero tutto ma può essere vero anche il contrario, dipende da questo e da quello, le posizioni assolute sono tipiche della fede e noi non abbiamo fede, nè posizioni preconcette. Noi valutiamo tutto, i pro ed i contro e le opinioni degli altri e la diversità crea la ricchezza etc etc etc. Ovviamente ora sto buttando tutto nel sacco e meriterebbe un'analisi più fina, ma di fatto ci sono stati pochissime cose sulle quali io ho avuto una posizione assoluta. Le altre sono state piene di se e di ma, e lo sono tutt'ora. Claro che questo non aiuta a stabilire regole precise ed osservarle in modo coerente e continuo. Era più facile una volta quando esisteva il bianco ed il nero, il bene ed il male, i miei non stavano sicuramente lì a farla tanto lunga. No. Si. No. No. No. E se non ti andava era così lo stesso. Una gran rottura di palle ma probabilmente un pò più facile crescerci dentro.

Dal che se ne può pure derivare che io, diversamente da quanto scrive Monica, non sono stata una figlia principessa, quasi niente direi. Ricordo che le regole erano piuttosto precise, così come i compiti e soprattutto la corda sul collo era parecchio corta. Libertà? ma de che? erano tempi di grosse economie e gli abiti alla moda non erano che estremamente occasionali e tra un blue jeans scolorito costoso ed uno tinto di azzurro molto più economico era scontato che arrivasse il secondo. Una vergogna, signora mia, si vedeva benissimo che erano copie (tarocchi si direbbe adesso, no?) ... E l'abbigliamento quello doveva essere. Ricordo un tailleur marrone di velluto millerighe con gonna godet a quattro teli: non c'erano cazzi quello dovevo mettere per andare in ufficio! Quando uscivo andavo al circolo degli indiani metropolitani piuttosto che in sede a Lotta Continua? Cazzi tuoi amica, hai solo che da non andarci. Signore mie, non è fantasia, pura anedottica. Anche io davo il mio bel filo da torcere ai miei, non è che stessi lì inerme eh, ma quelli avevano una presa bella salda e ferma, sono andata a vivere da sola a vent'anni (e si parla di più di trent'anni fa) pur di togliermi di sotto. Peccato però che pur di rientrare nelle loro grazie a 24 io mi sia sposata, a conti fatti avrei fatto meglio a tirar dritto per la mia strada!! Ma quattro anni di guerra fredda mi avevano ridotto la resistenza.

E questo è un altro tema: non fare ai tuoi figli ciò che avresti voluto fosse fatto a te. E invece la bambina vuole andare a danza? evvai di costosissime lezioni, abiti di scena, punte e tutù!! E cosa ricorda la creatura oggi? che mangiava pranzo sul divanetto a scuola oppure che il fratello non la aiutava ad attraversar la strada. Emily dice che ad un certo punto mamma le ha detto da qua in poi stiri tu. Posso dare un consiglio non richiesto? fallo pure tu con tua figlia (magari una roba un pò più leggera, toh...) Io non l'ho mai fatto, quando non ci sono più riuscita da sola ho chiamato una signora che mi aiutasse. Morale? la creatura ricorda benissimo che a scuola le propinavo il pre-scuola, la scuola, il post-scuola e mezz'ora con la bidella (parole testuali) ma ad oggi una mutanda che sia una non se la lava. E Luciana viene ancora oggi ad aiutarmi in casa (anche se questo è anche una storia di mio senso di responsabilità nei confronti del suo lavoro, altro paio di maniche). Ed il bello della faccenda è che quando alla princi viene l'uzzolo di aiutarmi (in occasione di qualche cena impegnativa) è bravissima: sa far tutto nei tempi giusti e non c'è bisogno di dirle nè di chiederle niente, ci arriva lei per prima. Quando mi fa la grazia la fatica si dimezza. Quando mi fa la grazia. Quindi qualche cosa sono riuscita ad insegnarle, no?

Oggi ho ricevuto questa mail, non sono certa di poterla pubblicare ma non glielo diremo, mi sembrano parole sante

"... Ma sicuro noi ci siamo fatti un sacco di illusioni, noi eravamo i figli del 68, i genitori aperti, dialoganti, non repressivi, simpatici e loro, i nostri figli, in questo ambiente sarebbero cresciuti studiosi il giusto, alternativi il giusto, indipendenti il giusto e con una buona stima di noi. ... Io credo che noi s'è sbagliato con l'esempio, credo che in noi i figli nostri abbiano visto il fallimento nella cosa per loro più importante (tra quelle di casa) che era tenere insieme papà e mamma. Ma non avremmo potuto fare diversamente, non avremmo mai accettato ... una vita di sacrificio e espiazione per non far percepire ai nostri figli la fine del nostro matrimonio o relazione che dir si voglia. E ce lo fanno pagare..."

5 commenti:

Mammamsterdam ha detto...

Ciccia, il fatto di avere figli grandi significa anche il privilegio di guardarsi indietro sul percorso e capire da dove vengono certe cose. Non quello di darsi martellate nei cabasisi pensando che avresti potuto far meglio. Tu hai fatto cose grandissime date le circostanze, e te lo dico con convinzione anche se di te e del tuo vissuto familiare so in fondo solo quel poco che siamo riuscite a raccontarci.

Capisco anche che come madre vorresti vederli un po'più ancorati e stabili questi figli.

però non ci scordiamo anche questa regoletta pedagogica; i figli imparano non da quello che gli diciamo di fare noi, ma da quello che impariamo a fare noi. E tu nella vita per te ti sei fatta un gran culo credo, e questo rimane. Lasciali giocare, lo sanno anche loro che sono gli ultimi sprazzi di libertà. Quando il gioco si farà duro anche per loro ne verranno fuori splendidamente. Lo dice quello che racconti di quando la Princi ha i momenti di grazia. Questi presto diventeranno la sua quotidianità. Credici.

E pii, visto che la cazziata e il clima congelato ci sono, approfittane per parlarle da adulta, spiegarle il tuo punto di vista e chiederle, per la forma, di cominiciare a contribuire ai lavori di casa, che tu l'aiuto lo fai venire per te, non per lei.

piuttosto, guarda, se proprio ti senti in dovere di garanbtire alla tua assistente domestica un minimo di ore di lavoro, mandala a stirare le camice del bartender, che nonnostate tutto sta fuori casa e un minimo di peana solo per questo se lo merita. Che non diventi un vizio però.

graz ha detto...

Te devi averci lo stato di grazia recentemente, non è possibile darti torto nemanco truccando le carte!!! :-)))

Non sei la prima che mi dice che al momento opportuno entrambi mostreranno che i semi piantati a suo tempo sono attecchiti, ed in fondo è sempre stato ciò che ho pensato: non si può che seminare contando sul fatto che prima o poi qualcosa germoglia. (btw sulla princi non ho dubbi su quell'altro un pelino di più, non credo di avergli fatto i neuroni alcool/thc-proof)

Cmq, la chiacchierata core a core c'è stata stasera e mò vediamo se serve.

Il fatto è che quando vedi i loro comportamenti disturbati te senti de morì e chiedersi dove hai preso il ramo sbagliato del bivio è tutt'uno.

Grazie cmq per aver voglia di spendere i vostri two cents, qua se ne sente proprio la bisogna (e poi una dice che ad una certa età dovrebbe aver trovato le risposte)

Anonimo ha detto...

Letto quello che ti ha scritto Barbara, non saprei cos'altro dire di sensato. Se guardo a me e alla mia famiglia, ti posso confermare che magari devi aspettare davvero qualche annetto -con pazienza e un sacco di magoni- ma alla fine qualcosa fiorisce davvero. Quando torno, stasera, magari te lo racconto :)

Monica ha detto...

io non so, deve ancora arrivare la resa dei conti quando la figlia grande 11a dirà a me e suo papà perchè non avete rimesso i cocci ... ma oggi la mia famiglia allargata mi piace. la strana solidarità che si eroga con il genitore complementare, la sua donna che è straaccogliente con mia figlia, le discussioni sulla politica, la musica, il mio nuovo (e giovane) compagno che non è nè padre, nè fratello con la figlia grande nè sa ancora che ruolo vuole ... ma pulisce la macchina dentro per fare piacere a lei .....
e la mini figlia mia, e la grande che ha un mini fratello anche a casa di suo papà ...
un casino.
ma anche una ostinata attenzione ai figli e alla genitorialità ... lo capirà? lo capiranno?

graz ha detto...

LGO: Barbara ha ragione, cmq ieri sera abbiamo avuto un chiarimento coreaccore ed ora si fila come sull'olio .. mò vediamo quanto dura :-) Io vorrei solo che lei si tirasse fuori da 'sto cul de sac in cui si è cacciata e che provasse a considerare la metà piena del bicchiere, senza pensare che il mondo è stato creato per dar fastidio a lei ...

MONICA: che bella la descrizione della tua famigliona allargata. Non dare retta ai miei pessimismi: si cresce, si invecchia, si dovrebbe maturare e poi si scopre che i babyblues non passano mai del tutto!!!

Grazie per il vostro supporto