Obiettivo Trop Model

dicembre 11, 2009

Julbord

E allora capita che la turista mediterranea, con le mani gelate per via di due ore spese a scattar foto, si trovi piantata in asso dal suo di lei moroso, trattenuto dal cliente. Giustappunto per via delle mani che non hanno praticamente più sensibilità, madama la turista se ne guarda benissimo dal seguire la sua regola aurea n. 1 che recita 'mai mangiare in albergo' e va cercando il ristorante.

Che è chiuso

Non potendosi rassegnare ad un pranzo a base di cattivo caffè e pepparkakor*, la turista si dà da fare e scopre che il ristorante è sì chiuso, ma solo per lasciare posto al (famoso?) Julbord, ovvero il tradizionalissimo buffet di Natale svedese.

Un'esperienza.

Il buffet è imbandito in una sala decorata con le meglio mostrine natalizie, musicata a colpi di caròle e immersa nell'immancabile penombra, il tavolo è coperto di salumi tradizionali più o meno affumicati accompagnati da senape più o meno piccante, formaggi più o meno erborinati con contorno di digestive, il meravigliosissimo salmone marinato all'aneto con la sua salsa (sempre merito venga reso al buon signor Ingvar Kamprad che me l'ha reso disponibile tutto l'anno, un'ode) ed una terna di salse variamente aringose dalle quali la turista mediterranea si tiene a prudente distanza.

Una serie di scaldavivande contengono vari intrugli caldi che la turista giudica troppo compromettenti sul piano della caloria selvaggia per decidere di sperimentare e quindi il bottino al tavolo comprenderà pane nero, prosciutto e senape, salmone e salsa all'aneto, uova sode con salsina, formaggetto erborinato con digestive. Il tutto sicuramente assente dalla dieta ma tutto sommato ancora sotto (relativo) controllo.

Il momento del crollo avviene al tavolo dei dolci dove fa bella mostra di sè un'assortimento di delizie una più tentante dell'altra ma, in particolare, la terna della perdizione: una specie di crema cotta a base di mandorle, una composta di frutti rossi e una panna montata senza zucchero. Uno sballo. Il cibo in cui mi vorrei tuffare a testa prima nei momenti di depressione. Bianco panna e bianco crema in un bagno di rosso ciliegia. Il profumo della mandorla, la morbidezza della panna ed il tocco acido dei frutti rossi. Che poi alla fine non è nemmeno che mi piacciano un'esagerazione, che i primi assaggi sono da libidine ma poi è roba che fa in fretta a nauseare (mi ci sono voluti due tazzoni di caffè amaro per rimettere a tacere lo stomaco) ma quel contrasto di colori e quelle morbidezze e quei profumi sono per me la quintessenza dell'inverno.

Insomma, la prossima settimana mi sa che ci debbo prendere la residenza sulla pedana vibrante!!

*consiglio vivamente la realizzazione di questa ricetta di sigrid. Si produce un mescuglione, una specie di mou colloso marroncino che vi farà chiedere 'dov'è la pattumiera del rusco?'. Poi lo si lascia in frigo una notte e quando lo si riprende è una specie di plastilina facilissima da lavorare, che tagli nelle forme che vuoi (purchè sottilissima), che in cottura non si deforma, che usi fino all'ultima briciola perchè si impasta e reimpasta tutte le volte che vuoi e va quindi benissimo per raccogliere i ritagli. Risultato ottimo se piacciono i biscotti natalizi molto speziati.

ps: oggi Stoccolma, ho fatto qualche foto, segue post

ppss: che poi questa settimana, ho poi scoperto, è quella di Santa Lucia ed i luoghi frequentati per business, tra cui gli alberghi, sono teatro di cori di bambinelle angeliche vestite di bianco. Ieri sera di fronte alla cattedrale di Linkopping c'era di fatto un gruppetto che cantava, da noi interpretato come entusiaste di qualche prova natalizia. In realtà stamattina il coro delle eteree fanciulle ha allietato la colazione in albergo solo che io, pigrissima, stavo a letto a cazzeggiare in Internet e me lo sono perso

pppsss: comunque qui le fanciulle sono esattamente del tipo amato dal bartender. Se ci venisse lui dubito che gli reggerebbe il cuoricino :-))

1 commento:

Mammamsterdam ha detto...

Però sii furba, portacelo a Santa Lucia.