Obiettivo Trop Model

marzo 11, 2011

MammAm, questa è per te!!

Marò che sogno strampalato!!!

Ho fatto questo sogno stamane appena prima di svegliarmi, ma così reale che ci ho messo un pò a capire che davvero non stava succedendo.

C'era una faccenda di malati e di ospedali, qualcuno era ricoverato ed io piangevo come una fontana e mi preoccupavo a mille, non ricordo chi fosse questo qualcuno ma nel sogno lo sapevo ed ho la sensazione che fosse proprio quell'idiota del post precedente. Aspettavo in una specie di grande pianerottolo di grandi scale come quelle che ci sono qui alle Molinette, c'era un muretto con un grosso mancorrente cilindrico di metallo, io stavo seduta sul muretto con le gambe penzoloni nel vuoto ed appoggiata sul mancorrente ma poi il muretto era sempre quello ma dall'altra parte c'era una spiaggia ed il mare. E mi dicevano che no, non potevo andarmene perchè dovevo dargli da mangiare a quel malato lì, lo dovevo imboccare che lui aveva tubi e tubicini e non poteva mangiare da solo ed io mi disperavo non perchè non volessi farlo ma perchè pensavo che se mi avessero lasciata andare via allora significava che lui stava meglio ed invece così voleva dire che stava ancora male.

E mentre piango e mi dispero mi guardo intorno e vicino a me, in piedi, c'era MammAm. Indossava una tuta nera di maglia, tutta intera e con le spalline sottili come quella che usa mia figlia per le lezioni di danza, ed era vistosamente incinta. Un pancione proprio, stile otto mesi o giù di lì, la cosa peraltro mi stupisce un poco ma mica neanche tanto. E l'ospedale ed il malato svaniscono, ed il muretto c'è sempre ma è sulla spiaggia ed io sono di qua sul marciapiede che però è un pò tutto cosparso di sabbia come succede in certe località di mare vicino alle spiagge libere che la gente se la porta fuori sciabattando.

Siamo un gruppo di persone, non conosco nessuno se non MammAm, sempre piazzata lì con il suo pancione. E salta fuori che siamo in una specie di deserto, in una specie di villaggio o gruppo di nomadi, non so. Siamo all'aperto e gli uomini stanno comodamente spaparanzati su certe specie di sdraio, se la contano amenamente tra di loro e non si curano degli altri, esseri comunque di rango inferiore. Io sono l'ospite straniera, sto seduta su uno sgabello alto e godo di un minimo di riguardo e forse con me c'è pure il batavo ma sullo sfondo, giusto una presenza. Attorno gente indistinta, tutti in piedi.

Osservo la scena, mi guardo intorno e so che l'arabo seduto alla mia destra, un uomo abbastanza giovane e di bell'aspetto è in realtà il marito di MammAm, lei gli sta seduta vicino su uno sgabello basso e quando giro lo sguardo verso di lei mi accorgo che indossa una specie di chador che le incornicia il viso e che lei tiene chiuso sotto il mento con una mano, per il resto si intuisce che è esattamente come prima, solo coperta. E piange. In silenzio e con il viso impassibile, lunge strie di lacrime le solcano il volto. Il marito non se la fila di pezza e quando gli faccio notare che sua moglie piange lui fa spallucce e dice che non sa che farci e comunque non se lo spiega il perchè di tutte queste lacrime.

Ed io allora parto in quarta e gli spiego per filo e per segno il perchè di quel pianto, l'imposizione di quel velo come perdita di dignità, il sentirsi negletta dal suo uomo che le impone una cosa per lei penosa e poi non se la fila di pezza. Il tutto con un eloquio e con un discorso così fico che per la miseria se me lo ricordassi potrei essere la Luisa Muraro de noantri. (e conta pure che io su sta storia del velo ho idee abbastanza contraddittorie - tra me e me, intendo)

Ma perchè non si possono registrare i sogni, dico io! O per lo meno le botte di filosofia che ti vengono in sogno.

Va da sè che nel bel mezzo della spiega mi sono svegliata. Et voilà.

Ora, il dubbio che l'anoressizzante stia cominciando a darmi in testa è lecito. Ma perchè MammAm poi, losaiddio.

Però eri carina eh, con il pancione nella tutona. E debbo dire che pure con il velo non te la cavavi male, sebbene sono d'accordo che non c'era di che essere granchè soddisfatte ...

4 commenti:

Mammamsterdam ha detto...

Ti sto leggendo alle 4 del mattino dopo una botta di insonnie e pippe mentali che dal nervoso mi sono alzata, fa tu come stiamo messe tutte e due. (e una tuta come quella che dici tu ce l'avevo da incinta, magari sta ancora in giro).

Cara Graz, inutile che te lo dica io, che lo sai benissimo, fare la madre è un mestiere tanto difficile. Una cerca logicamente e razionalmente di farsi una ragione su certe cose, poi di notte zac, arriva l'incubo.

È in quest'ottica che ieri mi sono permessa di commentarti che a volte aiuta farsi dare una mano da chi lo fa per mestiere (zauberei, zaubereis, war bist du?) perché guarda, questo sogno, come lo descrivi, è uguale spiccicato, se non nei dettagli nelle sensazioni e nelle dinamiche, a quelli che mi venivano dopo che è nato Ennio e che alla fine mi hanno spedita ad autocalci dalla coach a lavorare su di me ed è stato l'avvio di un processo che ancora è in corso, ne ho tentate di cose per venire a capo di me stessa.

La cosa bellissima è che certi punti che mi hanno scocciata per anni, con Anna, quando fnalmente ci si arriva (cioè, ci arrivo io, lei magari lo sa già) che sono quelli che veramente mi danno il tormento, ciac, mezzo esercizio e di colpo scivolano via. che io oscillo tra felicità e rabbia: porca miseria, ma era davvero una tale stronzata togliersi di torno una cosa del genere? E io me la sono trascinata dietro per anni dandomi martellate sui calli?

Il discorso con la dieta magari c'è, perché tu per esempio hai appena iniziato una cosa che ti costa soldi e fatica nella certezza che non ci puoi più girare intorno. E in fondo questo è un imperativo fondamentale e non ha niente a che fare con l'aspetto estetico, ha a che fare con una certa disciplina nostra rivolta innanzitutto a noi. Ed ecco che in questo tuo sforzo che richiederebbe concentrazioe, irrompe il mondo, il casino dei figli, la preoccupazione, e si fa fatica a rimanere focalizati su sé stessi, perché per secoli ci hanno insegnato che velo o no, noi veniamo all'ultimo posto. Prima ci sono gli altri.

E se ci azzardiamo a insistere: no, stavolta ci sono io che vengo per prima, trac, di notte ci tocca smentirci. insomma, la tua dieta sta funzionando benissimo, direi. Che non era cosa facile si sapeva, ma evidentmente la puoi gestire.

(Onorata di venirti a trovare nei sogni, forse che stai facendo le pulizie di primavera e le cose che ti ho lasciato tra i piedi ti impicciano?)

ziacris ha detto...

Non mangiare peperonata o 'mpepata di coze a cena...
Scusa se sto mettendo tutto in vacca, ma il discorso con i figli è lungo, e smepre penoso, ma ti capisco, oh come ti capisco

silvia ha detto...

ho visto il film. ma non ho capito il finale. mi fa paura mammam quando parla di psicononso. io che dovrei ma me la sfango con le recriminazioni.
ma noi alle 4 di notte non abbiamo di meglio da fare?

graz ha detto...

@Silvia: io alle 4 dormo e se continua di questo passo dormo pure tutto il giorno ... evidentemente gli anfetaminici mi funzionano al contrario ... Dovrei provare con un pò di oppio a vedere se divento elettrica ... Detto ciò il finale (del mio sogno intendo) francamente non l'ho capito. Che ci faceva Barbara nel mio sogno, in quel contesto ed in quel modo? Chi era in realtà? e perchè io l'ho difesa in modo così articolato e preciso? E questo fascinoso uomo arabo con questo contesto di maschilismo così scontato che mi rappresenta?

@ZiaCris: che dici? sarà il cinghiale imbottito di panna che ho mangiato a sera???

E @Barbara: se resisto fino all'autunno sarei tentata da un seminario di clowntherapia ..