Obiettivo Trop Model

aprile 02, 2009

La scrittura e la sorority

Stavo scrivendo un commento fiume al post precedente ed ho pensato che era meglio farlo qua.

Credo che siamo donne che cercano la propria strada e non si accontentano di risposte precotte e credo che ci 'facciamo' i blog perchè il confronto attraverso la scrittura è uno strumento potentissimo.

Parlo per me, chiaramente, ma solo per me?

Per me la scrittura ha innanzitutto una valenza catartica. Tutto il processo dello scrivere, rileggere, riscrivere, immaginare cosa potranno comprendere persone con cui voglio comunicare ma delle quali non conosco altro se non quella finestra sui loro pensieri che loro stesse hanno deciso di aprire, correggere ancora, sintetizzare ... insomma tutto ciò che mi porta a pubblicare serve quantomeno a razionalizzare il magma che ho in testa. A mettere le tessere al loro posto.

E poi i vostri commenti che mi aiutano a comprendere innanzitutto se mi sono fatta capire, se ciò che ho dentro è uscito ed arrivato da qualche parte; che mi aiutano a definire se sono io che sono partita per la tangente (e pertanto è meglio che raddrizzi il tiro) o se è un problema condiviso; e che mi arricchiscono di punti di vista altri da me su cui meditare. Prezioso materiale di costruzione per erigere o rafforzare la casa del mio pensiero.

Tutto questo da 'piccola' ;-) io l'ho trovato nel femminismo e nei gruppi di autocoscienza (l'ho già detto, mi ripeto) e quando tutto ciò è terminato io mi sono sentita piuttosto sola. Sola non perchè non avessi amiche, sia chiaro, ma perchè dalla dimensione di analisi di gruppo si era tornate alla dimensione ciappetto con l'amica/e e questo toglieva profondità al contenuto dei nostri discorsi. Se prima dal personale si poteva arrivare al generale o anche al sociale, dopo dal personale si partiva ed al personale si restava.

E' questo che ho cercato di dire in risposta al bellissimo post di Piattini Cinesi sul fenomeno del mommyblogging. Perchè mi sembra chiaro che la dimensione della maternità sia uno dei momenti (se non IL momento) più coinvolgenti della vita di una donna e se questo si incrocia con un momento storico, culturale e tecnologico che vede il diffondersi una forma di comunicazione così reticolare e pervasiva, mi pare altrettanto logico che la generazione delle giovani donne tecnologiche sia anche quella delle giovani madri. E che questo faccia bingo! facendo emergere questa nuova modalità di comunicazione come incentrata sulla maternità.

Io spero però che questo non sia tutto e che diventi - come di fatto mi sembra che già sia, sebbene in modo meno eclatante - un esseredonnablogging a tutto tondo dove istanze legate alla maternità viaggino di pari passo con le istanze successive, ad esempio il mio grido di aiuto su questa fase della vita che sto attraversando e che tanto mi destabilizza.

Io non so se davvero non sono ammirata o se sono così tanto persa nelle mie paranoie da non accorgermene. So che non mi basta l'ammirazione del mio uomo perchè quella mi definisce nella sua testa e nel nostro rapporto ma entrambi non sono tutto per me. So che ho bisogno di definire nuovamente quale posto occupo nel sistema sociale a cui appartengo. Non per desiderio di omologazione ma per necessità di un punto fermo da cui partire per capire davvero chi sono e chi sto diventando.

So che ho bisogno di fare i conti con la vecchiaia e la paura e l'orrore che questa mi suscita. So che ho scoperto solo attraverso la scrittura, i commenti e le mie riflessioni a valle dei, che la vecchiaia mi fa orrore, che non è affatto vero che sono serena al riguardo perchè lo sono stata - serena - fintanto che il mio corpo mi ha concesso di pensare che la vecchiaia era qualcosa che riguardava gli altri, non me.

So che mi sembra d'essere il trait d'union tra la giovane donna e la vecchietta che vedo davanti a me e che preferirei di gran lunga riconoscermi addosso i tratti della giovane donna piuttosto che quelli della vecchietta. Ma sono proprio questi quelli che mi riconosco, più spesso di quanto non mi piaccia. E ciò mi terrorizza.

Non so ancora come uscirne e come trasformare in positiva una cosa che adesso vedo solo come negativa. Non so tante altre cose però, non le so di me stessa e nemmeno delle Moniche, Lerinni, Valeverde, Piattini, Lise, LGOs, Barbare, Emily che fino ad oggi hanno commentato e che spero commenteranno in futuro, così come di coloro che passeranno di qua o coloro che andrò a trovare a casa loro.

Spero che non sia solo una moda perchè era ciò che cercavo e adesso mi sembra di averlo trovato. Mi sembra che sarà più facile arrivare a sapere delle cose con il loro aiuto.

E sarà pure divertente, perchè la sorority non è mica solo tritamento di maroni, eh!!??!!!!

16 commenti:

ZiaCris ha detto...

L'apertura di un blog può significare tanto. Per me ha significato continuare a lavorare su di me, dentro di me, è stato un "affiancamento" al precorso psicoterapeutico per arrivare capirmi, a capire chi mi sta a fianco e, soprattutto, ad amarmi, a volermi bene per quello che sono.

graz ha detto...

Ciao ZiaCris, grazie del tuo commento. Sono d'ccordo con te e soprattutto con '... a volermi bene per quello che sono.' che più vado avanti e più scopro che non è mica tanto una cosa facile!! :-)))

ZiaCris ha detto...

E certo che non è facile, vuol dire accettare i nostri limiti, smettere di credere di essere superdonne, lasciare che gli altri si arrangino e di conseguenza superare tanti sensi di colpa

Monica ha detto...

figo!!!!!!!!!!!!!!!! esclamazione che mi ricolloca nel mio cazzeggio tardo adolescenziale.
ma mi piace un sacco passare del tempo con te!
per ora beccati solo il mio entusiamo, al resto c'è tempo.

:-)

Monica ha detto...

ci sono qui alcune riflessioni sul crescere e diventare donne che magari non sono troppo off topic qui.
come diventeremo negli anni?
se resto lucida, ironica verso di me, e non entro in paranoia, la funzione della vecchia nella storiella di demetra non mi spiacerebbe per nulla ... una donna saggia e disincantata nell'età e capace di fare ridere.
meglio di una donna più figa e assai più acida ...


http://www.veremamme.it/principi-coaching/2008/10/20/pensierini-di-autostima-per-mamme-e-per-tutti.html

Marilde ha detto...

Ti leggo da un po' ma su questa faccenda della vecchiaia mi sa che è meglio che mi paleso. Di anni ne compio 49 in estate e certo il bivio dei 50 è dietro l'angolo. Mi sto informando, sto leggendo, mi ascolto e ... mi specchio. Non essendo anch'io parte del gruppo botulino e c. (che mi fanno na tristezza infinita con tutte ste facce di plastica) faccio i conti con le rughe, il corpo che cambia etc... etc... Che dire: lavori in corso. Oscillo tra il pensare che il passaggio è davvero difficile, e il desiderare di essere già oltre. Ogni tanto penso che la difficoltà stia proprio nel traghettare da una parte all'altra, così almeno mi dicono amiche intorno a 55 anni. A me pare che la difficoltà stia nel dover salutare delle parti di sé (compresa quella che attira lo sguardo maschile) e salutare definitavamente. Come dire: allenarsi a morire. Ovvio che non è una cosa molto allegra, però preferisco vivere i momenti di dolore piuttosto che fare come quella donna intorno ai 60 anni a cui giorni fa ho chiesto ( perché sto chiedendo...)"come è stato il tuo passaggio dei 50"? e lei" Non lo so, non ci ho mai pensato?"
Ecco, questo lo vorrei appunto evitare.
Ciao!!

graz ha detto...

Monica, guarda se potessi scegliere vorrei essere "una donna saggia e disincantata nell'età e capace di fare ridere" E figa senza essere acida, dove per figa non si intenda una brutta copia di giovane. Figa con la forza che deriva dal mio vissuto, con i miei chili di troppo o magari anche senza perchè ci sono arrivata naturalmente, figa con la forza che il mio corpo riesce ancora a generare, che non è poca perchè grazieaddio sono 50 anni non 500. Io vorrei essere così (mica lo so se ce la faccio però)

Marilde, grazie per esserti palesata. Io non potrei mai desiderare di essere già oltre perchè il semplice pensiero di avere davanti metà di ciò che ho dietro mi secca la saliva in gola. Per cui andiamoci pure piano plizzzz ;-)) Ed hai un sacco di ragione, proprio un sacco!! Qui si tratta proprio di salutare definitivamente delle parti di sè, di allenarsi a morire. Hai detto bene. E mò non è solo la saliva ad essersi seccata ma pure lo stomaco ad avere un groppo.

Perchè sai, fino ad oggi io ho dovuto spesso salutare delle parti di me. Spesso non ho potuto fare questo o quello per qualche ragione. Ma questi pezzi di me non li ho mai salutati per sempre. Li ho sempre messi in un cassetto pensando che appena la qualche ragione si fosse risolta li avrei ripresi.

Non li ho mai ripresi e qualche volta quando sono andata per farlo ho trovato solo più tarme e tarli in quel cassetto. Ma un conto e scoprire, poi, che una cosa è sfumata. Un altro e
è lasciarla andare sapendo che è per sempre.

Io non riesco nemanco a buttar via gli abiti vecchi (o le borse di carta dei negozi fighi) figurati tu se riesco a lasciare andare pezzi di me. E quelli fighi poi ....

Vabbè, era - quasi - uno scherzo. Ma tu torna però, neh ...

A tutte: GRAZIE. GRAZIE DI ESSERCI

strega reticente valverde ha detto...

ciao cara , senza volere ,mammamsterdam e tu avete scatenato nella mia testa un "coso", uno "zibaldone" niente male!;))
Grazie ragazze!
Ora credo che ci penserò su nei prossimi mesi...e ne scriverò a fiumi;))
un caro abbraccio da
una valverde che ...per motivi suoi...preferisce invecchiare;))

emily ha detto...

incredibile come sempre, scrivi cose terrrribili con una levità stupefacente.
la vecchiaia, la paura di diventare brutte e poco desiderabile, la solitudine....
cmq hai ragione, il blog è una mano santa x me. spesso mi trituro l'anima xkè penso di aver sbagliato, di aver agito male, di nn aver capito nulla: ne parlo nel blog e trovo solidarietà, consigli, pacche sulle spalle e assoluzioni.
sempre meglio che aprire il frigo,no?

graz ha detto...

Emily, interessante quel che scrivi. Cosa intendi per 'levità'? Cos'è che ti ispira questo commento? Ti sembra il mio un approccio troppo superficiale?

Cmq, giuro che tutto quanto ho scritto mi si è chiarito (chiarito .. beh, mò nun esaggeramm') in testa in virtù dello sforzo di scrivere e dei commenti ricevuti (e riflessioni conseguenti).

Il potere salvifico del blog ....

emily ha detto...

ho scritto levità, nn leggerezza!!!!
ci sono tanti modi di parlare di una cosa, ma tu riesci a farlo sentire un argomento su cui si può parlarne con serenità, con molta autoironia, con un po' di malizia e di allegria...con levità insomma!!!
azz mi viene un dubbio: ma esiste questa parola in italiano????aghhhhh controllo subito

graz ha detto...

Emily, esiste, esiste. Sono io che ho sempre come prima reazione la paura di averla fatta fuori dal vasetto. Grazie per il tuo apprezzamento

Mammamsterdam ha detto...

Io adesso ve la descrivo, poi appena avrò le foto e con il consenso dell' interessata lo pubblico da me, perché vuoi che non ci metta anche la mia sull' argomento?

graz, ma è solo una riflessione inevitabile o fa parte di un quadro più ampio) lavoro che finisce, figlio che esce di casa, figlia da gestire, olandese volante precario come presenza)?

Perché dal poco che ti conosciamo io ho idea che tu nella vita ti sia mossa e sbattuta tanto, ma proprio tanto, e adesso invece in concomitanza con delle tematiche di età puramente fisiche ti ritrovi anche a doverti reinventare su molti altri piani e su molti altri tuoi ruoli che non semplicemente della donna aallo spartiacque tra Proserpina ed Ecate (marò, mi spavento da me stessa).

Insomma, queste considerazioni che fai mi sembrano da un lato così poco da te (e qui pecco di presunzione spaventosa, nel senso che presumo proprio, ma non so) e dall' altro profondamente sincere, meditate e riflesse.

La foto che metterò è una foto di scena della mia partner in crime, che a 52 anni, dopo una vita da intellettuale ipetrofica imbozzolata in maglioni informi e pantalonacci che basta che abbiamo il taglio che le dona meno al mondo e ce la vedi 7 giorni su 7, sono già tre produzioni che si lascia spogliare, mettere in abiti decisamente kinky sulla scena, e quest'anno appunto si è prestata (scusate, detto così snaturo completamente il senso e i risultati dello spettacolo, che era su tutt' altro, ma c' è stata appunto questa scena emblematica) a quanto segue.

Casalinga segretaria cinquantenne con marito eiaculatore precoce e forse amante del suo capo, frusta e soddisfa oralmente uno sconosciuto (era tutto un pezzo sui rapporti di forza). Per il pompino in questione lei era con le chiappe rivolte al pubblico, tanga e fuseaux trasparenti neri sopra.

Per dire, sua figlia in quella scena lì ci ha messo 10 minuti capire che era sua madre a recitare. Dato il tipo, che tutti conosciamo nella vita, direi che pubblico e famiglia hanno preso la cosa con assoluta indifferenza e molto aalomb (ripeto, era un elemento marginale del pezzo).

Ma io Silvia, che conosco da 10 anni e di cui non condivido al 100% TUTTO il decorso post-menopausa o il modo con cui si pone nella vita e con gli altri, la trovo grandissima e fantastica per la naturalezza e se vuoi ingenuità, con cui ha fatto una cosa del genere. Per dire, c'è modo e modo di risolversi i 50 anni che incombono o passano, e non dico che bisogna tutte appecorinarsi con le chiaappe al vento davanti a 100 persone, ma mi sembra un esempio illuminante. E se ricordo bene, a 49 anni lei ha passato una grossa crisi di identità tipo la tua, quindi, che ne so, lo vogliamo prendere come un suggerimento velato?

Che tu hai il blog come strumento catartico, e magari fra un pò, dopo attenta e matura riflessione ne trovia anche un altro.

graz ha detto...

Barbara, al solito tu metti sul piatto diverse tematiche e tutte molto significative.

Io non so bene che dire della tua amica, così come non so che dire dell'amica 70enne di mammà. Mi vengono un sacco di se e di ma: questa tua amica 52enne che ha negato fino ad oggi di avere un corpo seducente e che di colpo si sperimenta sulla scena in versione kinky magari è una strafiga alla faccia dei 52anni, beata lei, oppure magari se prima si è sempre nascosta nei panni della befana oggi non può che venir fuori meglio se lascia che ad esprimersi sia il suo corpo di donna 52enne. Oppure magari il teatro è catarsi e facciamo tutti teatro così ci passano le paturnie.

Oppure un conto è accettare di stare su un palcoscenico chiappe al vento e magari divertirsi pure ad entrare in un corpo che non è il tuo e altra cosa è andare chiappe al vento in ufficio, supermercato, in autobus e misurarsi con quella 25enne accanto a te, chiappe al vento pure lei.

Quel che so io per me stessa è che tutte le cose che tu menzioni fanno sicuramente parte di questo periodo ma in questa mia crisi non ne è determinata nello specifico. Che mio figlio sia andato a star fuori di casa è un mano santa, l'olandese è un paio di maniche proprio diverse che se sto a sentir lui mi sento come Marilina ma come ho già scritto son trentanni che mi tiro le palle da sola figurati se oggi il mio mondo si risolve con l'olandese!! il lavoro si è concluso (verosimilmente) ma come la giro la giro non mi manca nenanche un pò anche se non so ancora bene che cosa scrivere sulla carta d'identità, etc etc

Sicuramente è un passaggio, un parto di una nuova me stessa ed in quanto parto doloroso. Sicuramente tra un tot mi ritroverò in una nuova veste che mi starà sufficientemente comoda e sorriderò di tutti questi patemi.

Ma per il momento si tratta di accettarsi in una nuova immagine di donna che un conto è quando da crisalide diventi farfalla ed un altro è quando succede il contrario.

Io credo che abbia ragione Marilde: si tratta di lasciar andare parti di se, non sempre quelle di cui avresti voluto liberarti. Si tratta di imparare ad esprimere la seduzione su piani diversi. E va bene.

Il mio problema però non è solo la fatica che faccio io per ridefinirmi ma anche e soprattutto che IT TAKES TWO TO TANGO.

Ciò che mi fa incazzare è che socialmente il mio valore, che c'è su questo non ci sono dubbi, debba essere confrontato con dei parametri che con me non hanno niente a che fare e che o mi adeguo io (e di qua le botulinizzazioni varie) o io non ho valore.

Poi magari in Olanda la peer pressure è diversa ed il condizionamento non si esprime come qua ma mi sembra difficile. Io non voglio dimagrire di 10Kg perchè così sembro quella della pubblicità della Amplifon che ha 25anni ma l'hanno truccata come ne avesse 40. Non voglio usare la cremetta xyz perchè una quarantenne strafiga e straricca travestita da venticinquenne mi dice che io valgo.

Io voglio sentirmi bella negli occhi di altri con un corpo da 52 anni, eventualmente con i 10Kg in più, con i capelli grigi e qualche ruga. Voglio dimagrire perchè mi fa bene alla salute non perchè sennò mi guardo allo specchio e mi vedo come un tronco.

Potrei continuare ma mi sa che sto cavalcando un cavallo morto ....

LGO ha detto...

Sto diventando vecchia? E mi fa paura diventare vecchia? Io me lo chiedo quando mi capita di guardarmi allo specchio da vicino, per fortuna (o purtroppo) non molto spesso. Sì, che sto diventando vecchia non c'è dubbio. Mi fa un po' paura, perché i figli sono ancora piccoli e questo mi procura ansie più profonde di quelle delle rughe. Per me, su di me, sono ancora ambivalente. Quando avevo quindici-vent'anni, mi sentivo male nel mio corpo (ora, se riguardo le mie foto di allora, quelle pochissime che mi sono state fatte quasi di nascosto) devo concludere che ero una cretina. Nonostante non mi piacessi, ho sempre avuto un po' di spasimanti, ma si allontanavano perchè evidentemente nel contatto ravvicinato diventavo repellente. E 'sta cosa mi è rimasta, l'ammirazione maschile mi rassicura e aumenta l'autostima, ma mi diventa rapidamente molesta. Quindi non è la perdita del sex appeal che mi disturba, dell'invecchiamento. Non è lì che si definisce il mio ruolo, e che poi la società funzioni diversamente a me francamente non importa, ho quel tanto di menefreghismo o di faccia tosta o di presunzione che basta per ignorare il pensiero dominante. E' più l'angoscia delle occasioni perdute, non gli uomini che non ho avuto ma le cose che non ho fatto. E a quei pezzi di me, dovrò imparare a dire addio. Un po' alla volta, magari.
In compagnia di sorelle, virtuali o no, è più facile.

graz ha detto...

LGO: "in compagnia di sorelle, virtuali o no, è più facile"

ESATTO.

GRAZIE