Obiettivo Trop Model

dicembre 20, 2009

E poi se ne vanno ....

Sono stata in conflitto con i miei genitori da quando avevo pressapoco 16 anni. Per le ragioni più varie: un moroso, i miei abiti, cosa volevo fare del mio tempo libero, le persone che frequentavo, la politica ...

A 19 ho fatto il primo tentativo per andare via di casa: durante le vacanze estive dei miei, la mia amica del cuore ed io abbiamo trovato da affittare una stanza in un alloggio abitato da altre ragazze, l'abbiamo sistemata ed arredata sommariamente, e ci abbiam portato le nostre cose. Giusto in tempo perchè i miei tornassero a casa solo per trovarmi praticamente sulla porta a dir loro che io da quel momento sarei andata a vivere da un'altra parte.

Apriti cielo. Successe il finimondo e dovetti tornare sui miei passi.

Lo stillicidio durò un'altro anno abbondante fino a quando ad ottobre del '77 riuscii a compiere il grande passo senza che mia madre si buttasse dalla finestra. Ci andò comunque abbastanza vicina. Venni praticamente radiata.

Ho sempre pensato di aver fatto la scelta giusta sebbene mi sono anche dispiaciuta di quanto dolore questo ha significato per mia madre. Mi sono anche detta che io ho fatto davvero tutto quanto ero in grado di fare e pensare per spiegarle, convincerla, aiutarla a capire. Se lei non ha capito non la sento come una mia colpa, non potevo davvero fare di più o meglio.

Vista la mia esperienza mi sono sempre detta che i miei figli sarebbero stati sostenuti nel lasciare il nido appena possibile e che se non l'avessero fatto di loro iniziativa sarei scappata io di casa al compimento dei loro 21 anni!!

Poi le cose cambiano, io la mia casa non la lascerei per nessuna ragione al mondo e la princi a casa impegnata nei suoi studi non mi dà sicuramente fastidio! Il bartender era un'altra cosa invece, che di grattacapi me/ce ne ha sempre dati parecchi ed i conflitti si sprecavano e quindi quando finalmente se n'è andato avrei volentieri baciato il segno dei suoi passi.

Parecchi amici e conoscenti si sono stupiti che io non patissi questa separazione, mi chiedevano se davvero non mi mancasse, come avevo potuto lasciarlo andare etc etc etc

Dopo parecchio tempo - che io sono lenta praticamente sempre e per certe cose ancora di più - mi sono resa conto che quando tuo/a figlio/a lascia il nido non è lui/lei che è uscito/a di casa ma in realtà sei tu, sua madre, che sei uscita dalla sua testa e dalla sua intimità.

Perchè fintanto che ti vive insieme, anche se fa il big boy e non ti racconta che quello che gli pare, tu è come avessi le antenne e percepisci i suoi stati d'animo, sai più o meno cosa sta attraversando. Una mezza frase, un appunto lasciato in giro, l'espressione del viso, la serenità che comunica o che non c'è, l'allegria, la stanchezza e così via, sono tutti piccoli pezzi di un puzzle che tu ricostruisci anche senza volere e che, con tutti i suoi buchi, ti dà comunque il senso della pittura generale.

Quando lo scarrafone vive altrove quello spiraglio, quel cuneo di pensiero che si apre un varco nella sua testa suo malgrado, si chiude. Perchè lui ti parla e ti racconta una versione riveduta e corretta della sua vita e tu questo l'hai sempre saputo e ci sei abituata ma non hai più maniera di raccogliere le colature che non si accorge di lasciar cadere. Ed il tuo scarrafone diventa un estraneo che attraversa gioie e dolori, corre pericoli e affronta paure, vive successi ed insuccessi che qualche volta riesce a superare ed altre volte no ma tu non lo sai.

Oggi il bartender affronta una prova grande, ha dato una svolta alla sua vita ed ha affrontato un nuovo inizio. So che ne è spaventato e rattristato perchè lui me l'ha detto, immagino quel che prova perchè lo conosco. Pare che la morosa l'abbia piantato perchè per vedersi una volta al mese non ne vale la pena. Povero bartender questa volta sembrava proprio preso. Forse è una nemesi anche questa ...

So che non posso affrontare io le tristezze al posto suo, so che non è una cosa negativa, so che c'è di molto peggio ed anzi sono molto contenta di questa occasione che gli si è presentata e che è arrivata a sbloccare una situazione in stallo. O almeno spero che sia davvero buona cosa come penso.

Mi dispiaccio del fatto che il mio govane ragazzo sia costretto ad allontanarsi da tutto ciò che compone la sua vita per farsi un posto nella società. Mi spiace pensarlo solo in un posto che non conosce, circondato da gente che non conosce. E mi rendo conto che non è al fronte nè nella legione straniera e che il letto dove dormirà stanotte non dista più di un'ora e mezza di macchina da quello in cui ha dormito ieri notte. Mi spiace il pensiero che stamattina lui mi abbia detto che aveva appena lasciato la casa della sua morosa ma non mi abbia detto che lei lo aveva lasciato.

Così come mi dispiaccio di dover dire a mia figlia che una gran parte di quello che sembra oro in fondo è solo latta ma noi dobbiamo conviverci lo stesso. Mi dispiace che una ragazza studiosa ed appassionata non possa credere che il merito viene riconosciuto e premiato, mi spiace doverle insegnare che il mondo è pieno di gente mediocre che sopravvive grazie alle relazioni e non al valore intrinseco. Mi spiace metterla in guardia contro il fatto che la gente non guarda in faccia a nessuno per raggiungere i propri scopi, e che questo è vero la gente è anche il compagno di studi (tant'è che le hanno già fregato un progetto di cui lei aveva incautamente parlato).

Mi dispiace che non siano più i miei bambini che potevo proteggere da quasi tutto ed i cui dolori potevo prendermi sulle spalle e toglierglieli

Non è la sindrome del nido vuoto. E' la sindrome di quella chiusa fuori, dal loro mondo

6 commenti:

Mammamsterdam ha detto...

Vuoi che non lo sappia, che a me già mancano adesso e ancora li ho tra i piedi e in testa 48 ore al giorno?

Povero bartender, è proprio vero che quando la vita ha intenzione di mettere alla prova le tue buone intenzioni, già che c'è ci mette pure il carico da 11. Però una morosa che la pensa così, meglio perderla subito, anche se presi, che dopo quando credi di averci fatto della strada insieme.

Io mi ricordo che quando ci siamo messi insieme io e il capo diverse persone si mervigliavano, visto che un paio di mesi dopo sarei partita. A me la distanza invece sembrava l'ultimo dei motivi per lasciarlo e glil'ho spiegata dicendo che c'erano motivi esterni e motivi interni nel nostro stare insieme. Se andavano bene gli ultimi, i primi si risolvevano volta per volta.

Purtroppo delle volte la gente prende i motivi esterni a pretesto per non costringersi a guardare in faccia il fatto che quelli interni non ci sono.

(E con questo aggiro il discorso mancata intimità coi figli, che no sono ancora pronta).

Mammamsterdam ha detto...

Però sai meglio di me che come genitori l'unica cosa che non possiamo fare per i figli è sbagliare e soffrire al posto loro.

Coraggio, toccherà andare in montagna ancora più spesso. Non è una bella notizia?

ziacris ha detto...

Per la morosa sono d'accordo con mammamsterdam, certe tipe meglio perderle che trovarle.
Per il resto ti capisco, io tutt'ora quando vedo mia figlia che sale le scale per venire a prendere la Tata, capisco se c'è qualcosache non va, non riesco a recidere il crdone ombelicale che mi lega a lei, vorrei che tutti i guai e le sofferenze del modo le fossero risparmiate, lo so che facendo così non faccio di certo il suo bene, ma penso anche che la sua parte di sbadilate di cacca che la vita ti riserva nessuno gliele porta via. Nessuno ha preso le mie, me le sono prese tutte, ho sbattuto tante volte il muso contro il muro, e nessuno prenderà le sue

graz ha detto...

Boh, che volete che vi dica, la sua vita se la deve viver lui e su questo non ci sono dubbi. Non so perchè lui è così riservato nei miei confronti. Me lo sono chiesta spesso ma non sono arrivata a nessuna conclusione. E con la princi non è che vada poi tanto meglio.

Forse per come sono andate le cose io sono stata troppo ingombrante come madre e quindi se vogliono diventare adulti a loro volta debbono necessariamente tagliarmi fuori dalla parte più intima della loro vita. Boh.

Comunque lui ha risorse da vendere ed io sono abbastanza tranquilla che saprà costruirsi un futuro, gioie e dolori inclusi.

E' solo un fatto emotivo il mio, quindi poi passa!! :-)))

Mammamsterdam ha detto...

graz, è difficile dire, i tuoi figli li ho visti per mezzo secondo, ma tu in effetti sei tanta, e secondo me è la normale fase di presa di autonomia, alla loro età sarebbe preoccupante se non ce l'avessero. Poi secondo me si rientra, però dati i tempi,, non è che il timing isa ideale.

L'ho visto un po' succedere con mia suocera e i suoi 4, visto che quando mi sono messa con Berend la sorellina piccola aveva forse 12-13anni. Adesso che tutti sono cresciuti, che hanno una vita, a volte anche sentimentale per non parlare dei figli, si rientra dalla mamma, ma più da pari a pari e così mi sembra giusto. Insomma, secondo me è una fase temporanea, non per questo meno dura, ma in parte passa.

graz ha detto...

Sai, è un pò come un'ennesimo svezzamento. Passi la vita a svezzarli sti figli. Anche quando non te l'aspetti più (che tra caudane e azzeramento della prolattina "svezzamento" è parola più lontana di meccanica quantistica o ingegneria nucleare)

(e comunque è tutta la vita che mi chiedo come non essere tanta, per lo meno sulle spalle di coloro che amo)