... ed eravamo andati in vacanza al paesello di mammà in provincia di Caserta. I miei avevano affittato, sulla costa, quella che doveva essere una villetta plurifamiliare con appartamentino indipendente ottenendo il riferimento di questa sistemazione attraverso il solito amico dell'amico dell'amica ... Ergo, non avevano mai visto il posto.
Risultò essere una casa indipendente in cui i proprietari vivevano buon parte dell'anno per ammucchiarsi d'estate in una piccola porzione e lasciar spazio ad ospiti paganti. Ricordo un lungo corridoio di graniglia nera con le pareti verzoline su cui si aprivano alcune porte. Una di queste conduceva nella nostra stanza. Il pavimento di corridoio e camera era di piastrelle cementine nere che però non si vedevano perchè la stanza con un letto matrimoniale e tre singoli era piena all'inverosimile di bianche lenzuola.
La prima cosa che mamma tentò di fare arrivando fu di togliere le cose dalla valigia e di riporle nell'armadio.
Nello stile di un perfetto film horror la prima cosa che fece per davvero fu di cacciare un urlo a pieni polmoni perchè nel cassetto del guardaroba c'era un enorme scarafaggio che ci guardava un pò seccato.
Questa sistemazione era nel pieno del centro storico di questo paese ma la comunità era ancora prevalentemene agricola e, sebbene in città, i ritmi e gli usi erano quelli della campagna. Chiacchierate fino a notte inoltrata davanti all'uscio di casa (ed a pochi metri dalle orecchie di papà) seguite ad ore davvero antelucane dai ripetuti ragli di alcuni somari prima e dal chicchirichì del gallo della vicina subito dopo, una quantità di mosche impressionante e la pessima abitudine di svuotare l'orinale ammiez' a' via, giuro che non me lo sono inventato.
La villetta aveva in cortile una serie di sgabuzzini, uno per stanza, dove era stato allestito il cucinino. Mammà cucinava a pentole rigorosamente chiuse e teneva le posate che usava per cucinare immerse in una bacinella di acqua e sale, a turno pigliava uno di noi tre e lo metteva a 'scioccà e'mmosche, la vittima di turno si attrezzava di giornale che sventolava sopra i cibi in cottura per evitare che venissero ricoperti di mosche.
Dopo la prima notte in questo burdiello, papà e mammà si lanciarono alla ricerca di un'alternativa e la trovarono, pure!! Comunicata l'intenzione di andarcene dal giorno stesso, provocammo un macello perchè i proprietari dissero che li volevamo svergognare davanti a tutto il paese, che non era cosa, la signora si mise a piangere ... insomma una tale e tanta merolata che i miei non se la sentirono di andare fino in fondo.
Non c'erano solo lati negativi però, eh??! Io ricordo per esempio al fondo della via un baracchino che vendeva i più fantastici bomboloni alla crema e ciambelle fritte che mai io abbia mangiato, immagino che si aggiungesse alla loro indubbia bontà anche il gusto del proibito visto che papà, il futuro ortoressico, mi avrebbe sgozzata piuttosto che farmene mangiare uno. Ma io mi attardavo in casa mentre loro andavano a spiaggia con la scusa di rifare i letti e, con i soldini precedentemente sottratti al portafoglio di mammà, me ne compravo uno da sbafare rapidamente mentre camminavo verso il mare. 150 lire di pura libidine.
C'erano pure, per strada, i banchetti che vendevano "o' mussuuuuu ... o' mussu freeeeesc" ovvero la testina di vitello bollita la per là e venduta per il consumo immediato avvolta in un cartoccio di carta da giornale con tanto di limone in omaggio da spremergli sopra. Perfetto e tradizionalissimo street food de noantri, faceva un pò impressione a me ragazzina nordica.
Durante i 15 giorni della nostra permanenza, andammo più volte al paesello natio che distava pochi km. e dove venivamo accolti come re e regine: e vuoi questo e vuoi quello, ma comme ti si fatta giovane, ma comme si' bellella .... etc etc.
Il vecchio paese era uno stupore per noi tre bimbi cittadini. Ricordo la campagna 'ncoppa o' monte e' Zi' 'Ntonio, il mercato con i banchi che vendevano di tutto un pò, una fila interminabile di parenti che ci dovevano far vedere le cose più incredibili, incluso un filmino di un matrimonio che non si poteva prorio guardà ed includeva il reportage circa la casa nuova di zecca dei due sposi e le zoommate per inquadrare i regali. Mammà che si scompisciava dalle risa di fronte a queste abitudini demodè.
Un pomeriggio in particolare andammo dalla commare Vita, ed i miei parlavano e parlavano ed io mi stavo ammazzando dalla sete e dalla noia. Esploravo questa vecchia casa di ringhiera, con le stanze che si infilavano tutte una nell'altra e che erano affacciate tutte sullo stesso balcone, io saltellavo da una stanza all'altra ed i bicchieri tintinnavano nella credenza. Sentivo il vecchio pavimento morbido ed elastico. Mi chiedevo se non saremmo finiti tutti in cantina ...
In cucina, sulla voce dei miei, della commare Vita ed i vari ed eventuali che si erano aggiunti via via, si udiva la voce del lettore del telegiornale che, parecchio eccitato, raccontava di un'impresa spettacolare, questa:
Di malattia e di ampiezza di sguardi.
3 mesi fa
3 commenti:
che belli questi ricordi...la testina di vitello però mi ha fatto passare la fame
Cose che si facevano tantissimi anni, se le fai adesso....meglio non pensarci. io ricordo le estati al mare con le zie e le cugine, tutti ammassati a dormire in due camere e una cucina...un bordello, ma tanto tanto divertenti
Emily, già perchè gi orinali giù dalla finestra invece???
ZiaCris, miiii tantissimi!!! tantissimi saranno i tuoi, i miei sono tantini, quasi tanti ... ;-))
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