Obiettivo Trop Model

febbraio 19, 2010

A scuola!! a scuola ???? tzè .. a scuola vacci tu

Ieri era giovedì, giusto?


Io incontro il mio dirigentissimo fratello che tornava da accompagnare a scuola la figliola sua e dell'avvocatissima. Due chiacchiere veloci, cosa fate qesto we siete in montagna? si, dice lui, ANDIAMO SU STASERA.


Come stasera, dico io, e la bambina non va a scuola?


No, dice lui, non ci va. Lo abbiamo anche detto alla maestra che ha storto un pò il naso ma chevvuoifà, non ho potuto prendere ferie durante le vacanze di carnevale e quindi lo faccio adesso. Le maestre non saranno tanto contente ma almeno così noi possiamo farci qualche we lungo tanto la bambina è brava e se lo può permettere.


In effetti non è la prima volta che la coppia più figa del creato si concede un we lungo nella casa ai monti alla faccia del calendario scolastico...

Io trovo che questo bel gesto passa alemono due messaggi alla bambina che trovo uno peggio dell'altro, ovvero:


le regole esistono per gli altri ma non per me o, se preferite, le regole esistono ma se non mi piacciono me ne faccio delle altre


se sei figa ed hai i mezzi puoi pure fregartene delle regole


Complimentoni davvero!


Mi rendo conto però che dal punto di vista dei due figoni la cosa non rappresenti poi tutto questo scandalo: in fondo non fanno niente di male, no? la bambina in effetti è molto avanti, anche perchè molto seguita, e sicuramente ha imparato a leggere e scrivere prima ancora di iniziare la scuola. E, in perfetto stile aziendale da management by objectives, purchè tu centri i tuoi obiettivi puoi scegliere il come ed il quando, no?. In pratica la bambina si prende un giorno di ferie ogni tanto, no?


Che la scuola sia un'istituzione, che l'istituzione abbia le sue regole e che queste vadano rispettate a prescindere, direi che passa abbondantemente in secondo piano. Oltretutto non è nemmeno una trasgressione, perchè non si trasgredisce, non si mette in conto una punizione o conseguenza negativa, semplicemente si decide di fare un'altra cosa. O, meglio, si decide che un'altra cosa, addirittura una cosa ludica, è più importante della scuola e che non c'è autorità che tenga per impedirlo ('le maestre non saranno tanto contente')


Penso altresì a tutti i casi di comportamenti irridenti quando non palesemente ribelli che a scuola si verificano tutti i giorni, che io stessa ho vissuto in prima persona e di cui leggo sui vari blog di insegnanti.


E mi è venuto da pensare che probabilmente questo tipo di fenomeni sono il risultato di uno scontro fondamentale, quello in cui della triade del sapere, saper fare e saper essere, si arriva al massimo alla seconda. Perchè al saper essere ci pensiamo noi nucleo familiare inserito in un determinato contesto sociale ed a te scuola/società non riconosciamo nessun valore aggiunto.

Se poi aggiungiamo che la nostra scuola sempre più sgarrupata non ha mai avuto, nè tantomeno ha oggi, gli strumenti per insegnare un saper fare valido agli occhi di un mercato del lavoro che va sempre più veloce sia nel bene che nel male, arriviamo ad un'istituzione che sta perdendo, se non ha già perso, la sua ragion d'essere più profonda.

A questo punto mi chiedo: ma se questo è un cambiamento epocale nella mentalità delle persone, voglio dire, se io ho anche solo lontamente ragione, la scuola non dovrebbe prenderne atto? e se sì come?

10 commenti:

LGO ha detto...

La questione del saper fare che insegna la scuola e sulla sua relazione col mercato del lavoro è un abisso che per il momento lascerei da parte. Quanto al resto, trovo che tu abbia ragione: la dimostrazione è proprio che se provi a spiegare ai genitori cosa c'è di tanto sbagliato nel fare come cavolo vogliono, in genere proprio non capiscono. Perchè evidentemente non riconoscono nessun valore a quelle regole.
La scuola come può prenderne atto? Forse non può più. Forse ci ha provato ma i tentativi non hanno avuto eco. Forse non ha più nessuna forza di proporre nulla, la scuola come istituzione. Forse è diventato un problema, sociale e politico, più grande.

emily ha detto...

uhm....in linea di massima il discorso nn fa una piega se nn fosse che anche io ho sempre fatto come tuo fratello
stessa situazione: bambina molto in gamba (adesso col maschio nn potrei mai...vabbè faccia tosta....) ma io nn la vedevo così come la metti tu
io semplicemente vedevo mia figlia stanca, le influenze imperversavano e ogni giorno c'erano assenti, le pagelle consegnate quindi concluso il giro di interrogazione, e quindi 3 giorni in montagna nn mi sembravano una cosa sconvolgente
a dire la verità quelle 4 cretine delle sue maestre ( sono quelle che mi hanno detto che mai si sarebbero occupate di mia figlia- ritardata secondo loro- visto che IO avevo fatto l'errore della scuola steineriana....) hanno fatto il cazziatone a me e mio marito la prima volta che l'abiamo portata via, e x tacer del fatto che una di queste ha visto bene di sposarmi a fine gennaio e tornare a scuola un mese dopo.....

graz ha detto...

Emily, io sono del parere che una regola valida per tutti vada rispettata e che le nostre personali valutazioni di merito dovrebbero fare un passo indietro.

Dopodichè esiste la trasgressione (posto che si abbia consapevolezza del fatto che poi c'è un prezzo da pagare) ed esiste anche la contestazione. Non avoco l'obbedienza cieca.

Ma qui stiamo parlando di prendere decisioni sistematicamente contrarie alla regola perchè a te fa più comodo così e perchè tu hai deciso, sulla tua personale scala di valori, cosa è più importante.

Sta di fatto che da dopo le vacanze di Natale, sta roba del we lungo è già successa due volte.

E magari poi non succederà più quindi magari è il caso di andare al di là del caso personale. Quel che noto è che la scuola ha perso il suo carisma e quindi forse è il caso di provare a pensare in termini differenti. Forse Maria* &Co sono portatori di un pensiero differente che andrebbe capito meglio

(FORSE) (HO DETTO FORSE)

LGO, hai ragione il discorso del saper fare vs mercato del lavoro è lungo e non era esattamente ciò che avevo in mente. Piuttosto pensavo ad una scuola più pragmatica, in un contesto in cui il saper essere, per almeno metà della popolazione, si declina in modo diametralmente opposto rispetto all'altra metà. Boh ... discorso complicato ...

LaProf ha detto...

La scuola che prende atto e, per evitare i genitori che fanno fine settimana lunghi e settimane bianche ecc., decide, per esempio, di chiudere la settimana di carnevale così i genitori che possono si portano i figli dove vogliono, ecco, quella scuola lì va sui giornali per dire che i prof non c'han voglia di lavorare.

Detto questo, e detto che sono contraria alla chiusura di una settimana, ché i genitori rinunciano alla settimana bianca e amen, se c'è la scuola; detto che le maestre che cita Emily sembrano pessime, ecco, devo dire che la maestra che si è sposata ha semplicemente esercitato un suo diritto, e che, comunque, la licenza matrimoniale è di quattordici giorni.

Mammamsterdam ha detto...

Io ho amici qui i cui figli vanno alla British school (carissima) o altre scuole e come noi hanno le vacanze ogni 6-8 settimane, diversamente da noi spesso hann de settimane alla volta invece di una.

in quelle scuole si lavora molto intensamente, i bambini si stancano e mi diceva una madre che in fondo quelle settimane lì ci volevano tutte.

Allora voglio dire: un'organizzazione diversa da quella arcaica nostra con le megavacanze estive perché i bambini dovevano aiutare nel raccolto non appartiene a questi tempi, non è comoda per i genitori che lavorano, non tiene conto dei ritrmi di apprendimento e delle stanchezze dei bambini. OK. Si potrebbe cambiare guardando a quello che succede in altri paesi. Intendiamoci i bambini con 10-12 settimane di vacanza l'anno sono una croce da sistemare per qualsiasi genitore che lavora, indipendentemente da quando cadono.

Lì si può lavorare. Ma il principio che dici tu è verissimo, è un gran guaio.

Però secondo me deve venire da due parti e la Scuola (non la scuola degli insegnanti eroici, la scuola delle classi, la scuola della percezione dei bambini, ma la scuola dei manager, dei finanziamenti alla stessa, dello svilupo tecnico, scientifico ed economico del paese) deve fare un gran bel ripensamento su sé stessa e le sue finalità.

Oppure diciamocelo chiaro che la scuola non è un diritto ma un lusso per chi può pagarselo e per gli altri istituiamo dei campi di lavoro, che invece di costare poi rendono.

Eccheccà (tronco nqui che mi scuoce la pasta)

emily ha detto...

la maestra ha preso la settimana prima nn so in che modo, 15 giorni di licenza e 8 giorni al ritorno x...dissenteria....totale un mese di vacanza durante il periodo scolastico, quando se tutto questo avveniva da giugno a settembre nn c'era il disagio che ha provocato tutto questo.
questo x dire che sparire 3 giorni come ho fatto io quella volta sarà uno strappo alla regola, ma va detto che c'erano due supplenti du tre maestre, nn credevo di fare un delitto.

graz ha detto...

Ho scritto un post che i commenti debordanti mi infastidiscono assai.

Quel che mi rimane da dire però è che la deleggittimazione costante e puntuale divenuta ormai strumento politico dev'essere un fardello parecchio pesante da portare, considerando poi che quando le cose funzionano è spesso perchè le persone le fanno funzionare sulla propria pelle, in particolare nella scuola.

Purtroppo però bisogna anche ammettere che tutti noi conosciamo almeno un caso in cui un onesto lavoratore pubblico ha dribblato con maggiore o minore eleganza le regole a proprio esclusivo vantaggio, tranquillo/a del fatto che questo non avrebbe avuto particolari conseguenze a proprio discapito ...

graz ha detto...

Emily, io torno a rubricare l'una tantum alla voce 'trasgressione', che una la fa, sa che sarebbe meglio non farla, si aspetta pure che le tirino le orecchie ma intanto ha ben chiaro qual'è la regola e che va seguita.

Però

'two wrongs do not make a right'!!

emily ha detto...

ma io nn l'ho vissuta come una trasgressione....questo è il punto. un insegnante che fa tre mesi di ferie all'anno o che fa sciopero fatalità il sabato o che si ammala durante i possibili ponti o che si sposa durante l'anno è l'ultima persona che mi dice quando andare in ferie.

graz ha detto...

Emily, IMHO non è l'insegnante che ti dice quando far le ferie, è l'istituzione. Se poi l'insegnante è una cazzona allora la strada è tentare di ricusare l'insegnante non farsi delle regole alternative.

Che poi sia facile da dire ed impossibile da fare, questo è parte del problema, parte della ragione per cui l'istituzione ha perso quel carisma che una volta aveva. Perchè, non so te, ma ai miei tempi prima di arrivare a dire che la/gli insegnante/i aveva/no torto sai quanti calci nel sedere IO mi pigliavo??? E, per esempio, la mia prima maestra elementare, l'infelice maestra Di Meo, una cazzona lo era abbastanza visto che mi umiliava costantemente perchè i miei erano MERIDIONALI (non diceva terroni perchè lei sì che era una donna di classe!!)

(ahiiii quando si comincia a dire 'ai miei tempi' è fatta, lo so)