Obiettivo Trop Model

febbraio 05, 2009

Che magone ...

Allarme rosso, il bartender è alle pezze. Lavora per un locale cool, talmente cool che non ritengono necessario pagarlo nè tantomeno metterlo un filino in regola. Gli hanno fatto un contratto a chiamata in virtù del quale risulta chiamato quelle tre max quattro volte al mese, il resto lo lavora in nero. Gli danno 60€ per serata, dove la serata è quella cosa che inizia alle 18 e termina quando il locale chiude: l'una, le due, le tre, qualche volta anche le quattro. Quando però vogliono risparmiare lo fanno iniziare alle 20, e gli tolgono 20€, si vede che le ore dalle 18 alle 20 sono migliori di quelle da mezzanotte in avanti ....

E' un locale che 60€ li incassa con 10 consumazioni, 12 a voler esagerare. O con una cena per due. O con 60 caffè, al banco però perchè se ti siedi e te lo fai portare ne bastano molti meno.

Da dopo l'estate il barteder viene chiamato a lavorare non più di 3 sere/settimana, la stagione non è propizia c'è meno lavoro, l'estate è stata molto piovosa e non ha reso come previsto, etc etc il bartender deve pagarsi l'affitto e mangiare sia d'estate che d'inverno ma questo non sembra disturbare i soci titolari. Del resto si sa che è un mestiere soggetto a stagionalità ...

Il bartender è parecchio deluso da questo trattamento anche perchè si è speso senza misura per la contentezza di lavorare in questo ambiente, è parecchio preoccupato perchè fa fatica con i soldi, nell'insieme è parecchio nervoso. Una sera immaturità, frustrazione e testa calda fanno strike e lui litiga in modo molto - troppo - sostenuto con uno dei titolari che poco dopo chiederà la sua testa: il bartender viene sospeso per due settimane.

Il bartender decide che il giocattolo si è rotto, l'entusiasmo non c'è più, la fiducia già non c'era e capisce che è ora di levar le tende: inizia a spacciar CV ma le risposte tardano a venire. Non è certo periodo di aumentare o rinnovare lo staff: inverno, tempo da lupi e neve ogni 10gg la gente non è che faccia la coda per entrare nei locali. Il bartender continua a spacciar CV ma per il momento non si muove foglia. Finita la punizione il locale cool gli fa il predicozzo e lo reintegra a 2gg settimana (sabato e domenica, chiaramente), non si sa se 2gg per il momento e poi aumentano oppure se il nuovo corso quello sarà. Il bartender deve pagar l'affitto ma ai signori soci del locale cool - che si comprano il cappotto da SanCarlo e che spendono in coca quello che il bartender spende di affitto - a lor signori che cazzo gliene deve mai fregare?

Il bartender a questo punto ha paura. Guarda il futuro con gli occhi spaesati e comincia a sentire il sapore di parole come disoccupazione oppure zero prospettive. Va a fare la spesa al discount per risparmiare ma le osservazioni sociologiche che gli vengono spontanee sono così deprimenti che preferisce non fare la spesa o andare al super di marchio che costerà di più ma per lo meno non ti mette addosso la paura. Il bartender osserva la coppia di genitori con bimbo piccolo che vestono il bimbo all'onor del mondo ma poi hanno le maglie consunte e le scarpe sfilacciate. Vede anche il proprietario di grande negozio figo centrale che fa la spesa al discount. Vede le famiglie di immigrati e gli immigrati senza famiglia. Il lato B della città. Il bartender ha gli occhi grandi e mal di stomaco, sua madre che guarda quegli occhi ci vede dentro la paura: sarò anche io uno così?

La madre del bartender vorrebbe aver fatto qualcosa perchè le cose oggi fossero diverse, vorrebbe fare qualcosa per impedire che gli occhi del bartender finiscano per aver visto giusto. Ma non sa cosa. Forse non c'è niente da fare.

2 commenti:

Mammamsterdam ha detto...

Si cresce anche così, purtroppo. E dio sa se come madre non avresti preferito diversamente, e che ti preoccupi che per la frustrazione E la paura non faccia qualche cazzata.

Io non credo che tu avresti potuto fare qualcosa prima. Forse puoi fare qualcosa adesso. Spiegare al bartender che lavoretto per lavoretto potrebbe rimettersi a fare lo studente, stringere la cinghia, limitare i consumi voluttuari, andare una volta alla settimana a mangiare da mammà per stressarla un po' e darle modo di occuparsi tangibilmente di te intanto che controlla che stai bene.
E intanto riqualificarsi, studiare, inventarsi qualcosa.
Che forse nella vita la fighettagine passa anche per il pedaggio di una crisi, ma che la crisi può essere un'opportunità di riflessione e crescita. se non dura troppo.

Qui il prossimo anno ricomincia la ripresa dicono. Noi a un certo ounto sappiamo che passata la crisi torna il sereno, da qualche parte almeno, lui ancora no.

graz ha detto...

Ba, non mi sono spiegata. Qua i fenomeni in ballo sono più di uno.

Mammà che fa fatica a gestirsi la disperazione in potenza di un figlio, e non è niente di nuovo.

La crescita del pupo attraverso una grossa crisi ed anche qua non c'è novità e ben venga il periodo nero se gli serve a capire alcune cosette, tra le quali la vecchia storia che chi ha il coltello dalla parte del manico lo usa, gli altri si tagliano le mani.

Ciò che non posso accettare però, è che un fottuto locale che fa 20-25 drinks da 6-7 euro cad con UNA bottiglia di alcolico possa permettersi di pagare un cristiano che lavora dalle 6 alle 9 ore un totale di 60E e detrarne 20 se detto locale posticipa arbitrariamente l'inizio orario di 2 ore. Che possa permettersi di far lavorare medesimo cristiano 7/7 in un periodo e x/7 in un altro, dove x tende a diosolosacosa e cmq non è nemmeno lontanamente sotto il controllo di suddetto cristiano. Che possa permettersi di fare un contratto A CHIAMATA (grazie Biagi) per legittimare la presenza di un cristiano 2-3 serate/mese e poi farlo lavorare 20-25 o 30 serate/mese. Che alla fine di tutto questo detto cristiano non abbia dalla sua che la possibilità di crearsi una rete di relazioni che lo salvi.

Detto cristiano sta - in teoria - investendo nella propria preparazione per il lavoro che vuole fare e non è cosa di suggerirgli di fare altro lavoretto se quello che vuole fare è il bartender. Dovrebbe poter fare la GIUSTA gavetta per imparare il mestiere che in teoria si è scelto.

Che poi detto cristiano sia pure un tantinello dissipato e sventato verò è ma questo non dovrebbe entrarci granchè con un sistema economico-politico che sopravvive solo perchè ciula nel manico e non perchè ha le carte per sopravvivere. E per carte intendo capacità produttiva, creatività, innovazione ed onestà professionale ed intellettuale.

Io sono troppo incazzata stasera per pensare lucidamente, mi sa.