Obiettivo Trop Model

marzo 06, 2009

Fare andare le cose come vogliamo ...

Cercherò di spiegarmi, anche se non sono mica sicura di riuscirci. Lo spunto me lo dà Cinas con un post in cui in pratica si chiede come viene che oggi i genitori tendono a difendere a spada tratta i propri figli verso la scuola mentre invece ai suoi tempi (ed anche ai miei) succedeva esattamente il contrario. In particolare lui dice:

"...Adesso si sentono di continuo pesantissime valutazioni sugli insegnanti, accuse di incapacità, di malagestione. Genitori incazzatissimi, che disprezzano pesantemente maestri e professori..."

Nello stesso modo qualche giorno fa leggevo un commento da qualche parte in cui una genitora diceva qualcosa del tipo "ma insomma, adesso non si può nemmeno più educare i propri figli come si vuole" riferito ad un'iniziativa non condivisa intrapresa dall'istituzione frequentata dal figliolo.

Ora.

Io credo che educare i propri figli come si vuole significhi, TRA LE ALTRE (TANTE) COSE, scegliere per loro i momenti formativi (scuola e attività varie) che meglio si adattino all'ideologia, senso etico, tenore di vita, valori etc etc etc della propria famiglia, più o meno allargata che si intenda. Cercare di valutare a priori la proposta formativa e/o di intrattenimento e verificare nel quotidiano che quanto proposto sulla carta all'inzio venga rispettato in corso d'opera.

Ma avendo un approccio globale.

Non andando a disquisire tutti i santi giorni e tutti i santi momenti se questo è giusto o quello sbagliato! Perchè ci sarà sempre un particolare su cui non saremo d'accordo. Perchè la vita ci pone continuamente di fronte a questioni non condivisibili e spesso tali ostacoli non sono semplicemente rimovibili, per lo più è necessario imparare a girarci intorno, a venirci a patti e qualche volta a subirli facendo buon viso a cattiva sorte.

A me sembra evidente che se, nella pratica quotidiana, l'istituzione in questione ci presenta frequentemente situazioni che non possiamo condividere allora un problema generale di credibilità/affidabilità si pone senz'altro e sia eventualmente necessario modificare in tutto o in parte la nostra scelta, o rivedere l'importanza dei criteri di scelta in un'ottica di priorità, o quantomeno valutare se nell'insieme il bilanciamento di buono e cattivo ancora regge. Se invece nel suo insieme la validità della nostra scelta è confermata e, più o meno occasionalmente, nascono dei disaccordi allora questi altro non sono se non gli ostacoli di cui parlavo sopra e come tali vanno gestiti.

E invece no. Si va a sindacare ogni parola, ogni scelta, ogni posizione. Continuamente. Se poi le creature nostre non vengono apprezzate per come noi riteniamo dovrebbero essere, apriti cielo!, la colpa è sicuramente di qualcuno. Sembra poi che sfugga il concetto che, oggettivamente, magari non abbiamo i numeri, la preparazione per valutare questo e quello, o che, in relazione per esempio alla scuola, se non facciamo gli insegnanti o gli educatori una ragione ci sarà (ofelè fà el to meste).

E così tiriamo su generazioni di ragazzi che non sanno affrontare gli ostacoli perchè sanno che basta strillare che arriva la cavalleria a prendere le loro difese, ragazzi che non sanno decidere con la loro testa se ciò che accade è davvero un problema oppure no e, peggio del peggio, ragazzi che pensano che le cose debbono andare come da loro desiderato e che non sanno gestire la frustrazione quando questo non accade. Insegnamo ai nostri figli che volere è potere, alla faccia dei vincoli sociali, che pago (le tasse?) e quindi ottengo, che l'autorità non conta niente, nel migliore dei casi vale l'autorevolezza (e va già bene) e che - dulcis in fundo - ognuno può andare in giro a sindacare ogni cosa.

Con queste premesse come ci si può poi stupire assistendo agli svariati fenomeni di abbrutimento sociale che vediamo tutti i giorni? Il popolo del Grande Fratello o di Amici trova solo conferma in tv ma nasce nelle case e nelle famiglie tutti i santi giorni.

Per me resta indispensabile insegnare ai figli che l'Autorità va prima rispettata e poi, eventualmente, contestata; che le ingiustizie accadono, è giusto combatterle, ma si sopravvive; che c'è qualcuno che ne sa più di noi e che se quel qualcuno sta in una posizione istituzionale certamente può anche essere un'idiota ma non possiamo deciderlo solo perchè ci fa comodo.

E che i ragazzi, a scuola, tireranno sempre l'acqua al proprio mulino ma non per questo avranno necessariamente ragione!!!

8 commenti:

Monica ha detto...

non so se vado fuori tema (e sono brava a farlo) ma sentivo alla tv tutti che si lamentano del degrado che le città vivono in virtù dell'inciviltà degli immigrati - stasera era genova -
e poi ho pensato al degrado che esiste, che lasciamo esista da ben prima che in italia venisse avvolta da migranti:
discariche a cielo aperto,
quartieri popolati non pensati come luoghi di accoglienza e di vita, ma già predisposti per dna architettonico al degrado (no piante, non luoghi di aggregazione, case brutte, non piazze un nulla di cubi di cemento sovrapposti). etc etc etc

ovviamente le colpa sono sempre altrui e la responsabilità non è nostra.

così le colpe non sono dei figli, non sono dei genitori, e e chi educa molla la patata bollente non sono nemmeno loro.
così saremo tutti più soli e meno responsabili....


vabbè

un abbraccio

graz ha detto...

Guarda, sfondi il classico portone aperto.

Io penso che in materia di immigrazione dx e sx (ammesso e non concesso che abbia ancora senso esprimersi in questi termini) siano ugualmente colpevoli. La dx per cavalcare un fenomeno che ha sempre sfruttato economicamente e stigmatizzato socialmente, ora fa comodo utilizzare questo specchietto per le allodole e ci si va giù pensante, alla faccia delle svariate azienducole che sopravvivono proprio grazie alla forza lavoro straniera sottopagata. La sx perchè ha sempre trascurato il problema negandone nei fatti l'esistenza, come se si potesse autoregolare in virtù di un non meglio identificato melting pot ...

Oggi gli immigrati sono come lo spaventapasseri in mezzo al campo di grano: nessuno ci crede che siano la radice dei nostri problemi di sicurezza sociale ma lo straniero cattivo è facilmente individuabile ed oggettivizzabile come destinatario di tutte le nostre paure, e come tale ci consente di far finta che i problemi reali (che tu ad esempio citi) non esistano o non siano poi così gravi.

Una volta si parlava di capro espiatorio .....

Mammamsterdam ha detto...

È il motivo per cui mio padre, a modo suo uno dei migliori insegnanti che abbia conosciuto (con i figli degli altri), appena ha potuto ha lasciato la scuola e si è reinventato imprenditore.

La gente quando rientro ancora mi ferma per strada per dirmi che alle medie erano in classe da lui.

graz ha detto...

Carina questa cosa!! Sai che, nonostante la mia esperienza di insegnamento sia stata di classe B, alle volte incontro miei ex studenti che mi riconoscono e mi salutano affettuosamente??!!

(PS mi riconoscono loro perchè se aspettano me possono pure morire, uno di questi giorni non riconoscerò più il mio cane dalla princi)

Anonimo ha detto...

sono d'accordo con te, forse con qualche riserva ma sono un genitore che davanti al figlio nn discredita mai il professore, anzi.
credo che sia già difficile tenre la disciplina in classe, se i ragazzi nn sentono che i gneitori e i professori sono i due binari entro cui muoversi, deragliano.
però ogni tanto sento qualcosa che nn va, ad esempio ultimamente ho avuto da ridire su una scelta infelice che ha fatto il gruppo scout di mio figlio: ne ho parlato con i capi e alla fine ho tenuto il ragazzo fuori da questa esperienza, ma a lui ho fatto credere che c'era un'occasione bella di stare col papà ( sono andati ad una partita di calcio) visto che poi il padre partiva e stava via parecchi giorni.
quindi come vedi sono d'accordo: i ragazzi devono sentire l'accordo, però i genitori, con civilità e pacatezza devono esprimere la loro opinione con gli altri educatori dei figli, xkè nessuno è infallibile e i danno che si possono fare sono gravi

graz ha detto...

Emily, ricordo quella discussione sul tuo blog e credo che tu abbia agito in modo saggio ed equilibrato. Sprattutto nel non creare una contrapposizione tra famiglia da una parte e scout dall'altra.

Questo diventa poi vitale nei confronti della scuola, dove secondo me bisogna imparare, ed insegnare ai nostri figli, ad accettare anche le cose su cui non siamo d'accordo. Il che non significa chiaramente prendere tutto in modo acritico bensì valutare globalmente quanto l'esperienza scolastica si adatta alla propria etica familiare per decidere eventualmente che è il caso di cambiare quando le differenze dovessero essere inconciliabili. O comunque intervenire in modo pensato ed organico.

E mò non sono affatto sicura di non essermi incartata nelle mie stesse parole ... ;-))

Anonimo ha detto...

Che poi molte divergenze di opinione sarebbero sanabili se - educatamente e in modo collaborativo - si imparasse ciascuno a chiedere agli altri quali sono gli altrui obiettivi, priorità, scelte educative. Invece, genitori e insegnanti si mettono sempre sulla difensiva se devono spiegare come vogliono rivestire il ruolo che hanno. E così, invece di imparare gli uni dagli altri, o perlomeno confrontarsi, si scontrano in battaglie che sono spesso senza senso.
E così, anch'io sono andata fuori tema...

graz ha detto...

LGO, io vedo che l'aggressività reciproca è ormai la norma in qualsiasi situazione. E la grande baby sitter di tutti noi, la tv, ne è ovviamente simbolo e vessillo. Al punto tale che quando guardi una trasmissione come Xfactor e scopri che i diversi partecipanti parlano BENE gli uni degli altri tutta ti stranisci!!

Per non parlare poi di sapere articolare un discorso con un capo ed una coda, l'attention span da dieci minuti si traduce in una sostanziale afasia producendo personaggi per i quali Who-What-Where-When-Why altro non è che un esotico scioglilingua.

Inclusa la sottoscritta che si incarta nelle proprie parole molto più spesso di quanto vorrebbe ...