Non pensavo di suscitare tutto questo caos con una piccola sosta in spiaggia (dice il cretino di turno)
Questo è l'italiano che personalmente farei volentieri secco e secondo me è il frutto esplicito di questi anni di etica alla misirizzi, briatori, calciatori, scopine e relativo circo barnum. Non nel senso che non esistesse prima, per carità! Tognazzi e Sordi, per citare i primi due che mi vengono in mente, sono stati sublimi nel tratteggiarlo l'italiota del benessere. Ma c'è stato forse un tempo in cui esisteva una certa riprovazione sociale per questo tipo di comportamenti e c'era forse una minore facilità nell'esibirli apertamente. Oggi mi sembra che non ci si ponga limiti, non ci si vergogni più di nulla. O, per lo meno, ci si vergogna delle cose sbagliate.
Ci si vergogna di non avere tutte le marche e le patacche che ci definiscono come benestanti anche quando per poterle esibire acquistiamo pezzi falsi o facciamo debiti; ci si vergogna di rispettare le regole ed i limiti perchè solo i fessi lo fanno; ci si vergogna di sembrare deboli, di non essere più giovani, di avere le rughe o la pancetta, di non far parte 'del giro' ...
Ciò detto, però ...
osservando la fotografia pubblicata sul sito di Repubblica, vi sembra che la jeep sia poi così fuori luogo in quell'assembramento di natanti ormeggiati di fronte alla bellissima, preziosissima, protettissima spiaggia di Budelli?????????????????????????
Ecco, io questo protezionismo ipocrita lo detesto. E francamente che nella preziosa spiaggia sia atterrato anche questo mostro non mi sembra sia poi un peggioramento degno di nota. Se solo penso al danno che tutti quei natanti, tutti i giorni provocano alla spiaggia ed ai fondali di quella e di tutte le altre zone significative delle nostre coste mi vien proprio voglia di mandarli tutti a cacare quelli che strillano al disastro ambientale perchè il cretino Alberto Dubini di turno ha parcheggiato il suo mostro assieme agli altri.
Voglio proprio vedere se e quando qualsiasi amministratore di destra, sinistra o sghimbescio ci si proverà mai a mettere limiti alla protervia di coloro che, in virtù del fatto di essere proprietari di portafogli più consistenti della norma, foraggiano l'industria turistica italiana.
Industria turistica che non spende un'oncia di cervello, per non parlare di danaro, per trarre profitto in modo intelligente da risorse naturali oggettivamente importanti come qualità e quantità e si limita a puppare dove ce n'è.
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