Obiettivo Trop Model

novembre 16, 2009

Mettiamola così ...

Ancora sulla faccenda del lavorare fuori e/o dentro casa ...

Cito da un commento di Emily

" ... noi donne abbiamo studiato, ci siamo sudati quello straccio di laurea e lavoro e magari, dico magari, siamo anche brave e magari possiamo anche darlo un contributo alla crescita dell'umanità ..."

poi da un commento di Lisa

"...io sono una di quelle che stanno a casa ... perchè la vita non è 'vince chi fa più cose e più velocemente e guadagna più soldi', ma la vita è anche fermarsi e avere il tempo e la voglia di avvolgersela intorno e assaporarsela finchè è bella ..."

e ancora da un articolo comparso su D di Repubblica un paio di settimane fa, Rossella Nappi (che personalmente non so chi sia, definita ginecologa e sessuologa)

"... per esempio imparando a riconoscere le priorità individuali nei vari momenti della vita. Non è che non si può "fre tutto" ma non si può fare tutto contemporaneamente e se in questo momento faccio la mamma debbo capire che forse non posso dirigere l'ufficio, devo mollare, almeno un pò.."

Ecco, trovo che questi tre commenti abbiano in sè il mio confuso e contraddittorio pensiero.

Io vorrei un mondo ideale in cui una donna si sentisse davvero libera di percorrere una carriera, se è ciò che desidera, senza questo profondissimo condizionamento culturale che le dice che è normale e doveroso fare figli. Io vorrei che una donna si sentisse libera di scegliere in totale serenità la stessa dedizione al lavoro di molti uomini, Emily nel suo commento giustamente dice "..per gli uomini non si pone il quesito, stare a casa o lavorare..". Nella mia carriera professionale io ho visto donne determinate ferocemente a scalare la gerarchia aziendale arrivare ad una sedia di quelle che contano e poi ad un certo punto fermarsi lo stretto indispensabile perchè costrette e poi tornare a lavorare, più agguerrite che mai, lasciando la creatura ad una costellazione di tate diurne e - spesso - notturne. Che lo fai a fare un figlio se lo dai in appalto? per confermarti di essere normale? perchè gli altri se lo aspettano?
(Poi per carità se sei del tipo che la creatura è un altro dei tuoi assets assieme al SUV e la borsa di coccodrillo, vabbè questa è un'altra storia, no?)

E vorrei anche un mondo ideale in cui una donna che voglia godersi "... il profumo dei ... figli dopo il bagnetto, e ... i ... genitori..." (Lisa) finchè ce li ha possa farlo, scegliendo di non lavorare affatto fuori casa o magari interrompendo la professione per un pò e poi ripartendo quando i tempi, i ritmi ed i i modi dell'accudimento cambiano. Senza per questo sentirsi dare dell'oca o dover dimostrare niente a nessuno. E vorrei anche che chi invece il lusso di questa scelta (perchè alla fine di lusso si tratta, secondo me) non se lo può permettere fosse in grado di discriminare se il non potere dipende dal fatto che diversamente non paga l'affitto o non si può comprare la borsa firmata o le vacanze di grido. (e se poi c'è gente che la borsa firmata è la sua vera ragion di vita cadiamo nel caso di sopra, no?)

E vorrei che si imparasse di nuovo a capire qual'è il vero obiettivo in un dato momento, che si riuscisse a non rispondere ad ogni stimolo che i nostri markettari si inventano, che si capissero le priorità vere che abbiamo dentro, quali che esse siano. Che si accettasse che non si può fare/avere tutto, che scegliere è difficile ma è importante perchè fintanto che possiamo scegliere vuol dire che siamo liberi.

E vorrei che la conciliazione dei tempi venisse declinata in part time verticale o orizzontale realmente disponibile per chi lo desidera, imprenditori che si ricordino che pure loro da quache ventre sono usciti, orari di apertura elastici (al mattino presto per esempio, non necessariamente la sera tardi, no?), in trasporti funzionanti, in reti di babysitting affidabili e ragionevolmente prezzate, in strutture pubbliche che non ti mettano i bastoni nelle ruole con orari da pazzi o organizzazione da caricatura, in un sostegno alla nascita di figure tipo la doula o micronidi familiari, e via elencando.

Non vorrei invece che per conciliazione dei tempi si finisse per intendere praticamente solo scuole dagli orari estesi oltre misura dove parcheggiare il futto del seno nostro o sfilze di attività ludico sportive messe una in fila all'altra con la scusa di offrire stimoli ad una creatura che un pò di sano ozio se lo concederebbe volentieri.

Poi vabbè i se e ma sono tanti, i casi sono sempre personali e non possono fare media, ed il mondo del lavoro oggi è tale che se esci sai per certo che non rientri più ... tutto quello che vogliamo! ma allenarsi a tenere a mente come dovrebbe essere magari aiuta a non mollare, a pretendere di arrivarci un giorno o l'altro a questo mondo ideale e a non correre dietro alle lanterne che il potente di turno ci fa brillare davanti agli occhi.

10 commenti:

lerinni ha detto...

io vorrei solo non sentirmi al 75% una mamma di merda e al 75% una professionista di merda. e lo so che 75+75 non fa 100, ma i sensi di colpa sono capaci di sballare anche le percentuali.

Mammain3D ha detto...

Sono talmente d'accordo su tutto quello che hai scritto in questo post, che fatico ad articolare un commento...
Ecco sì, forse la parte che preferisco è quella sul vero obiettivo in un dato momento, ma c'è anche quella sui sacrifici che costa il lusso della scelta, e poi quella sul diritto dei bambini a un po' di sano ozio... insomma, grazie! Gran bel post!

emily ha detto...

sto leggendo un libro: il paradosso sui sessi, molto interessante e parla appunto di questo argomento, sono sicura che mi chiarirà molto le cose ( e guai a chi dice che trovo tutte le mie risposte sui libri ehehehe).
io ripeto però che a parte le donne che scrivono qui, che sono di una qualità superiore ( e x qui intendo dire nei blog) la maggioranza delle casalinghe vive x angosciarsi di cazzate, stressare i figli, spettegolare di altre donne,altro che volontariato, crescita personale e godersi i figli.
forse è x quello che ho il dente avvelenato, e forse è x quello che nn ci si capisce nei blog: le donne che hanno scelto di stare a casa e che bazzicano i blog sono donne dotate di cervello funzionante e quindi ESCLUSE da questo commento.
ma quante casalinghe conosciamo che fanno una tragedia x tutto, che buttano via metà della giornata in cazzeggio, che nn capiscono la realtà in cui vivono xkè hanno il cervello dentro all'anticalcare?
wowowow è lunedi e io sono già così aggressiva, meglio che facico una pausa eheheh

M di MS ha detto...

E' la prima volta che commento. Vedo che nel nostro piccolo grande network maternità, lavoro e downshifting sono all'ordine del giorno. E' difficile sintetizzare tutti i pensieri che girano in rete, difficile perchè ci sono da costruire nuove modalità di vita e di lavoro e stiamo ancora covando l'uovo. Ma tutto questo fermento che leggo quà e là deve per forza portare qualche frutto. Già molte di noi vivono in modo diverso, è un punto di partenza.

ziacris ha detto...

E' un cane che si morde la coda. Quando si lavora si vorrebbe rimanere a casa con i figli, quando si è a casa si vuole uscire. E' una dilemma, una situazionesempre molto ingarbugliata. Io per esperienza posso dire che indietro non tornerei mai, anzi, se lo sapevo, smettevo di lavorare prima. Non avrei il rimpianto di quello che ho perso, specialmente ora che con la Tata vedo e capisco quello che ho perso della crescita di mia figlia. E non ti vengo nemmeno a dire che debbo lavorare altrimenti non ce la faccio a arrivare a fine mese, bisogna solamente regolarsi, darsi dei limiti, e dare dei limiti anche ai figli, non gli darai le scarpe o il vestito firmato, ma gli dai tanta attenzione e tanto amore in più

Mammamsterdam ha detto...

Guarda Graz, non potevi dirlo meglio, io ci aggiungo anche e solo il coté padri, che ci sono pure i padri a cui la nascita di un figlio rimescola le priorità, gli fa venire voglia di essere lui quello che gli fa il bagnetto e lo massaggia, visto che non può dargli la tetta, che possa prendersi la pausa da carriera o il part-time, che possa portarlo o riprenderlo da scuola.

Ecco, io vorrei che si applicasse davvero e nella pratica quello che in Olanda si chiama la regolamentazione fasi della vita. Nel senso che a seconda delle fasi che ti ritrovi a vivere lavori di più o di meno, magari quando arrivi a 55 anni e sai un sacco di cose e ti continuo ad aggiornare e rinnovare e ti va, puoi davvero decidere se smettere di lavorare a 60 anni o 70 o 80, a seconda di quello che sai e quello che vuoi fare.

Invece ci troviamo a fare le guerre tra madri, le guerre tra genitori e i diritti sociali e lavorativi gratis non ce li dà nessuno.

Invece sarebbe utile smettere di pensare che siano utopie e ricominciare da capo.

Guarda, a me già vivere nello stesso condominio attrezzato, con i miei amici o comunque persone con una storia familiare tipo la mia, con un nido di condominio e simili, tipo oltre a quelle individuali anche una cucinona comune (quello che qui chiamano woongroep, ma specificamente studiato per grandi e piccoli).

Per un sacco di queste cose i soldi non sarebbero neppure il problema, basterebbe la volontà individuale e politica.

Mammamsterdam ha detto...

Ma porc, il commento appassionato e poco ragionato è scomparso. Poi lo rifaccio con calma che adesso è ora di punta.

graz ha detto...

Dunque, dopo un pomeriggio passato in un piccolo ingorgo elettronico non sono ancora riuscita a pubblicare i commenti ed a rispondere a mia volta.

Lo faccio adesso per dire che i commenti non spariscono ma subiscono la moderazione per un mio stupido vezzo e che appena capisco da dove si comincia provo a toglierla.

Poi vado a preparare cena sennò qua non mangia nessuno, nemanco i cani, e poi ritorno.

Buon appetito nel frattempo :-)

graz ha detto...

L'argomento è troppo articolato e profondo per non cadere in errori di generalizzazione anche pesanti, sicuramente è stato affrontato da gente più preparata e profonda di me, pertanto ribadisco che questi sono solo i miei rozzi pensieri. Mi fa estremo piacere però leggerne il riscontro da altre donne, dimostrazione del fatto che è un argomento di fermento e riflessione come dice M di MS.

Lerinni: 75%??? ma è grasso che cola!! io non mi sono mai alzata dalla consapevolezza di essere una madre di sterco ed una professionista mediocre. ;-))

Mamma3D: il diritto/dovere di scelta ed il dovere di rispettare le reciproche scelte, questi secondo me sono i punti fondamentali. Se non che il nostro condizionamento ad essere mogli (o compagne) e madri è tale che spesso non abbiamo il coraggio di dirci che NON è quanto davvero vogliamo.

Emily affronta quotidianamente l'incontro/scontro con una provincia gretta e chiusa e credo che questo sia alla base delle sue espressioni così schiette. Purtroppo è naturalmente innegabile che quando si parla delle donne non si ha di fronte una eccelsa schiera di fini pensatrici ma la famosa metà del cielo, dotata del suo bel campione di idioti. Che ci vogliamo fà?

ZiaCris hai ragione anche se secondo me è anche una faccenda di età. Francamente quando sono tornata a lavorare dopo entrambe le mie maternità l'ho fatto baciando la terra che percorrevo per uscir di casa. Di lì a dire che l'impegno che ho messo nel lavoro ha comportato dei ritmi imposti ai bambini di cui oggi sono tutt'altro che fiera

MammAm, la metà azzurra del cielo l'ho volutamente trascurata che in questa analisi non mi interessava. Sì bisognerebbe smettere di pensare che sia un'utopia e riprendere a lavorare per arrivarci, con le dovute correzioni di rotta che - mi ripeto - definire brainless una donna che decide di dedicarsi al mestiere di cura .. chi è senza peccato etc etc etc ...

Poi, dulcis in fundo, tu citi il cohousing ed a me sembra un'idea talmente semplice e di grandi potenzialità che francamente non riesco a capire perchè non abbia ancora una diffusione ben più ampia. Qua da noi è davvero la mosca bianca, e li da te?

Laura.ddd ha detto...

Condivido il tuo post e i commenti. Poco da aggiungere, ma anch'io some MdiMS, penso che da questa "cova" debba necessariamente nascere qualcosa di nuovo!