Obiettivo Trop Model

gennaio 13, 2011

Chi ben comincia ...

Quindi, dicevamo, l'omeodoctor.

Il filone che sta seguendo è quello della mia paura. Se non ho capito male, secondo lui mi sarei rinchiusa in un territorio certo, in una comfort zone che mi fa star tranquilla e mi consente di non affrontare ciò che temo. In effetti già la volta scorsa mi aveva detto che avevo smesso di lottare. Ed in questo quadro rientrerebbe anche il fisico appesantito che mi ritrovo, quest'immagine da anziana matrona così come l'incapacità a lasciarmi andare a manifestazioni scomposte di me stessa ( il ballo?), la diffidenza verso il contatto fisico fino alla libido in caduta libera.
Sto riflettendo ancora ed ancora. Leggo e rileggo le caratteristiche del rimedio che mi ha dato. Secondo il principio omeopatico del 'simile che cura il simile' si tratterebbe del rimedio caratteristico della paura e del panico.

Ho sempre pensato di me come ad un guerriero che le difficoltà le affrontava di petto. Ed oggi, meditando sul mio rintanamento, tendevo piuttosto a considerarlo una sorta di rifugio da stanchezza.

A forza di leggere mi rendo conto di come tutto ciò sia in fondo vero. In effetti io ho ed ho avuto paura. Paura del presente come del futuro, paura come senso di inadeguatezza, paura di ciò che può accadere e che non è ancora accaduto ma non possiamo evitare (gli dei che spero continuino ad essere distratti). In effetti credo di averla sempre avuta la paura e conseguentemente la voglia di chiudermi in un buco comodo che mi consentisse di non guardar fuori. Mi ricordo che quando mia sorella smaniava contro la casalinghitudine io mi univo a lei con la razione ma in fondo al cuore la invidiavo.

Però la mia paura non mi ha mai bloccata, ho sempre fatto quel che pensavo fossi tenuta a fare. Ho preso la mia paura e l'ho ricacciata giù forzandomi a smazzare quel che la vita mi mandava.

E quindi non ho mai pensato di me stessa in termini di paura, semmai di coraggio.

Poi oggi mi analizzo e le ritrovo tutte queste paure, alcune ipertrofiche altre vivaci e sgambettanti ma mi chiedo se sono io che sono paurosa o se non è forse il mondo che ci gira intorno ad incutere paura.

Penso alla non-scelta degli operai oggi a Torino. Penso al non-futuro dei nostri ragazzi, e dico nostri intendendo tutti quelli normali, quelli che non hanno i piedi caldi grazie a papi, mami ed amicizie influenti. Penso all'abruttimento sociale e cultura di questi anni e di come non io riesca a vedere nessuna reale prospettiva di cambiamento. Sono certa che cambierà ma i tempi temo che siano ancora troppo acerbi.

E allora? cos'è paura? cos'è coraggio? cos'è stoltaggine?

7 commenti:

LGO ha detto...

A me non sembri una paurosa :-)

lara ha detto...

... ti spiego cos'è un sal. Un gruppo di ricamine si mette d'accordo per ricamare uno schema a tappe, che possono essere mensili o stagionali... anche settimanali. L'organizzatrice divide lo schema e ad ogni tappa si mettono le foto. Il sal ufo è un sal nel quale non si ricama tutte la stessa cosa ma i nostri lavori nel cassetto da tanto tempo. Anche qui alla fine di ogni tappa si deve far vedere il progresso: ma si mettono 2 foto, ossia quella del risultato finale e quella che mostra il punto dal quale siamo portite a ricamare quella tappa...
Bacio

emily ha detto...

io nn ti conosco ma dubito che le tue scelte sia dettate dalla paura. nn credo che tu viva la tua vita così ora x paura, anzi, mi sembra che tu ami la tua vita che ti permette di passeggiare con le tue cane, di fare coperte, di stare col tu uomo in montagna, di esserci x i tuoi figli.
tu hai lavorato fuori nn ti sei rintanata in questo mondo x paura ma semplicemente xkè hai potuto farlo e questa vita ti piace di più dell'altra.
guarda che ho conosciuto omeopatici a bizzeffe durante il mio periodo steineriano e molti farebberobene a tornare a zappare i campi. te lo assicuro!

Mammamsterdam ha detto...

Se mi parli di paura io direi che la tua e quella del guerriero a riposo che teme di dimenticare come si fa a combattere se si rilassa. Per il resto trovo che il lavoro che stai facendo e già il fatto stesso che hai scritto quello che hai scritto nel post siano una cosa sanissima per capire quali sono le tue paure e le tue dosi di coraggio. Non mi darei neanche troppe botte in testa sulla stoltaggine, perché comunque un lavoro su te stessa lo stai facendo e l'unica cosa è che ti invito a continuare fino a dove puoi e vedere cosa succede.

ziacris ha detto...

Credo che a queto punto dovremmo essere tutti rintanati come orsi in letargo, tutti chiusi nelle nostre tane. Io credo che tu non abbia paura, ma come me e tantissimi altri, tu sia stancafisciamente e mentalmente di tutto quello che ci circonda, del futuro che non riusciamo a dare ai nostri figli e nipoti. io quando guardo la Tata e la penso da qui a 20 anni ho paura, paura per lei e perquello chel e può riservare il futuro di non lavor, di non punti fermi, di normalità e noia.
Se mi vieni a dire che lo sconvolgimento dei nostri punti fermi ci mette paura, ti do ragione, io quando vedo il mio tran-tran modificato mi arrabbio, ho paura di non riuscire a portare a termine quello che si è incastrato nel perfetto ingranaggio della giornata, ecco questa per me è paura

amatamari© ha detto...

Essere maggiormente consapevoli delle proprie paure o dei propri limiti, ridisegnare l'immagine che abbiamo di noi stessi...perchè tutto questo possa accadere è necessario coraggio, forza e cuore uniti da un pensiero capace.
:-)

graz ha detto...

Grazie a tutte! incredibile come alle volte si mettano in moto dei meccanismi a fronte di input apparentemente minimi! Tornerò sull'argomento che ci tengo sto bubbone dentro che ribolle ma, per il momento,

@LGO: riconoscere di aver paura ed essere paurosi non è la stessa cosa, no?

@Lara: grazie. Sembra complicato ma ora vedo di capire meglio

@Emily: sulla scelta dell'omeo non ci sono grandi dubbi. Se non ho capito male è un luminare (o quantomeno lo è il suo onorario, sgrunt). Per il resto, di nuovo, avere paura non significa necessariamente rintanarsi. Sulla mia scelta attuale di vivere in un buco ho forti perplessità e più ci penso e più riconosco che mi sto proteggendo. Tempo fa avevo scritto un post in cui mi chiedevo se non era paradossale che per stare meglio si dovesse stare peggio ... siamo sempre lì
@MammaAm: vedi sopra per guerrieri e riposo. Sul lavoro su me stessa vediamo dove il mio sergente di ferro mi lascia arrivare ... ;-)
@ZiaCris: ecco questo piuttosto è il punto. Ci guardiamo intorno ed il panorama che vediamo è sconfortante. Nessuno che mi dica: ma va là!! di cosa vuoi aver paura?? NOn c'è niente di cui temere! Quindi in questa situazione aver paura è giusto, sano e normale?
@Amatamari: eggià ... hai ragione!! Cosa mette in moto il processo? Cosa lo ferma? Cosa lo aiuta?