Obiettivo Trop Model

novembre 12, 2009

Ma ammettiamolo ...

Dunque, appurato che io non mi reputo di serie B perchè non lavoro fuori casa ma nemmeno mi sento di serie A per questo, faccio outing e confesso che così come se zappi ti vengono i calli e se lavori tanto al computer ti si incasina il carpale, anche curarsi di casa e famiglia ha i suoi effetti collaterali.

STO PARLANDO DI ME. QUESTI SONO I MIEI EFFETTI COLLATERALI pls, non facciamo confusione ed ognuno si tenga i propri, se ce li ha, e (se/ce) li dica se vuole.

Allora io, potendo fare un confronto tra le due situazioni, ne ho dedotto che tanto per incominciare ti si rimpicciolisce il mondo intorno e finisci per muoverti per lo più su terreni conosciuti e temo che lo stimolo intellettuale che ne deriva sia inferiore a quello che una professione ti dà producendo un fastidioso effetto di rimpicciolimento della prospettiva, di impiccinamento del ragionamento, di impaurimento di fronte all'ostacolo imprevisto.

Considerando poi che noi signore siamo genericamente più propense (nature o nurture? mi sembra di aver già letto questa domanda ... quei trent'anni fa .. ah il movimento femminista dici?? già non ci avevo pensato ....) a vedere il dettaglio che non la pittura d'insieme, il serio rischio qua è quello di finire alla precisione maniacale, al dettaglio insignificante elevato a ragione di vita.

E non parlo necessariamente dei vetri piuttosto che della mutanda più bianca del quartiere. Ma anche, per esempio, dell'incapacità di chiedere/gestire/accettare una semplice lista di prenotazioni per parlare con un professore (vedi post recenti di Emily) o financo alla necessità di andarci a parlare con questo professore che, se conosci tuo figlio e ne segui il lavoro ed i risultati scolastici, non è che c'è poi tutta questo bisogno di andare a colloquio ogni due per tre, no?

E questa è la prima delle mie croci.

Poi ci sono i tempi di esecuzione: tanto più tempo hai tra le mani tanto più ti si dilatano i tempi e finisci per non avere più tempo. Un voluto bisticcio di parole per dire che quando andavo in ufficio facevo le stesse cose che faccio oggi + il lavoro fuori casa. Com'è possibile? Il paradosso della casalinga? O sarà che invecchiando perdi qualche colpo qua e là? Signora mia, mi sa che sono entrambi.

Seconda croce personale, che quando mi è finita la seconda maternità (anni 31) non vedevo l'ora di ritornare in ufficio perchè mi sentivo rallentata, la prova provata? il tempo che ci impiegavo ad aprire la porta del garage ed a tirar fuori la macchina .... che se ripenso alla routine mattutina che da dentro il letto alle sette mi conduceva in ufficio alle otto e mezza mi sembra di guardare la centrifuga della lavatrice mentre lavora! e mi chiedo seriamente come facessi, boh!

Potrei continuare ma questi sono i due limiti che più mi spaventano o rendono perplessa circa la mia attuale condizione.

E quindi sono qua a dire che se lavori ti senti attiva, parte del mondo che gira attorno a te ma ti senti di trascurare casa-marito-bambini, cosa per la quale ti senti in colpa almeno un pò e siccome è brutto dirsi di sbagliare la cosa più importante che si ha, soprattutto se non si può scegliere, allora dare addosso a quelle che stanno a casa fa sentire un pelino meglio. Le quali qualche marcia in meno dal punto di vista del mondo che ti gira intorno magari ce l'hanno pure ...

Se invece stai a casa, ti sei magari evoluta in un bradipo monopensante, di ogni briciola che incontri tendi a farne un panettone, ma senti di star facendo la cosa giusta e pontifichi sulle altrui trascuratezze che le qualificano come madre snaturata.

Questo per dire che non è tutto oro quello che luccica e non tutta cacca ciò che è marrone.

(segue)(forse)

13 commenti:

Mammamsterdam ha detto...

Gesù. In effetti ne parlavo proprio ieri con la mia amica manageressa efficientissima che sono riuscita a parlarci due volte dopo anni di silenzio solo perché nell'ordine: ha traslocato a 150 km. avvicinandomisi, facendosi rifare una villona e presumo rivendendosi nel frattempo quella che aveva, fare la quarta figlia e trasferire di scuola i primi tre, trovargli l'aupair americana non convivente e riallacciare i contatti.

E dopo essersi presa un po` di ferie mai più riscattabili nel 2010per stare a casa quel mesetto in più ripsetto ai tre standard di maternità, dice che non vede l'ora di rimettersi a lavora che lei 25/7a casa on i bambini la tirano scema. E che quando lavora riesce a fare tutto e godersi la famiglia nei weekend, adesso no.

Ecco, a me dà da pensare. Perché a me la combinazione che ho ora, di non manageressa ma lavoratrice saltuaria e comunque tra libri e fondazione ho fin troppe cose intellettuali da fare anche se nessuno al momento mi paga, e vestale, in realtà mi sta benissimo.

Certo, è la vita schizofrenica per cui non appena mi rientra il sostituto vestale, ad orari sempre più tardi, io mi precipito fuori per le varie botte di vita e meno male che ne ho.

Insomma, io il co-vestale mica poi lo vedo o ci parliamo tanto, anche se ci amiamo appassionatamente.

Quindi la situazione è migliorabile.

Però ad avercelo, lo stipendio che mi procura auto, au-pair e weekend alle terme con la dolce metà per riprenderci in due, mica lo schifo. Avercelo.

Il problema sono tutte le infinite situazioni intermedie, come la tua e la mia (scusa sai, ma io faccio ancora fatica a vederti casalingare, hai ancora troppe cose in ballo).

graz ha detto...

Vedi Barbara, il tuo post è esattamente il fulcro del mio non pensiero. Quello che non riesco a metter giù perchè quando lo faccio mi vien fuori così retrivo che mi sento la signora giovannardi ....

Vabbè, magari mò riesco a distillarlo, vediamo.

E poi se, uomini o donne, potessero scegliere di stare a casa a farsi gli affaracci propri (vestale o messalina) invece di dover andare a faticà ... beh immagino che pochi lo schiferebbero, no? Questa, in una cultura televisiva anni ottanta e pre-mediaset si chiamava una catalanata .... :-)

graz ha detto...

Vedi Barbara, il tuo post è esattamente il fulcro del mio non pensiero. Quello che non riesco a metter giù perchè quando lo faccio mi vien fuori così retrivo che mi sento la signora giovannardi ....

Vabbè, magari mò riesco a distillarlo, vediamo.

E poi se, uomini o donne, potessero scegliere di stare a casa a farsi gli affaracci propri (vestale o messalina) invece di dover andare a faticà ... beh immagino che pochi lo schiferebbero, no? Questa, in una cultura televisiva anni ottanta e pre-mediaset si chiamava una catalanata .... :-)

LGO ha detto...

Ecco, io, per esempio, ho così tante cose intellettuali in mente che se potessi non lavorare lo farei molto volentieri. Magari sarebbero fesserie mie, che mi gratificherebbero di più di cercare di insegnare le equazioni di primo grado ai ragazzini. Magari poi tra qualche anno mi piacerebbe tornare a scuola, che quando sono nati i nani sono tornata a lavorare che avevano sei mesi, perché avevo bisogno di uscire di casa, oltre che dei soldi.
Insomma, se il mercato del lavoro fosse meno merdoso di quello che è, le donne ne avrebbero vantaggi assai più significativi di quelli degli uomini.
Va bene come catalanata numero due?

ziacris ha detto...

Esatto, è proprio così. Ma c'è da dire anche un'altra cosa, quando hai più tempo per pensare a quello che ti raccontano le altre mamme lavoratrici, le tue risposte sono meno qualnquiste, sono più ragionate, in quanto hai già provato sia l'esperienza della mamma lavoratrice che della mamma o nonna casalinga, si può dire che avendo già provato tutte e due le esperienze si può dire qualcosa di più sia sù di una che dell'altra situazione...e comunque io non farei cambio, io me ne sto bene nel mio piccolo, con i miei ritmi rallentati e la sicurezza del mio piccolo paese che mi circonda

graz ha detto...

LGO, in quanto a catalanate vedo che potremmo aspirare ad un primato. Che ne dici se chiamiamo Arbore ???

ZiaCris, guarda io non tornerei al lavoro per tanto oro quanto peso (e peso!!!!) purtroppo però il più delle volte non è una scelta. Per me non lo è stata fino a molto recentemente e debbo dire che non sono mica sicura di potermela permettere anche oggi ... :-(

strega reticente valverde ha detto...

Forse non ho neanche il diritto di parlarne..visto che A) non ho figli (purtroppo) e B) dopo 15 anni di lavoro fuori casa ne ho lavorati altri 10 in casa portandovi una nuova attività e poi alla fine ho mandato tutto a ramengo...
Perchè anche se non nuotiamo nell'oro, a me di stare a casa a fare la casalinga (e per la prima volta in 45 anni - cioè 7 anni fa- di poter "star dietro" ai gatti ,al santuomo e ai cavoli miei) mi è parsa la cosa più bella del mondo! E lo è ancora!
Ho ricominciato ad avere il tempo per altri 1000 hobbies che avevo e trascuravo, ho trovato il tempo per ricominciare a studiare ( per me stessa) per scrivere, per rasserenarmi (tragedie familiari a parte, che sono un altro capitolo, ma a volte mi chiedo come avrei fatto se avessi dovuto lavorare fuori e badare alle mie due malate quando le badai in quei 3 anni di inferno...per fortuna ero già a casa a fare la casalinga!).
E quindi sono una voce fuori dal coro...e ti confesserò cara Graz che il mio cerchio si è allargato e tanto, perchè mai come ora ho modo di interessarmi di tante cose e di intrattenere relazioni sociali , che "prima" non vedevo nessuno tranne che il letto a sera tardi già mezza in coma ! e i clienti in negozio durante le 10 ore e più di lavoro ed era così massacrante che sono arivata a odiare il mio negozioe il mio lavoro!Sì è vero che guadagnavo e ora no ma i nostri bisogni reali sono molto ridotti ed il santuomo ed io siamo felici così.
Nè lui nè io torneremmo indietro.
Come sempre è un caso personale, non sono stata di aiuto e scusa lo sproloquio...
un abbraccio val

emily ha detto...

però dimentichi una cosa graz, che spesso x metterci in quella centrifuga )bellissima immagine) noi donne abbiamo studiato, ci siamo sudati quello straccio di laurea e lavoro e magari, dico magari, siamo anche brave e magari possiamo anche darlo un contributo alla crescita dell'umanità.
x gli uomini nn si pone il quesito, stare a casa o lavorare.
sarà x questo che loro diventano premi nobel e capi di stato e noi stiamo qui a disquisire se stare a casa è un lavoro o un cazzeggio?
chiedo solo eh, io le risposte nn le so

graz ha detto...

No Emily, non lo dimentico, cerco solo di distillarlo dalla schifezza. Appena ho tempo provo a scriverne

lisa2007 ha detto...

io sono una di quelle che stanno a casa perchè hanno tanti di quei pifferi e perchè la vita non è 'vince chi fa più cose e più velocemente e guadagna più soldi', ma la vita è anche fermarsi e avere il tempo e la voglia di avvolgersela intorno e assaporarsela finchè è bella.
E faccio mille cose, e mille altre ne vorrei fare, non sto ferma un giorno e mi godo il profumo dei miei figli dopo il bagnetto, e mi godo i miei genitori finchè ce li ho, e ho trovato anche chi mi paga per scrivere ogni tanto.
Ecco, non buttiamo via chi, un po' per scelta e un po' per necessità, sceglie 'altro'.

lisa2007 ha detto...

be? avevo lasciato un commento... sparito? uff. No, non ci riprovo nemmeno. ora vado da emily a leggere la diatriba. :)

graz ha detto...

Lisa, scusaaaa!! ho su la moderazione, non so nemmeno bene perchè. Ora non ho tempo che la caNina mi sta guardando con occhi che dicono 'la faccio qui?' ma più tardi giuro che ci ritorno ...

graz ha detto...

Lisa, scusaaaa!! ho su la moderazione, non so nemmeno bene perchè. Ora non ho tempo che la caNina mi sta guardando con occhi che dicono 'la faccio qui?' ma più tardi giuro che ci ritorno ...