Obiettivo Trop Model

luglio 24, 2011

Boicottare il lavoro nero?

o sfruttato o malpagato, insomma, ci siamo capiti.

Stamane, come tutte le domeniche, spedizione al mercato del paesello montano dove Carla la contadina mi vende frutta e verdura ormai da qualche anno. Acquisto prodotti anche un poco più cari di quelli provenienti dal circuito distributivo dei mercati generali ma con una garanzia di freschezza assoluta, sostenendo il lavoro del coltivatore diretto ed evitando di contribuire alla movimentazione su terra di ingenti quantitativi di merce con relative problematiche di inquinamento ambientale e non. Chiaramente la varietà è solo quella stagionale e locale ma a me/noi va benissimo così e ci sembra di fare la cosa giusta, oltre che la cosa buona (e la differenza, vi assicuro, è notevole).
Il mercato in questione è piccolino quindi fortunatamente non ci sono grosse occasioni per buttar via quattrini ma il solito banco acchiappatutti c'è: un blocchista nordafricano con due ragazzi che non hanno nemmeno il compito di ricevere i pagamenti (i pezzi non costano mai più di 5€ cad), normalmente biancheria intima ma oggi aveva anche una montagna di occhiali da lettura, quelli da presbite, da vecchietti insomma. Io non so chi dei miei pochi lettori sta già combattendo con le scritte che diventano ogni giorno più piccole e più sfocate ma vi assicuro che è una rottura di scatole significativa. Anche perchè, a meno di avere occhiali con lenti a più gradazioni (multifocali), il casino è che per vedere a distanza gli occhiali non occorrono anzi sono fastidiosi mentre se non ce li hai non leggi una ricca fava. La spesa diventa una rottura di palle non da poco: leggere gli ingredienti, i prezzi, le pezzature ... insomma il supermercato è un campo di battaglia. Nonchè qualsiasi altra situazione in cui leggere possa avere una qualche rilevanza. Incluso prendere un caffè al bar: hai visto mai che ti venisse voglia di dare una scorsa al giornale?

E ovviamente sei sempre in un posto diverso rispetto agli occhiali! Fino a quando non ne hai comprato un numero sufficiente da spargerli per ogni dove tu possa averne bisogno (la borsa, la scrivania, la macchina, la libreria, in cucina vicino ai libri di ricette, in un paio di tasche tattiche, etc etc etc).

E qui viene il bello.

Perchè gli occhiali fatti dall'ottico sono effettivamente meglio calibrati, li usi ad una distanza ragionevole anche superiore ai 30-40 cm che pare essere la distanza di lettura, per esempio vanno bene anche per lavorare al pc. Possono poi avere montature accattivanti e modaiole, lenti eventualmente colorate per leggere anche al sole e via narrando. E costano di conseguenza! dipende ovviamente dalla montatura ma quelli che la cana bionda mi ha masticato arrivavano tranquillamente intorno ai 250€ (e notare che le lenti da presbite non sono particolarmente sofisticate quindi dovrebbero costare meno di altre)



Io ne ho fatti fare due paia e poi ho deciso che non mi potevo svenare per la presbiopia e quindi sono ricorsa a quelli da farmacia: 30€. Colorati, non proprio bruttissimi ma si può fare di molto meglio, hanno il grosso difetto di essere calibrati esattamente per la distanza di lettura di cui sopra e quindi tutt'intorno il mondo appare ingigantito e sfocato, inclusa la distanza di ca. 60cm necessaria per scrivere al pc. Danno abbastanza fastidio in effetti anche se la lettura in sè e per sè funziona bene, forse persino un poco meglio degli altri.

E poi ci sono quelli del mercato, del blocco di oggi ad esempio. Montature bruttarelle ma anche molto colorate, disegnate, vagamente modaiole, calibrati esattamente come quelli da farmacia, costo: 3€. Attenzione, ripeto, 3(si legge tre)€.

Poi guardo meglio e vedo che l'etichetta dice importato dalla ditta individuale XenXiaoPong indirizzo questo e quest'altro, Roma.

E allora penso alle fabbrichette nascoste negli scantinati, con gli immigrati cinesi (o anche più probabilmente le immigrate) che lavorano 12x7 e non escono nemmeno per andare a fare una passeggiata, e non imparano l'italiano e vivono in ghetti che non capisci come sia possibile che le pizzerie sono ormai quasi tutte gestite da cinesi ma in giro per strada non se ne vedono mai, men che meno al cimitero. Voglio dire sono la metà di melle possibile che non abbiano visibilità alcuna?

E penso al nostro indotto dell'abbigliamento, della pelletteria, del tessile, piuttosto che alla cucitura/produzione dei divani che vanno a farsi fottere perchè non riescono a reggere la concorrenza di produzioni che lavorano al di fuori delle regole anche quando lavorano sul territorio italiano. E penso pure ad una dichiarazione di made in Italy che ti chiedi a cosa serva se poi viene fatto a queste condizioni, magari assemblando localmente oggetti prodotti sui mercati cinesi alle condizioni che sappiamo essersi realizzate laggiù (e mi riferisco sia allo sfuttamento del lavoro che alla disinvoltura nel copiare).

E allora mi dico, come mi sono detta un tot di volte fino ad oggi, che nossignore questo approccio al mercato non va sostenuto, costeranno anche di meno ma io non li compro i prodotti che arrivano da questi meccanismi qua. E si badi bene che non è una questione di razzismo o simili stupidaggini, è proprio che lo sfruttamento del lavoro i miei soldi non li avrà. Soprattutto se dietro c'è una produzione sul territorio italiano e non ci sono tutte le considerazioni a latere del tipo 'si vabbè ha 11 anni e cuce palloni ma almeno così la sua famiglia mangia' etc etc etc

E quindi gli occhiali non me li sono comperati.

Ma poi mi sono sentita un pò stupida perchè, al di là della validità di quanto sopra, quel che davvero stamane mi sono chiesta è  se a fronte di qualità dei materiali tutto sommato analoghi e di lenti che sono poi delle semplici lenti di ingrandimento, è mai possibile che un costo dieci volte maggiore quando non poco meno di cento volte maggiore sia giustificato????

Perchè va da sè che gli occhiali acquistati in farmacia sono esattamente la stessa roba, solo che la distribuzione e vendita è un pò meno raffazzonata del banco di blocchista al mercato.

E cosa vogliamo dire del mio ottico che mi vende un paio di occhiali in acetato, carini finchè vuoi ma sicuramente non pezzi unici, dopo avermi misurato la vista e dimensionato le lenti in modo che accomodino la mia presbiopia ma anche un tot di astigmatismo (operazione che ha richiesto circa mezz'oretta a voler esagerare), mettendo dentro tutto dal costo del negozio fighetto in centro al suo lavoro nell'aiutarmi a scegliere la montatura (viste tutte e scelto la prima max seconda che mi aveva mostrato) al lavoro di coloro che gli occhiali me li hanno poi preparati; insomma anche volendo essere generosi ma tutto ciò davvero giustifica un prezzo 80 volte maggiore?????

E' quindi così corretto boicottare il lavoro cinese, per scorretto che sia, a favore del ciclo made in Italy (ammesso e non concesso che lo sia davvero fino in fondo)?

8 commenti:

LA LUNA NERA ha detto...

considerazioni che faccio spesso anch'io, e poi come te, mi sembra di fare un buco nell'acqua ad evitare l'acquisto di prodotti provenienti da circuiti di sfruttamento perchè, l'alternativa, sono i prodotti marchiati "made in Italy" che spesso, l'Italia la vedono per la prima volta sul banco del mercato (ma anche in tanti negozi di firme). basta rispolverare qualche puntata di Report per capire che niente è come appare.
sui prezzi decuplicati senza motivo caliamo un velo, che questa settimana mi hanno fatto girare anche quelle che non ho! però mi chiedo: che succederebbe se semplicemente cominciassimo a chiedere conto: "da quale calcolo scaturisce questo prezzo? qual'è la tariffa oraria riconosciuta per la categoria?" così, domande semplici, innocenti.
E' sacrosanto che la competenza e il lavoro vengono riconosciuti, ma io vedo troppo spesso che chi è meno competente più pretende e questo non possiamo tollerarlo! ad es io non tollerò più il mio (sedicente) idraulico. dovrò imparare a farne a meno.
ecco, un'altra cosa da riscoprire è il fai-da te, l'imparare a fare le cose per sè, arte nella quale noi italiani eravamo maestri. dobbiamo riscoprire l'importanza di essere autosufficenti, indipendenti, è così che si conquista la vera libertà. e non ci lasciamo imbambolare da quelli che predicano il consumismo per far ripartire l'economia.

Mammamsterdam ha detto...

Una domanda leggerina e facile, nevvero, tanto per cominciare la settimana?

Mr. G ha detto...

Problema reale, e non di facile soluzione.
Purtroppo, una delle principali cause di questo stato di cose (volenti o meno; consapevoli o meno) siamo proprio noi stessi.
Noi che cerchiamo sempre "il prezzo più basso" (senza domandarci quale qualità sia associata a tale prodotto, o a quale "prezzo umano" tale prodotto sia stato confezionato).
Se coi prodotti alimentari "a filiera corta" qualche auspicata certezza sull'origine e qualità della merce la possiamo nutrire, con quasi tutti gli altri prodotti siamo in balìa dei venditori (che non sappiamo per certo se realmente producono, o a loro volta si approvvigionano "dove costa meno").

Il cittadino consumatore potrebbe avere una enorme leva di potere su questo stato di cose: ma esercitarla non è facile (e, tutto sommato, a molti non interessa neanche - purtroppo).

P.S.: per capire qualcosa di più dei Cinesi, e del loro modo di viverelavorare (tutto attaccato: per loro sono due concetti indivisibili), consiglio la lettura del libro "I Cinesi non muoiono mai", edito da CHIARELETTERE. Oppure un lungo soggiorno in una grande città industriale della Cina, fuori dai canali turistici, e a contatto con la popolazione: come ho avuto occasione di fare io. Non proprio divertente, ms molto interessante, dal punto di vista della conoscenza e consapevolezza personale.

emily ha detto...

è un discorso complicato e sono considerazioni che faccio spesso anche xkè la mia casa confina con un laboratorio pieno zeppo di cinesi, che producono vestiti a ritmo continuo, sabato e domenica compresi. fanno vestiti x grandi marche, quelli che poi vediamo nei negozi a mille € e possono scriverci made in italy xkè nessuno può negare che siano fatti qui....

graz ha detto...

@ZiaCris: tanto per cambiare per errore ho cancellato il tuo commento. Scusa! Ma in Cadore c'è la produzione per l'ottica? Non lo sapevo

@Emily: penso spesso a quel che avevi raccontato di quel laboratorio ed è una delle ragioni (oltre per esempio a Report e Saviano) per cui io firme non compro praticamente mai. (ma dico, come vicini di casa un giro stile factory store non ce lo farebbero fare???) (questo per la serie predico bene e razzolo come mi pare!!)

@Mr. G: secondo me da una parte c'è questa cosa dell'acquisto al ribasso e, diametralmente opposta, c'è sta smania di acquistare le "firme", con la scusa che sarebbero garanzia di migliore qualità ma di fatto assurte a dimostrazione di censo. Grazie per la segnalazione, me lo segno.

@Luna Nera: sai, io credo che non sia nemmeno poi così difficile, senza stare a fare tante parole, boicottare quegli esercizi/imprenditori/artigiani che ci marciano sopra su sto discorso. Peccato che poi la massa sia di tutt'altro avviso e che il tuo gesto equivalga a svuotare il mare con un cucchiaino ...

Cmq, io sul boicottare vengo benissimo! E' il contrario che mi inquieta. La tentazione di ottenere beni a costi molto più ragionevoli (quando non irrisori) è forte e le riserve di tipo etico rischiano di essere in diretta relazione a quanto pingue è il portafoglio.

silvia.moglie ha detto...

urca. quanto vorrei scrivere.
intanto sorella io mi sono arresa, non ci vedo più una cippalippa. sto indossando occhiali, comprati a un mercatino (luna sa come son fatta) ai quali ho fatto mettere lenti da vista. pagati insomma. quelli ufficial fighetti pagati troppo. io non compro dai cinesi, guardo le etichette ma tutti i banchi degli stockhisti sono i miei. e mi innervosisco quando vedo gente al distrubutore erg che vende a 1,590 la verde mentre al conad (fortunati noi) costa 1,478. e il gelato minino 2 euro a cono caxxo quattro milalire di gelato????
poi come te compro verdura dal contadino, al g.a.s. e raccolgo la frutta dagli alberi. ma come dice un amico vivaista, se smettiamo di comprare dagli argentini le pere o dai cileni i kiwi, che sono buoni e sono bravi a produrre l'economia si ferma. allora quando dovrò comprare pere, che da noi saran terminate, sceglierò frutta consapevolmente tracciata. consapevole di fare qualcosa per l'economia. ma solo in casi estremi e rari di "vogliosità" cioè non mi avranno le ciliege a dicembre, ma le banane e l'ananasso lo mangio anche adesso.

silvia.moglie ha detto...

perchè? perchè il mio comnmento lungo una messa non c'è? ohhh

graz ha detto...

@silvia: scusa ma sono un pò latitante e non avevo pubblicato il tuo commento. Stava ancora in attesa di moderazione. Che dire? a me sta cosa che se non compri i kiwi cileni poi l'economia si ferma mi sembra un'alterazione assurda. Preferisco sostenere i piccoli produttori locali e mangiare quello che la terra ci dà nella zona e nel momento in cui vivo.