Obiettivo Trop Model

febbraio 03, 2009

Non ce la posso fare

Il post della princi non vien fuori. Oggi ero partita ma l'avevo presa troppo alla larga, un manovra mal fatta e blogger, saggio, se l'è mangiato.

Il punto è che ho un vortice di pensieri in testa e non riesco a dar loro un ordine. Qualche giorno fa ho visto in televisione una trasmissione in cui madre e figlie raccontavano del loro rapporto. Mi si è stretto il cuore perchè non so cosa mia figlia potrebbe raccontare se qualcuno la intervistasse al riguardo. So cosa potrei raccontare io della mia e non farebbe la stessa figura di quelle donne. Io sono stata molto arrabbiata con mia madre e forse lo sono ancora. Solo recentemente ho iniziato a provare tenerezza per il suo ricordo e nostalgia, non è molto che mi dico che non posso più chiedere questo o quello a mamma.

Quando io ero piccola era una mamma indaffarata ma poco organizzata, si perdeva a far quei mestieri che le piacevano e ne trascurava altri. Non voleva un aiuto domestico e faceva le cose a modo suo, MOLTO a modo suo. Risparmiava all'osso per pagare la casa e per mettere da parte dei soldi, ed infatti in una vita matrimoniale sono riusciti a comprarsi, mio padre e lei, la casa di città, un monolocale al mare ed un alloggetto in montagna. Ho due fratelli quasi gemelli (per pochi giorni non ne ho fatti due in un anno, diceva lei) di 4 e 5 anni più piccoli di me, immagino che questo abbia contribuito a quanto le fosse incasinata. Ad ogni modo non ho ricordi di pomeriggi al parco, compiti fatti insieme o giochi di alcun genere e tipo. Però la ricordo cantare quando puliva la verdura, la ricordo scherzare, la ricordo quando si incazzava e faceva la matta, quando cuciva e quando mi picchiava con la riga da sarta, quando cucinava e ci metteva lì vicino a lei a 'scioccà emmosche'.

Quando sono stata adolescente sono iniziati i guai seri: lei non aveva potuto, o voluto, adeguarsi al cambiamento dei tempi e mi imponeva o avrebbe voluto importi usi e costumi ormai estinti: dagli assorbenti di stoffa tenuti su con delle terribili spille appuntate alle mutande, alle calze di nylon (concessione strappata con i denti) tinta carne perchè così non si sarebbero viste le smagliature, passando per il tailleur velluto millerighe con gonna a 4 teli che mi faceva vomitare. Ricordo la rivista sulla porta di casa ed il 'vai a cambiarti' con cui condannava le mie mise. Ricordo come davvero pensasse che mi avrebbe cucito il vestito da ballo e mi avrebbe accompagnato a salone delle danze dove lei avrebbe fatto tapezzeria assieme alle altre madri mentre noi figliole avremmo ballato e conosciuto i nostri futuri mariti .. CI CREDEVA VERAMENTE, almeno fino ad un certo momento!!!

Io per contro ero proiettata in avanti ed ero una ribelle, i limiti che lei cercava di impormi non li potevo proprio reggere. Sono andata via di casa a vent'anni e perchè i rapporti migliorassero ho dovuto sposarmi. A ventiquattro anni.

Quando ero incinta del mio primo credo che lei abbia aspettato la nascita con la stessa partecipazione che se il figlio fosse stato il suo. Ha preparato le fasce di quando io ero piccola (i ciripà ma anche i triangolini di cotone), ha preparato il lettino con i lenzuolini cuciti a mano, il paracolpi con la coperta coordinata. Poi è nato il pupo ed io non ho voluto mettergli la canotta di lana. Ne è venuto fuori un dramma. Solo recentemente mi sono immedesimata in lei ed ho pensato che sono stata troppo dura, di fatto le ho impedito di rivivere le sue gravidanze e maternità, non ho ceduto le teorie di puericultura di cui ero infarcita nemmeno per il suo bene. Francamente non ho nemmeno intuito che la partita si giocasse su quel livello, per me era solo lei che non mi riconosceva in quanto madre a mia volta.

Potrei continuare così con una sfilza di esempi che seguono tutte le cose che sono accadute nella mia vita. In sostanza non mi accettava nel mio essere diversa da lei. La battaglia era una sorta di mors tua, vita mea. Per andare d'accordo con lei avrei dovuto sopprimere me stessa e diventare una sua copia. E la sua continua critica nei miei confronti era presa paro paro da mio padre che pur di difenderla non esitava a schierarsi con lei contro di me.

Quando è morta io non ho sofferto più di tanto. E mi spiace molto dirlo. Ero arrabbiata con lei perchè della sua malattia, per un lungo tempo quasi asintomatica, aveva fatto un monumento, una tragedia. Disconosceva le sofferenze di chiunque altro, c'era sempre lei più sofferente di tutti. E mio padre appresso. Oggi non ricordo nemmeno più perchè si litigasse. Qualsiasi cosa io le raccontassi lei trovava il modo di darmi torto.

E' morta nel 2002, solo da poco sto iniziando a perdonarla.

Se io avessi preso parte a quel programma non avrei potuto raccontare tutte le cose tenere ed un pò magiche che quelle donne e quelle bambine raccontavano della propria madre. E tutto questo senza poter dire che mia madre non sia stata una buona madre. Lo è stata, per carità. Forse una buona madre di quelle di una volta che non si perdevano tanto in chiacchiere perchè troppo occupate a fare i fatti ...

Se questo è l'antefatto con mia madre, cosa posso aver passato a mia figlia? cosa racconterebbe se la intervistassero?

Dopo aver visto quella trasmissione gliel'ho chiesto per la verità. Ma ci veniva da piangere. A tutte e due. Ed ho smesso di far domande.

Il post della princi verrà fuori. Questo ne è un pezzo

3 commenti:

Mammamsterdam ha detto...

Ah, senti, mio padre è morto nel 1995 e delle volte ancora ci litigo e gli dò le risposte che non ho fatto 35 anni fa.

Penso che forse proprio questa opposizione ha fatto di te la donna che sei e se sei convinta di non esser venuta su poi tanto male, ringraziala anche per questo.

Ti ha fondamentalmente costretta ad andartene, nei modi che potevi, che ti avranno portata a fare altre scelte.

Ma pensa se le cose fossero andate anche un pelo diversamente.

Se non vi foste scontrate troppo.

Se avesse accettato di più il tuo modo di vedere le cose.

Le avresti voluto più bene? (parlo per me, intendiamoci, credo che sarei venuta fuori forse con meno paure, meno paturnie, meno senso di ingiustizia. Non c'è niente di male a crescer senza conflitti, mica ci dobbiamo tutti temperare nell'acqua ghiacciata?)

Bello che con la Principessa ci piangete insieme. Fatelo un pochino di più, se potete, che quella è la prima parte ed è normale.

Ma pensa anche che la principessa ti sta ancora in casa, e quindi nel bene e nel male il suo spazio e la tua approvazione gliela dai. Sennò quanto ci aveva messo ad andarsene?

(magari mettila a spoverare fissa un paio di volte la settimana).

Monica ha detto...

a legger questo, fatte le debite proporzioni, mi è sembrato di arrivare a casa. ehi! chi è che parla come se fossi io a parlare ... con le stesse domande su una figlia di quasi 11 anni che veleggia verso la fase delle lotte preadolescenziali.... cosa dirà di noi....

e questo è l'antefatto.

poi da poco mi succede qualcosa, si fa parte del perdonare, ma anche dell'aver imparato una nuova chiave di lettura, depsicologizzata. e così adesso comincio a vedere la nostra storia in base a ciò che ho imparato da lei, dalle cose belle, dalle sbavature, delle lagne, le lune, le distanze e i silenzi.
dall'amore per le cose in ordine, dalla cura dei dettagli, dall'impegno verso il lavoro e la famiglia, i libri... cose che io ho scoperto che sono mie, altrettanto mie solo che le uso altrove e in modi diversi ... ma è ciò che ho imparato da una mia formatrice che mi ha permesso di rivedere i miei 46 anni da una prospettiva più serena ... e poi a vedere me stessa e le mie sbavature con maggiore lucidità (cose che sono mie e non sono colpe altrui, sono i miei spigoli) un saluto monica

graz ha detto...

Che dire? Posso (parlare) scrivere per delle ore del bartender, della princi sto cercando di scrivere da un pò e sto post resta inchiodato dentro. Mi è venuto fuori di tutto e la storia con mia madre è stata la prima di una serie di post che ho scritto nella mia testa. Forse la sto partorendo una seconda volta ... ;-). Ma ho voglia di scriverlo.

Monica, ho dovuto rileggere il tuo commento più volte. Poi ho deciso che parlavi di tua madre, magari sbaglio. E allora, non ci crederai, ma questa è una delle prime volte che ho pensato in positivo alla mia ed alle cose buone che ho dentro e che arrivano da lei. Una tra tutte? la forza. Nonostante tutte le lagne della mia madre malata io se penso a lei penso ad una tosta. Vaccapire!!!

E ci voleva il tuo commento, ci voleva!!!???