Obiettivo Trop Model

febbraio 24, 2010

In nome delle belle ragazze albanesi

Io davvero mi domando, e non capisco, come sia possibile che persone intelligenti e oneste non siano ripetutamente disgustate da tutta l'aneddotica che circonda il berlu. Ed uso la parola in senso lato perchè le sue gesta quotidiane vanno bene al di là dell'aneddoto. Io cerco con ostinazione di evitare di leggere alcunchè che lo riguardi, anche alla lontana, sentendomi una vigliacca, una silenziona connivente.

Penso alla metafora della rana bollita, quella che dice che se butti una rana in una pentola d'acqua bollente quella schizzerà via ma che se la metti in una pentola e poi accendi sotto il fuoco la rana passerà da una gradevole sensazione di tepore alla bollitura senza rendersene conto.

Ecco, mi sento la rana in via di bollitura. Forse sono già lessa e non me ne sono accorta.

Poi mi arriva l'ennesima catena via mail ed io che normalmente dò un'occhiata e cancello, che mi rifiuto di inoltrare o anche solo prendere seriamente alcunchè, ne vengo catturata e non solo leggo fino in fondo ma decido di darne la più alta visibilità in mio potere.

Non ho mai letto nulla di questa scrittrice, tantomeno questa lettera prima che un'amica me la inviasse. Ma anche se è una bufala, se questa lettera non è mai esistita per davvero, avrei voluto scriverla io parola per parola. Perchè davvero, questo venditore di auto usate, questo imbonitore di popolo, mi fa davvero schifo.

Dalla scrittrice albanese Elvira Dones riceviamo questa lettera aperta al premier Silvio Berlusconi in merito alla battuta del Cavaliere sulle "belle ragazze albanesi". Durante il recente incontro con Berisha, il premier ha attaccato gli scafisti e ha chiesto più vigilanza all'Albania. Poi ha aggiunto: "Faremo eccezioni solo per chi porta belle ragazze".

"Egregio Signor Presidente del Consiglio,

le scrivo su un giornale che lei non legge, eppure qualche parola gliela devo, perché venerdì il suo disinvolto senso dello humor ha toccato persone a me molto care: "le belle ragazze albanesi". Mentre il premier del mio paese d'origine, Sali Berisha, confermava l'impegno del suo esecutivo nella lotta agli scafisti, lei ha puntualizzato che "per chi porta belle ragazze possiamo fare un'eccezione."

Io quelle "belle ragazze" le ho incontrate, ne ho incontrate a decine, di notte e di giorno, di nascosto dai loro magnaccia, le ho seguite da Garbagnate Milanese fino in Sicilia. Mi hanno raccontato sprazzi delle loro vite violate, strozzate, devastate. A "Stella" i suoi padroni avevano inciso sullo stomaco una parola: puttana. Era una bella ragazza con un difetto: rapita in Albania e trasportata in Italia, si rifiutava di andare sul marciapiede. Dopo un mese di stupri collettivi ad opera di magnaccia albanesi e soci italiani, le toccò piegarsi. Conobbe i marciapiedi del Piemonte, del Lazio, della Liguria, e chissà quanti altri. È solo allora - tre anni più tardi - che le incisero la sua professione sulla pancia: così, per gioco o per sfizio.

Ai tempi era una bella ragazza, sì. Oggi è solo un rifiuto della società, non si innamorerà mai più, non diventerà mai madre e nonna. Quel puttana sulla pancia le ha cancellato ogni barlume di speranza e di fiducia nell'uomo, il massacro dei clienti e dei protettori le ha distrutto l'utero.

Sulle "belle ragazze" scrissi un romanzo, pubblicato in Italia con il titolo Sole bruciato. Anni più tardi girai un documentario per la tivù svizzera: andai in cerca di un'altra bella ragazza, si chiamava Brunilda, suo padre mi aveva pregato in lacrime di indagare su di lei. Era un padre come tanti altri padri albanesi ai quali erano scomparse le figlie, rapite, mutilate, appese a testa in giù in macellerie dismesse se osavano ribellarsi. Era un padre come lei, Presidente, solo meno fortunato. E ancora oggi il padre di Brunilda non accetta che sua figlia sia morta per sempre, affogata in mare o giustiziata in qualche angolo di periferia. Lui continua a sperare, sogna il miracolo. È una storia lunga, Presidente... Ma se sapessi di poter contare sulla sua attenzione, le invierei una copia del mio libro, o le spedirei il documentario, o farei volentieri due chiacchiere con lei. Ma l'avviso, signor Presidente: alle battute rispondo, non le ingoio.

In nome di ogni Stella, Bianca, Brunilda e delle loro famiglie queste poche righe gliele dovevo. In questi vent'anni di difficile transizione l'Albania s'è inflitta molte sofferenze e molte ferite con le sue stesse mani, ma nel popolo albanese cresce anche la voglia di poter finalmente camminare a spalle dritte e testa alta. L'Albania non ha più pazienza né comprensione per le umiliazioni gratuite. Credo che se lei la smettesse di considerare i drammi umani come materiale per battutacce da bar a tarda ora, non avrebbe che da guadagnarci."

* Elvira Dones, scrittrice-giornalista.
Nata a Durazzo nel 1960, si è laureata in Lettere albanesi e inglesi all'Università di Tirana. Emigrata dal suo Paese prima della caduta del Muro di Berlino, dal 1988 al 2004 ha vissuto e lavorato in Svizzera. Attualmente risiede negli Stati Uniti, dove alla narrativa alterna il lavoro di giornalista e sceneggiatrice.

7 commenti:

lucia ha detto...

il brutto è che è tutto vero...
la lettera è comparsa su repubblica: http://www.repubblica.it/politica/2010/02/15/news/scrittrice_albanese-2292563/index.html?ref=search
quando il nano malefico ha fatto quell'infelice battuta avevo appena letto questo:
http://femminileplurale.wordpress.com/2010/02/10/prostituzione-schiavitu-e-tortura/
ti lascio immaginare cos'avrei voluto fargli...

ziacris ha detto...

Credo che il SB nazionale non abbia abbastanza intelligenza percapire quello che gli è stato scritto e detto...come vorrei renderlo intelligente per 5 minuti.
Io mi sento molto rana

emily ha detto...

ok facciamoci tirare i pomodori addosso: la prima volta che ho letto di questa polemica ho pensato anche io: ma azzo è solo una battuta, se ogni volta che apre bocca gli tirano una pietra lo facciamo diventare un martire!
però poi riflettendoci hai ragione, è una battuta che sottointende tante cose sgradevoli, che hanno a che fare con l'idea distorta di sessualità maschile, del potere dei soldi e della violenza.
uno schifo insomma altro che ridere

graz ha detto...

Lucia, grazie del puntatore, appena posso vado a leggere

ZiaCris, mah quello è più furbo che bello e con queste oscenità fa il solletico ad un sacco di idioti che lo trovano spiritoso

Emily, infatti. Io sono d'accordo che bisognerebbe stendere un velo di silenzio su questo imbonitore da mercati generali, che a star lì a commentare continuamente su quel che dice e quel che fa di sicuro c'è solo che gli fa pubblicità. Ma questa battuta non è solo una battuta. E se fosse fatta da un'idiota al bar mi farebbe pena e schifo ma da uno che - ahimè - rappresenta pure me mi fa davvero ribollire il sangue nelle vene. 'sto stronzo. Ci metterei lui su di un gommone ...

lerinni ha detto...

l'avevo letta su repubblica. e mi era venuto il voltastomaco - sensazione che, devo dire, quello schifoso soggetto mi causa molto spesso.

LGO ha detto...

L'avevo letta anch'io.
Che devo dire?
Leggi, ti sale su la rabbia e l'indignazione, e poi alla fine in qualche modo bisogna andare avanti. Oscillando tra il desiderio folle che tutto finisca in fretta, e la tristezza di sapere che ci vorrà un bel po'.

Mammamsterdam ha detto...

L'avevo letta su Repubblica e per una volta avevo deciso di non commentarla, che era già una giornata no di bog compulsivo.

Che dire, un padre così sarebbe da non augurare a nessuno.