Obiettivo Trop Model

giugno 28, 2011

Una bolla spazio-temporale

Una bolla. Niente prima, niente dopo. Nel frattempo un'esperienza totale che mi ha lasciato frastornata e con, unica voglia, il bisogno di accucciarmi in un angolo buio e fresco e ripensare, rielaborare la montagna di emozioni contrastanti che questi tre giorni mi hanno regalato.

Un luogo incantato con il bosco a fare da cornice e dentro il sole, il vento, l'erba, le persone, la musica e la danza.

La musica ovunque e la qualsiasi, bande sonore da attraversare muovendosi per l'accampamento.

I musicisti perennemente abbracciati al loro strumento si fermano in ogni angolo ed improvvisano con chi trovano la musica che trovano. Suonano durante gli atelier, prima e dopo. Suonano la loro musica e quella degli altri. Suonano di giorno come di notte. Come un musicista si ferma, inizia a suonare ed un'altro lo raggiunge: prima che tu lo sappia si è formata una band spontanea.

Sotto le piante nell'area centrale, davanti ai tendoni del bar e della mensa, ci sono i tavoli e le sedie per pranzare e la gente si siede dove trova da sola o a capannelli e mentre mangia qualcuno suona, qualcuno balla, qualcuno canta

Un accampamento di zingari un pò melanconici con l'accordion a farla da padrone accompagnato dal violino, ma spesso anche con la tammorra ed il tamburello.

E poi gli atelier...! nello spazio di cinquanta metri ti lasci trasportare dai Balcani all'Irlanda, dalla Guascogna a Napoli, dalla Francia ad Israele. Sotto i capannoni si crea un microcosmo di musica che ti avvolge, di passi che ti sfidano, di sudore, di concentrazione ma anche di risate, di abbracci e di soddisfazione. Quando la musica tace arriva quella del capannone accanto ed i tuoi piedi ricominciano a muoversi senza che tu ne abbia coscienza.

Forse sai qual'è il protocollo forse non lo sai mai il tuo corpo ormai risponde da solo e non importa più molto se segue i passi oppure no, non si riesce a fermare comunque. A volte le figure sono troppo complicate per un cervello che ancora non accetta di spegnersi e lasciar fare ai piedi ed allora è comunque bello stare a guardare e vedere le danze ed i movimenti degli altri, ascoltare la musica.

Il campeggio spontaneo tutto intorno accoglie i piedi e le schiene stanche


ma la notte non è fatta per dormire e qualcuno crolla


Poi a poco a poco la domenica il ritmo rallenta, la gente comincia ad andar via, nel bosco rimangono in pochi, i toni scendono, l'eccitazione lascia spazio ad un ballo cantato, dal sapore rinascimentale, ed alle bourrèé francesi con tutti i loro ghirigori.

Lasciando il festival i capannoni brillano nel buio, da lontano arriva la voce del cantore e da dentro una tristezza, una nostalgia, un magone. Il luogo che non c'è ("il posto in cui sono stata più felice non esiste", citazione) sta per scomparire di nuovo. Io mi sento già un pò orfana.

Nobody cares if you can't dance well. Just
get up and dance. Great dancers are not
great because of their technique, they are
great because of their passion

Martha Graham
(1894-1991)

6 commenti:

LA LUNA NERA ha detto...

che bella esperienza, proprio "una bolla" in cui ossigenarsi e scoprire tante cose di sè.
felice di sapere che ti sei divertita!

silvia.moglie ha detto...

ma come è possibile provare nostalgia di ciò che ho vissuto? sento quello che è stato da come lo hai scritto tu. e immagino...

graz ha detto...

@Luna: è stato magico
@Silvia: immagina pure ma l'anno prossimo vedi di venire :-)))

widepeak ha detto...

meraviglioso, bella graz, grazie di averlo condiviso un poco :)

Anonimo ha detto...

Ma che bello! Invidia...

emily ha detto...

wowowowowo ma che meraviglia!!!!